Ma non esiste un dio dei migranti. I migranti li ha dimenticati pure dio. E pensare che tutto il genere umano e tutta quella che noi chiamiamo civiltà nasce dalle migrazioni.(…) Ma oggi centinaia di migranti ogni giorno vengono puntualmente fermati e arrestati. E con loro vengono fermate e arrestate le loro idee, le loro conoscenze e le loro capacità”.
Ci sono viaggi che si intraprendono solo per disperazione, per fuggire dalle guerre, dalla violenza, dalla povertà. Sono viaggi pericolosi, dove la vita spesso è legata ad un nulla, in cui le variabili che portano alla sopravvivenza sono così effimere che arrivare a destinazione può essere considerato un vero e proprio miracolo.
Flaviano Bianchini ha avuto il coraggio, e forse la pazzia, di intraprendere uno di questi viaggi fingendosi migrante peruviano nei panni di Aymar Blanco. Un percorso durato 20 giorni nelle situazioni più avverse per raggiungere, dal Guatemala, gli Stati Uniti d’America attraversando il Messico. Sono le situazioni che affrontano ogni giorno migliaia di migranti del Centro America, ma che purtroppo non tutti riescono a superare a causa delle infinite insidie di uno dei viaggi più pericolosi al mondo. Infatti sono decine di migliaia i migranti, anche minorenni, che oltre a dover affrontare un viaggio di per sé fisicamente durissimo, sono sistematicamente vittime di sequestri di massa, stupri, torture da parte del crimine organizzato messicano, a volte con la partecipazione o la complicità delle forze dell’ordine.
Un diario coinvolgente: a ogni pagina la paura insensata, ma profonda che Aymar-Flaviano non ce la possa fare.
La mancanza d’aria per ore e ore stipato insieme ad altri clandestini nel doppio fondo di un camion. Il viaggio sulla Bestia, il carro merci che i migranti prendono al volo viaggiando sui tetti o tra un vagone e l’altro, esposti al freddo e al caldo torrido per giorni. Con l’incubo di cadere. “Stringo forte la sbarra e mi ripeto mentalmente mille volte la regola madre di ogni migrante sulla Bestia: Non dormire. Non dormire. Qualunque cosa accada non dormire. Non dormire mai. Non dormire.”
Ogni anno migliaia di persone perdono la vita cadendo dalla Bestia.
Il terrore di imbattersi nelle bande criminali che catturano i migranti e dopo averli derubati di tutto li torturano, a volte fino alla morte, per ottenere un numero di telefono di famigliari o amici da cui pretendere poi un riscatto.
Uguale il terrore di essere fermati dalla polizia, che arresta, imprigiona, che rimanda da dove si è partiti, o peggio ancora è capace di vendere i migranti alle bande criminali.
E le famiglie dei perdidos, coloro che per mancanza di soldi non riescono più a proseguire, senza lavoro si trovano bloccati senza futuro, facili prede delle mafie. Il viaggio nel deserto, nel buio della notte, in balia del freddo, della fame, della sete, della stanchezza. E non c’è tempo di fermarsi. Chi si ferma è perduto. E anche dopo aver superato la frontiera con gli Stati Uniti il terrore di essere braccati dai “minutemen”, gruppi di cittadini auto organizzati pronti a sparare sui migranti.
In tanta sofferenza e smarrimento ci sono momenti di profonda commozione, capaci di riscattare il senso dell’essere uomini e donne, di ridare speranza. Il coraggio di un singolo passo nella cella affollata. Un solo passo che può salvare una ragazza.
Le matronas, le donne che si appostano lungo il percorso dei treni e che lanciano ai migranti cibo e acqua. Gesti semplici che veramente possono salvare la vita delle persone. I rifugi per i migranti, che offrono sicuro ristoro. E l’incontro con chi è disposto a offrire cibo e un letto a persone che non conosce, a costo di rinunciare al poco cibo di cui dispone.
Un libro che è il risultato di una difficile e straordinaria esperienza. Un vero atto di coraggio, di profonda denuncia delle ingiustizie, delle violazioni che subiscono i migranti. Persone che a differenza delle merci, non sono libere di viaggiare.
Alla fine del libro ci si sente come quando si deve dire addio a un compagno di viaggio con cui si è condiviso tantissimo. Subito ci manca. Subito si vorrebbe chiedere che ne è stato di tutti gli altri compagni di viaggio, si vorrebbe che continuasse a parlare di sé, dei suoi sogni, dei suoi progetti. Perché ormai a Aymar ci si è affezionati. Le sue paure, le sue speranze sono diventate le nostre. La sua indignazione la nostra.
Flaviano Bianchini, è fondatore e direttore di Source International organizzazione internazionale che difende le comunità locali dalle grandi imprese estrattive, redattore di Peacelink. Da sempre appassionato di viaggi e difensore dei diritti umani.
“Migrantes, clandestino verso il sogno americano” di Flaviano Bianchini BFS edizioni
Monica Mazzoleni – Segnali di fumo
Il libro verrà presentato giovedì 7 aprile alle 18,30 allo Spazio Sirin, Via Vela 15, Milano, in collaborazione con Soleterre e con il Festival della Letteratura di Milano. Saranno presenti l’autore, Flaviano Bianchini e Lucia Capuzzi, giornalista di “Avvenire”.