La vicenda Muos è come un’altalena. E’ trascorso oltre un lustro dalla fase più calda di questa storia all’italiana caratterizzata da sonore vittorie del popolo e dei movimenti sociali che poi per incanto sono state sistematicamente susseguite da scandalose sconfitte sempre legate a decisioni ora delle autorità amministrative, ora della classe dirigente ora degli organi giudiziari. Nei retroscena di questi sfiancanti giochi d’altalena c’è sempre stata l’ombra nera e onnipresente degli Stati Uniti e della sua enorme influenza sulla vita politica e economica del nostro paese.
Sì, certo nulla di nuovo all’orizzonte, direte … ed è vero, ma quando in uno Stato di diritto ci sono sentenze e evidenze come quelle prodotte contro il Muos durante questi anni, allora, magari, nonostante anni d’esperienza e di lotta, ci si illude e si arriva a pensare persino che non solo si sia vinta una battaglia, tra l’altro in maniera del tutto pacifico e nonviolento, ma addirittura che si sia portata a casa l’intera posta in palio a beneficio del popolo sovrano.
E invece regolarmente arriva un rewind che lì per lì stronca il respiro e le gambe e lascia per qualche ora in una sorta di deprimente impotenza. Le prime cose che balzano alla mente sono che ancora una volta l’avranno vinta loro, quelli dell’1%.
Ma poi inaspettatamente arriva una manifestazione No Muos, come quella di domenica 15 maggio a Niscemi e vedi la società presente, viva, decisa e rivitalizzata dalla convinzione di avere tutte e ragioni, e che ragioni, per non demordere e proseguire la lotta. E’ la cittadinanza attiva che si fa avanti e che sempre più matura cerca inoltre di sensibilizzare gli altri, gli scettici, gli abitudinari del delegare.
C’è da dire che l’ultima sentenza del Cga con la quale è stato accolto il ricorso del Ministero della Difesa è una battuta d’arresto di quelle che potrebbero far cadere le braccia, non foss’altro per le modalità scorrette e in malafede con le quali si è arrivati a dimostrare il non pericolo del Muos per la salute umana. Ma ciononostante il Muos resta sotto sequestro perché, è bene rammentare, che la base della Marina Militare US giace su un’area di assoluto veto di edificabilità, la Riserva naturale della Sughereta, ciò che è inequivocabilmente reato ambientale. Questo non è un dettaglio da poco e rappresenta del resto la leva che ha portato sinora i comitati No Muos e le associazioni ambientaliste a delle cocenti vittorie e al sequestro ancora in piedi della base.
La speranza non cede il passo alla rassegnazione e così, in questo “duello” tra Davide e Golia, aspettando il processo penale di Caltagirone che per l’appunto dovrebbe sentenziare sulle responsabilità penali legate alle concessioni in un sito di interesse comunitario (SIC) e di conseguenza sull’abusivismo, ci si federa in piazza in alcune migliaia di persone per gridare un forte e ennesimo no al MUOSstro. Ed è già iniziato un nuovo giro d’altalena.
Abbiamo raccolto in un video alcuni dei momenti della giornata di mobilitazione di Niscemi e abbiamo raccolto l’avviso di alcuni dei partecipanti: