Due economisti del Mit di cui prima o poi vi svelerò i nomi, hanno pubblicato uno dei saggi fondamentali degli anni 2000: “La nuova rivoluzione delle macchine” (Feltrinelli, 2015, euro 22).
Il lavoro fisico e manuale ha subito una prima accelerazione straordinaria con l’invenzione delle macchine a vapore, la scoperta dell’energia elettrica e con le seguenti innovazioni complementari più o meno tardive. Oggi i nuovi sistemi informatici permettono di fornire una forma di accelerazione molto superiore per quanto riguarda il lavoro cognitivo. Infatti “la nascita della vera intelligenza artificiale (IA), reale ed efficiente, e la connessione di quasi tutti gli abitanti del pianeta attraverso una rete digitale comune” (p. 100), consentono il massimo sfruttamento della scienza.
Tuttavia nelle fabbriche innovative di oggi i robot pluripotenti sono pochi, la grande maggioranza di robot sono dedicati e specializzati, costosi da comprare, configurare e riconfigurare (p. 37). Infatti “è relativamente facile fare in modo che i computer forniscano performance a livello di un adulto in un test di intelligenza o al gioco degli scacchi, ma parlando di percezione o di mobilità è difficile o impossibile dar loro le capacità di un bambino di un anno” (Hans Moravev, p. 37).
Forse sarà più semplice rendere creativi i sistemi informatici. Infatti nella maggioranza dei casi la creatività umana è il risultato dell’abbinamento di un paio di idee o dell’assemblaggio di procedimenti separati, magari in uso in altri ambienti. Quindi “inventare qualcosa è trovarlo in ciò che esiste già” da qualche altra parte (Brian Arthur, The Nature of Technology, 2011). Inizialmente “la crescita è limitata dal numero di potenziali nuove idee, ma in seguito è limitata soltanto dalla capacità di elaborarle” e dal tempo che serve per ricombinarle (Martin Weitzman, economista).
Per questo motivo è stata creata www.innocentive.com, una piattaforma che pubblica problemi pratici e scientifici irrisolti, in modo da sottoporli all’attenzione degli esperti e degli appassionati di tutti i settori. In questo caso le risposte giuste sono premiate con dei sostanziosi premi in denaro. E sono già nate alcune piattaforme molto interessanti: www.waze.com/it (un’applicazione molto utile per evitare gli ingorghi stradali); www.kaggle.com (la passione per la scienza dei dati); www.quirky.com (la comunità degli inventori); www.affinnova.com (l’innovazione nel marketing).
Oltretutto uno studio ha dimostrato che nel caso di Innocentive su 166 problemi circa il 30 per cento sono stati risolti. Nella maggior parte dei casi i risolutori non avevano studi direttamente attinenti al problema, erano cioè molto marginali o al di fuori della disciplina di studio presa in esame. Con l’aumento delle interrelazioni umani le possibilità di trovare delle soluzioni e delle nuove conoscenza, non solo si sommano, ma si moltiplicano quasi sempre in modo esponenziale.
Le cose stanno cambiando velocemente, ma per ora gli esseri umani costano quasi sempre molto meno di un sistema robotico computerizzato e in genere le persone sono molto più veloci e molto più facili da riprogrammare. Basta dire “Guarda qui, fai così”. Oddio… Potrebbe farlo anche un nuovo robot!
Ma “Per fortuna sappiamo di più di quello che possiamo dire” (Michael Polanyi, filosofo), e in questa crisi economica innovativa la produttività è aumentata, non calata come nel ’29. Però se un uomo va giudicato “dalle sue domande, non dalle sue risposte” (Voltaire), nessuno può sapere cosa succerà quando i computer impareranno a fare le domande…
Erik Brynjolfsson svolge molte attività al MIT. Per approfondimenti: http://ebusiness.mit.edu/erik, https://en.wikipedia.org/wiki/Erik_Brynjolfsson, www.youtube.com/watch?v=sod-eJBf9Y0, www.youtube.com/watch?v=0-F-rMNEwAc, www.youtube.com/watch?v=dC73RJdemn8.
Andrew McAfee svolge molte attività al MIT. Per approfondimenti: http://andrewmcafee.org, www.youtube.com/watch?v=kum_7D9EORs, www.youtube.com/watch?v=KoC63M33lvw.
Nota filosofica – “Il massimo limite della razza umana è la nostra incapacità di capire il funzionamento esponenziale” (Albert Allen Bartlett, docente e fisico morto novantenne nel 2013). Perciò “Bartlett vede la combinazione di parole crescita sostenibile, come un ossimoro, dal momento che anche modesti incrementi della popolazione percentuale annua inevitabilmente si equiparano alla enorme crescita esponenziale per periodi di tempo prolungati; ritiene, pertanto, che la sovrappopolazione umana sia la più grande sfida per l’umanità” (Wikipedia). Però “Alla lunga l’effetto economico più importante delle dimensioni e della crescita ulteriore della popolazione è il contributo delle altre persone al nostro serbatoio di conoscenze utili. E questo contributo [per ora] è abbastanza grande nel lungo periodo da superare tutti i costi dell’aumento della popolazione” (Julian Simon, economista). La cultura ci aiuta a rielaborare le idee, vecchie e nuove, mentre la natura ci aiuta a eliminare progressivamente chi decide quali sono le idee da promuovere e da adottare (cioè gli adulti più maturi e gli anziani). L’innovazione a livello del controllo delle nascite richiederà molto tempo. Poi qualcuno inventerà il raggio sterilizzatore…
Nota medica – Il Dr. Watson è un sistema informatico intelligente. L’evoluzione dell’intelligenza artificiale ha permesso di creare un assistente medico emotivamente più distante dei medici… L’IBM e i suoi partner sono riusciti a realizzare un software in grado di fare delle diagnosi precise e che ha “identificato tre aspetti del tessuto canceroso del seno che si è poi scoperto essere ottimi segnali predittivi delle speranze di sopravvivenza. Purtroppo i patologi umani non erano stati addestrati a guardarli” (p. 103).
Nota statistica – Hal Varian, capo economista di Google ha affermato “che il lavoro più sexy dei prossimi dieci anni sarà lo statistico” e “Quando guardiamo la quantità di dati digitali che viene creata e pensiamo a quanta inventiva in più c’è da guadagnare, non siamo tanto sicuri che abbia torto” (p. 78).
Nota realista – “Quasi tutte le fallacie economiche derivano dalla tendenza a dare per scontato che esista una torta immutabile, che una parte possa guadagnare soltanto a spesi di un’altra” (Milton Friedman, esponente principale della scuola monetarista e liberista di Chicago, p. 107).
Nota pessimista – In Italia, uno dei paesi più conservatori a livello sociale e aziendale, negli ultimi anni la disoccupazione è aumentata del 108 per cento (dal 2007 al 2014). “Il lavoro salva l’uomo da tre grandi mali: noia, vizio e necessità (Voltaire), quindi l’esterofilia ha già salvato parecchi italiani.
Nota sulla formazione – Sebastian Thrun è un esperto di intelligenza artificiale di Stanford e nel 2011 ha creato un massive online open course gratuito (MOOC). Dopo gli esercizi e gli esami, su 160.000 studenti, 410 studenti online hanno avuto risultati migliori del migliore allievo del corso universitario tradizionale. Comunque nel 2011 “il debito studentesco in America era maggiore sia dell’impressionante montagna di prestiti per acquistare l’auto sia del totale degli anticipi delle carte di credito” (p. 214).
Nota sulla magia oscura dell’innovazione – Antoine de Saint-Exupery ha affermato che “la macchina non isola l’uomo dai grandi problemi della natura ma ce lo fa affondare ulteriormente”. Si può affermare una cosa simile per quanto riguarda la società: negli Stati Uniti negli ultimi vent’anni l’occupazione è diminuita di circa il 25 per cento. “Dal 1996 è calata anche l’occupazione manifatturiera in Cina, per coincidenza, almeno così si valuta, proprio del 25 per cento. Significa oltre trenta milioni di lavoratori cinesi in meno in questo settore anche se l’output cresceva del 70 per cento. Allora non è che i lavoratori americani sono stati sostituiti dai lavoratori cinesi, è che sia quelli americani sia quelli cinesi sono resi più efficienti dall’automazione” (p. 198). La produttività aumenta e i posti di lavoro crollano: “oggi il rapporto occupati/popolazione generale è al minimo livello degli ultimi vent’anni, e il reddito reale del lavoratore mediano è più basso che negli anni novanta” (p. 177).
Nota futurista – Gli uomini devo competere con i robot, che non consumano, non si stancano mai, non si lamentano, non scioperano. Oggi non è più vero che “una macchina può fare il lavoro di cinquanta uomini normali, nessuna macchina può fare il lavoro di un uomo straordinario” (Elbert Hubbard, scrittore molto sfortunato che morì nel 1915 nell’affondamento del Lusitania). Voi che studiate, “un domani sarete remunerati in base a quanto saprete lavorare con un robot” (Kevin Kelly, esperto digitale).