È inutile negarlo, l’elezione di Sadiq Khan ha un evidente valore simbolico ed è un segnale pieno di significato. Ma l’importanza della sua vittoria ha molto più a che fare con la mobilità sociale che con il fattore etnico-religioso
articolo di Parveen Akhtar – Università di Bradford
In Pakistan esistono possibilità minime che il figlio di un autista di autobus possa ottenere una posizione politica elevata nella capitale del paese. Ma ora il popolo di Londra ha eletto Sadiq Khan – figlio di un immigrato pakistano, un autista di autobus – ad essere il loro primo sindaco di fede musulmana.
Sebbene non possa influenzare la politica economica ed estera della nazione, Khan sarà responsabile di aspetti fondamentali della vita di Londra: dai trasporti all’edilizia, dalla sicurezza all’ambiente. Ed essere eletto direttamente da al sindaco di Londra un mandato personale che non ha nessun altro parlamentare di Westminster.
Il padre di Khan è stato uno delle centinaia di uomini pakistani immigrati in Gran Bretagna negli anni ’50 e ’60, in cerca della versione britannica del sogno americano: un impiego stabile, mobilità sociale ed opportunità per un futuro migliore, per se stessi e per le proprie famiglie. Khan ha studiato Legge all’università e ha fatto il suo praticantato come avvocato per i diritti umani, prima di diventare membro del Parlamento.
Ora, all’età di 45 anni, è sindaco di Londra: il cuore economico e culturale del Regno Unito, la più grande città dell’Europa occidentale e una delle città più importanti del mondo. Per lui il sogno britannico è diventato realtà.
Etnia e religione
La fede islamica di Khan ha proiettato la corsa al governo della City sullo scenario internazionale, in un periodo in cui i musulmani stanno affrontando l’ostilità di parte dell’Occidente. Negli Stati Uniti l’aspirante presidente Donald Trump ha dichiarato che proibirà l’ingresso nel Paese a ogni musulmano; in Europa, invece, l’estrema destra sta avanzando facendo esplicita propaganda islamofoba.
Durante la campagna elettorale, il fatto che Khan fosse musulmano è stato visto come uno svantaggio, persino tra alcuni membri del suo stesso partito. Il suo opponente conservatore Zac Goldsmith ha accusato Khan di essere accomodante con l’estremismo islamico. Allertando i cittadini di essere consapevoli delle sue idee “radicali”.
La vittoria di Khan conferma ciò su cui diversi opinionisti musulmani hanno dibattuto a lungo: avere un sindaco musulmano potrebbe aiutare a sconfiggere l’ideologia islamista, mostrando che l’Occidente non è anti-Islam e che i musulmani “possono farcela” là. Lo stesso Khan ha parlato del valore simbolico del diventare il primo sindaco musulmano in una città che ha vissuto gli attacchi terroristici del 2005, realizzati in nome dell’Islam.
Potere e privilegio
Se il padre di Khan fosse rimasto in Pakistan, molto difficilmente suo figlio avrebbe potuto avere successo, in un sistema politico in cui sono i privilegi e le conoscenze a vincere le elezioni. Molti dei pakistani immigrati nel Regno Unito nell’epoca postbellica sono stati contadini e manovali. In molti casi non hanno potuto studiare neanche la propria lingua. Hanno trovato lavoro nel settore terziario del sud, nelle industrie delle Midlands e nelle fabbriche dell’Inghilterra del nord. E sebbene alcuni sono riusciti a uscire dalla povertà, la comunità pakistana ha tuttora uno dei livelli più alti di disoccupazione nel Regno Unito. Molti pakistani britannici vivono in alcune dei quartieri più disagiati del Regno Unito.
Sì, la politica britannica è ancora dominata da una rete di dinosauri: le cricche degli appartenenti ai club di Eton e Bullingdon, impersonati dal primo ministro David Cameron, dal cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne e il sindaco uscente Boris Johnson. Eppure Khan, che viene dalla classe operaia, è riuscito a vincere contro un rivale conservatore di famiglia nota, facoltoso e con amici influenti nei più importanti circoli politici, mediatici e commerciali.
Per molti è il trionfo della meritocrazia sul privilegio, segno che l’establishment politico stia diventando più inclusivo e rappresentativo della diversità etnica, religiosa e socio-economica dell’intera popolazione. E Khan non è l’unico pakistano di seconda generazione ad aver avuto accesso ad alti uffici politici nel Regno Unito. Sajid Javid, attuale segretario di stato per il Commercio e l’Industria, è figlio di un immigrato pakistano che ha lavorato nelle fabbriche del nord prima di diventare un autista di autobus. Discorso analogo per il padre dell’avvocatessa Sayeeda Warsi, prima donna musulmana a sedersi al tavolo del Consiglio dei ministri. Nelle sole elezioni generali del 2015 sono stati eletti al parlamento britannico ben dieci individui di origine pakistana.
Su gentile concessione di The Conversation