La petizione lanciata da Hannah Waddilove, ex collega di Giulio Regeni e dottoranda all’Università di Warwick, per chiedere al governo inglese di assicurare un’indagine affidabile sul suo omicidio ha superato le 10.000 firme, sufficienti per obbligare le autorità a dare una risposta.
Gli amici e i colleghi di Giulio hanno dichiarato in un comunicato stampa di aspettarsi che “il governo del Regno Unito ora prenda una forte posizione pubblica a sostegno degli sforzi internazionali per arrivare alla verità sul suo rapimento, tortura e morte.”
Anne Alexander dell’Università di Cambridge, tra i promotori della lettera firmata da oltre 4.000 accademici di tutto il mondo per chiedere verità e giustizia per Giulio, ha definito “scioccante” il silenzio del governo inglese sul caso. “Non dovrebbe essere necessario raccogliere diecimila firme con una petizione per indurre il governo ad alzare la voce e unirsi a tutti quelli che chiedono un’indagine indipendente su questo brutale omicidio” ha dichiarato.
“Siamo molto preoccupati per le informazioni secondo cui Mr Regeni è stato sottoposto a torture” ha affermato un portavoce del Ministero degli Esteri. “Abbiamo sollevato il caso con le autorità egiziane a Londra e al Cairo e sottolineato la necessità di un’indagine completa e trasparente. Restiamo in contatto con le autorità egiziane e italiane.”
Gli amici di Giulio però si aspettavano qualcosa di più incisivo e hanno definito questa dichiarazione troppo “blanda”.