Documento del Movimento Nonviolento per le prossime elezioni politiche rivolto ai partiti e movimenti politici: Sel, Idv, Verdi, Radicali, Prc, Pdci, Ecologisti e Civici, Partito Umanista, Cambiare si può, Io ci sto, Lista civica italiana, Movimento Arancione, M5S (includiamo liste e partiti che hanno introdotto i temi “pace e disarmo” nei loro programmi; escludiamo quei partiti che già ci hanno risposto negativamente con i fatti, votando in Parlamento a favore della Legge-delega di riforma dello strumento militare, compreso il programma di acquisto dei cacciabombardieri F35).
Avanziamo tre richieste politiche chiare e nette ai partiti che si candidano a governare e a coloro che si candidano alla Camera e al Senato. Questi sono punti fondamentali del programma politico nonviolento, l’unico che possiamo sostenere.
1. Svuotare gli arsenali e riempire i granai: ridurre drasticamente la spesa militare, operando una scelta di disarmo unilaterale, nucleare e convenzionale, nella misura della riduzione del 10% delle spese militari per ciascun anno di legislatura (a favore di sicurezza interna e protezione civile);
2. Ripudiare la guerra e non la Costituzione: ritirare le truppe italiane dall’Afganistan e usare le risorse risparmiate a beneficio del Servizio Civile Nazionale, per la costruzione della difesa civile non armata e nonviolenta, come previsto dal nostro ordinamento;
3. Costruire la vera sicurezza: rinunciare al programma d’acquisto dei cacciabombardieri F-35 e investire le risorse salvate in politiche educative e sociali, lanciando un programma nazionale di educazione alla pace ed alla trasformazione nonviolenta dei conflitti.
Chiediamo ai partiti che nel proprio programma hanno introdotto i temi della pace e del disarmo, e che desiderano un confronto costruttivo, di pronunciarsi su queste precise richieste.
Da parte nostra non vogliamo limitarci a pretendere impegni dagli altri, ma siamo disponibili ad assumerci delle responsabilità anche dirette. Nelle associazioni nonviolente e pacifiste vi sono competenze, intelligenze, esperienze capaci di esprimersi egregiamente anche sul piano politico. I militari hanno imposto un loro uomo al vertice del Ministero della Difesa. Noi offriamo la disponibilità di queste amiche ed amici della nonviolenza a portare direttamente nel Parlamento il programma politico nonviolento. Per realizzarlo ci vogliono persone (donne e uomini, giovani e adulti) della società civile, gente comune che ha costruito la propria credibilità sui territori, di dichiarata competenza ed evidente rappresentanza.
Questo è il momento in cui le dichiarazioni e gli impegni si devono tradurre in atti politici, anche attraverso la qualità delle candidature al Parlamento.
Solo pochi giorni fa in Italia abbiamo assistito alla resa della democrazia parlamentare alla sovranità militare, con la delega per la riforma delle Forze Armate ad un ammiraglio/ministro il cui compito sarà impedire ogni taglio di risorse, e garantire nuovi investimenti sugli armamenti. L’unico disvalore ripudiato dal Patto Costituzionale – la guerra – viene strenuamente sostenuto, con il consenso della maggioranza parlamentare.
Non ci possono essere giustificazioni di alcun tipo per chi nei dibattiti dichiara politiche di pace e poi in Aula vota a favore delle spese militari. Non c’è politica realista che tenga, ragioni di Stato o disciplina di partito, non valgono le strategie politiche per evitare il peggio… arriva un punto in cui, come dice il Vangelo, le parole devono essere “sì, sì” oppure “no, no”.
Noi non vogliamo sgomitare, non gridiamo invettive, non cerchiamo protagonismi, rimaniamo ancorati alla nostra dimensione di movimento, mettiamo però ugualmente la nostra storia e il nostro pensiero/azione a disposizione di un progetto politico nonviolento perchè sappiamo che solo con il disarmo (militare, finanziario, culturale, verbale) si potrà uscire dalla crisi.
Ora tocca a voi dare una risposta.