La partenza di Marco Pannella apre, come tutte le partenze, al panegirico dei “coccodrilli”, deliziosi pezzi giornalistici dedicati all’omaggio al defunto, amico o nemico che fosse.
L’Eterna Mietitrice offre questa opportunità che sicuramente segna l’inizio del giudizio storico.
Con Marco Pannella parte un altro, forse l’ultimo, dei grandi leader del secolo scorso, secolo di leaders; i pacifisti e i nonviolenti non possono dimenticare di lui l’uso spropositato e contraddittorio di queste due parole; riuscì a mettere Gandhi nel simbolo di una lista che appoggiava l’interventismo NATO in Jugoslavia, è riuscito a gestire per cinquant’anni con assoluto autoritarismo il primo partito che in Italia si richiamava al libertarismo e alla nonviolenza; è innegabilmente riuscito a mettere all’attenzione del grande pubblico le tematiche delle libertà civili che nessuno voleva affrontare.
Nel secolo dei pragmatici, un pragmatico “alternativo” capace innegabilmente di fare lobby su temi che gli altri non trattavano, un po’ per convinzione, un po’ per calcolo.
Ma con lui va via l’ultima immagine, già sconosciuta alle nuove generazioni, del “leader carismatico”; personalmente ricordo un mio passaggio a un congresso radicale degli anni ’70 in cui tutti dicevano peste e corna di “Marco” tranne votare la sua mozione all’unanimità dopo un suo accorato ed affascinante discorso.
Quel modello di leader fa parte delle cose che sono crollate; lo stesso sostanziale insuccesso del Partito Radicale sta in quel crollo; le cose avanzano perché le reti, perché l’intelligenza collettiva si mettono in moto; le cose avanzano perché avanza il lavoro umile e sentito delle persone, il lavoro quotidiano dell’intelligenza collettiva, perché una nuova sensibilità si diffonde, ineffabile, nell’aria.
Che partano anche le vestigia mortali di quell’immagine schacciante, autoritaria, discriminatoria di tutti i leaders di destra, di centro, di sinistra, alternativi o conservatori. Che si comprenda che ogni essere umano è una meraviglia che merita di essere curata ed incoraggiata e che vengano rispettati i suoi diritti. Che ogni essere umano è un pezzo essenziale della Nazione Umana Universale, senza discriminazione di alcun genere a giustificare una gerarchia, un’ordine di importanza.
Caro Marco, buon viaggio! Che la tua vita inquieta possa riposare sul trono delle nuvole, lì dove sempre hai voluto stare. E che quel trono ti sia finalmente leggero.