Ornella De Zordo è alla sua seconda esperienza come consigliere comunale dell’altra città, non solo come nome di un’aggregazione politica ma nel senso più letterale del termine: tramite Ornella arrivano in Consiglio Comunale le istanze di un’altra Firenze, radicata nei quartieri, perennemente attiva nei beni comuni, nel far emergere quella Firenze che non è bottegai e turismo di vetrina ma persone in carne ed ossa, con problemi e speranze.
Ornella, ho fatto una buona descrizione della tua politica?
E’ difficile misurarli sul piano concreto, anche se qualche battaglia l’abbiamo vinta; più che altro mi sembra di poter dire che la nostra azione serve a diffondere informazioni che tendono a restare tra pochi addetti ai lavori e che invece la comunità intera deve conoscere, a sostenere lotte diffuse sul territorio che necessitano di sostegno e a diffondere il seme di una cultura politica che si richiama alla partecipazione attiva delle persone e a valori antiliberisti. Questi due aspetti, di metodo e di merito, devono andare insieme perché le cose possano davvero cambiare in meglio.
Recentemente, insieme a Democrazia Km Zero avete pubblicato un libro, fatto quantomeno insolito per una formazione politica, ce ne parli?
E’ un fronte sociale esteso ma non organizzato, ricco di analisi politica ma a cui manca un riferimento di rappresentanza politica. Per questo abbiamo guardato con attenzione alla nascita del cosiddetto “quarto polo” che nelle ultime settimane ha indicato Ingroia come candidato alle politiche. E dispiace constatare come questo processo stia producendo un risultato – la “lista Ingroia”- che non sembra confermare i presupposti di partenza: essere nettamente antiliberista e praticare una nuova modalità di fare politica.
Non troviamo infatti nell’agenda di Ingroia – che non a caso ha fatto incaute quanto inutili aperture al Pd – né una netta critica strutturale ai vincoli europei di matrice liberista, con conseguente lotta alla disoccupazione e allo sfuttamento del lavoro e dell’ambiente, né quel rinnovamento autentico delle pratiche politiche che, solo, può riavvicinare i tanti delusi a una partecipazione attiva al voto. Non basta che ci siano persone oneste e non basta la lotta alla corruzione (punti comunque imprescindibili): ci vuole un’alternativa all’economia di mercato che ci ha condotto alla crisi in cui siamo, ci vuole un’altra idea di Europa e il rifiuto di norme che ci hanno imposto il fiscal compact e il pareggio costituzionale di bilancio.
Infine, non ci piacciono partiti personali né liste in cui si ricicla un ceto politico responsabile di molti danni alla sinistra italiana. Peccato. Ma le cose vanno viste per quello che sono, e la lucida consapevolezza, anche se spiacevole, è sempre meglio di illusioni a cui aggrapparsi per non accettare una realtà che non vorremmo. Solo da lì pensiamo che possa partire un’azione efficace alternativa al liberismo, al governo Monti e a chi lo ha sorretto. Noi, insieme a tante altre realtà di movimento, ci siamo.
Come persona non mi vedo affatto come un ‘modello’…credo che ciascuna persona debba rispondere nel comportamento esterno a quel che ha dentro e che ciascuno debba perciò seguire la propria individualità. Se però parliamo di un modo di intendere e praticare la politica, allora mi viene da dire che quello che io incarno è niente altro che la modalità che il gruppo di attiviste e attivisti di perUnaltracittà persegue. Sono loro che mi hanno scelto, e io tento di essere all’altezza delle loro aspettative. Spero di riuscirci!