Caro Giuliano,
i tuoi ripetuti attacchi a Basilio Rizzo e a tutti quelli che sorreggono la sua candidatura ci chiamano in causa e ci sconcertano.
Dire che Basilio è fermo a trent’anni fa e a un “estremismo di sinistra duro e puro”, vuol dire non conoscere non solo Basilio, ma la storia della politica milanese e di trent’anni di consiglio comunale. Significa non cogliere e sorvolare sulla questione della legalità, fondamentale e più che mai attuale a Milano e in Italia.
Ma se Basilio si difende da solo con la sua storia di trasparenza e coerenza, noi invece vogliamo chiederti: “Ma il merito dei problemi di Milano su cui confrontarsi dov’è? ”
Ti sembra un argomento di merito affermare che i sostenitori di Basilio favoriscono la vittoria della destra… che non vedono che Parisi è peggio di Sala… che Renzi non è eguale a Berlusconi ecc?
Questi argomenti sono un vecchio spauracchio da sempre usato da alcuni settori della sinistra (e del centrosinistra), che non hanno mai tollerato critiche al proprio operato, al loro consociativismo affaristico, ai loro rapporti con le lobby dei costruttori, con la Compagnia delle Opere, con le Coop ecc…
Ma ti rendi conto che seguendo il filo dei tuoi argomenti bisognerebbe sempre votare PD, altrimenti vince la destra? E che al prossimo referendum costituzionale diventerebbe una colpa votare contro la manomissione della Costituzione, altrimenti Renzi se ne va?
E che al referendum sulle trivelle, secondo la logica da te sostenuta, sarebbe stato giusto non andare a votare? A proposito, perché non hai invitato i cittadini milanesi a recarsi al voto sulle trivelle?
Caro Giuliano,
conosci da tanto tempo gran parte di coloro che hanno firmato l’appello in sostegno alla candidatura di Basilio Rizzo. Molti di loro sono anche tuoi amici, sono persone per bene, tutt’altro che ideologizzati, ai quali Sala non va bene. Sono cittadini ai quali un sistema elettorale democratico e
un DOPPIO TURNO (non dimenticarlo mai) danno prima la possibilità di votare per il candidato più vicino alle proprie idee e di poter poi decidere cosa fare al ballottaggio.
Conosci Nando Dalla Chiesa e Gianni Barbacetto, sai come si sono espressi per Basilio. Ti sembrano dei “duri e puri”? Sai che Luigi Ferraioli, un maestro del diritto, Giovanni Impastato ed Eugenio Melandri hanno applaudito la discesa in campo di Basilio. Come li giudichi ? Anche loro sono fermi a trent’anni fa?
Sai anche che fra coloro, compresi i firmatari di questa lettera, che hanno voluto la candidatura di Basilio Rizzo ci sono tantissimi cittadini milanesi che ti votarono con entusiasmo nel 2011 e che oggi sono convinti che la candidatura di Sala sia un ritornare a prima della “stagione Pisapia”? Questo sentimento è diffuso anche tra molti di coloro che alle primarie hanno votato candidati diversi da Sala e a questo sentimento è necessario dare uno sbocco politico forte e autonomo. E’ nell’interesse di tutti coloro che si battono contro la cultura, i programmi e l’ideologia della destra.
Caro Giuliano,
oggi è lecito pensare che Sala sia prima di tutto una tua sconfitta. Riflettici. E’ una sconfitta che non eludi dicendo: ma Parisi è peggio di Sala!
Non si batte la destra invitando gli elettori:
– a chiudere la bocca e a dimenticare Expo, il suo modello di lavoro precario e nero, gli stage gratuiti, i milioni di euro spesi a discapito di case popolari e servizi sociali, per farne una vetrina delle multinazionali;
– a coprirsi gli occhi per non guardare il riaffiorare degli intrecci consociativi e trasversali con la Compagnia delle Opere;
– a tapparsi le orecchie per non stare a sentire Sala che rassicura la lobby dei costruttori!
– a turarsi il naso e a … votare Sala.
Rifletti piuttosto che se Parisi guadagna consensi non è colpa di Basilio Rizzo e di “Milano in Comune”, ma è perché Sala non convince.
L’aver sottovalutato per decenni la questione morale e il continuo corrompersi del cosiddetto centrosinistra riformista in nome di un voto “utile” non ha favorito la sinistra, ma la destra populista.
L’aver demonizzato e marginalizzato chi denunciava nelle istituzioni affari e collusioni e l’aver sacrificato sistematicamente diritti e bisogni sociali, ha consegnato a Salvini e a Grillo il monopolio della protesta e ha consentito loro di spacciarsi per paladini dei ceti popolari, mentre migliaia di cittadini si rifugiavano nel non voto.
Caro Giuliano,
non hai di fronte dei “duri e puri” o dei “sinistra più a sinistra”, ma solo cittadini di buona memoria storica che quando votano qualcuno a sindaco sono animati, quanto meno, da una “sana inquietudine per la legalità e la giustizia”.
Emilio Molinari, Franco Calamida, Piero Basso, Silvano Piccardi, Vittorio Agnoletto