Nel mondo si moltiplicano le voci che chiedono, sollecitano, reclamano ed esigono la liberazione della prima prigioniera politica del governo di destra di Mauricio Macri in Argentina. La situazione di Milagro Sala costituisce una flagrante violazione dei diritti umani e delle garanzie civili e politiche dei cittadini argentini e risulta incomprensibile, a meno di non accettare il movente – non valido- della vendetta politica per via della straordinaria opera della leader indigena e della sua associazione – la Túpac Amaru-  di fronte all’immobilismo dei politici professionisti nella provincia di Jujuy, nel nord dell’Argentina. Fino ad ora uno dei pochi mezzi d’informazione argentini che hanno parlato di questo fatto brutale è Página 12 (edizione virtuale e cartacea). Il 2 aprile il quotidiano ha pubblicato l’articolo che riportiamo qui di seguito:

DICHIARAZIONE INTERNAZIONALE

Appoggio accademico

Di Adriana Meyer

Noti intellettuali e accademici europei e statunitensi, tra cui Chantal Mouffé e Slavoj Zizek, si sono pronunciati contro la detenzione di Milagro Sala, la dirigente dell’associazione Tupac Amaru, iniziata il 16 gennaio. “La leader della comunità Milagro Sala è stata imprigionata per una protesta pacifica in Plaza Belgrano, a San Salvador de Jujuy. Noi firmatari – accademici europei e americani – siamo preoccupati per la sua detenzione arbitraria da parte del governo argentino”, hanno dichiarato in un comunicato diffuso a livello internazionale, in cui esigono la sua immediata liberazione.

“Milagro è un membro del Parlasur (il Parlamento del Mercosur in America Latina), con la sua organizzazione Tupac Amaru ha lavorato per fornire case e servizi sanitari ed educativi alla comunità locale nella provincia di Jujuy ed è stata riconosciuta a livello internazionale come un modello per l’azione sociale di base”, si legge nel comunicato. “Amnesty International ritiene che ‘Milagro Sala venga punita per l’esercizio pacifico del suo diritto alla libertà di espressione e di protesta’ e insieme ad altri gruppi per i diritti umani ha lanciato un appello per la sua liberazione, insieme all’esercizio della libertà di espressione e il diritto alla protesta sociale in Argentina”, hanno aggiunto.

Secondo questo gruppo di una cinquantina di illustri accademici nel campo delle scienze sociali e umane, tra cui Chantal Mouffé, Slavoj Zizek, Etienne Balibar, Giacomo Marramao, Bruno Bosteels e Lisa Disch, “la detenzione di Milagro Sala ha una motivazione politica. All’inizio è stata imprigionata per aver protestato in modo pacifico, ma poi è stata accusata di altri reati, come sedizione, frode, istigazione a delinquere e appartenenza a un’associazione illegale, tutte accuse utilizzate per mantenerla in carcere.” Per questo gli accademici esigono la sua immediata liberazione e lanciano un appello al governo argentino perché non criminalizzi la protesta sociale e garantisca un procedimento costituzionale, legale e trasparente.

Tra gli altri firmatari il dottor Mark Devenney (Università di Brighton, Regno Unito), Davide Tarizzo (Università degli Studi di Salerno, Italia), la professoressa Joan Copjec (Brown University, USA), la professoressa Laura Domínguez de La Rosa (Università di Málaga, Spagna), Olivier Marchart (Università di Vienna, Austria) e altri quaranta accademici di Grecia, Francia, Danimarca, Finlandia e Belgio.

Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo