In Italia, una donna su tre ha subito violenza almeno una volta nella vita. Il Governo italiano nomini una Ministra per le Pari Opportunità per un contrasto più efficace
Roma, 07.03.2016 – Ogni ora, nel mondo, cinque donne sono uccise dal partner o da un familiare. Una vittima ogni 12 minuti. E’ l’inaccettabile prezzo pagato dalle donne per la violenza subita in ambito domestico. Alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, ActionAid denuncia la preoccupante dimensione della violenza domestica sulle donne, una delle violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo. Secondo l’Onu (1), sono infatti 46.600 le donne uccise ogni anno dal partner o da un familiare, l’equivalente di cinque donne ogni ora.
ActionAid stima anche che più di mezzo milione di donne morirà a causa della violenza domestica entro il 2030. Ciò nonostante, quasi un quarto dei paesi del mondo non ha ancora leggi specifiche contro la violenza domestica.
“La violenza sulle donne è una piaga sociale che riguarda tutti i paesi del mondo, anche il nostro. In Italia, una donna su tre ha subito violenza almeno una volta nella vita. Per contrastare questo fenomeno c’è bisogno di una forte volontà politica e di una figura dedicata alle pari opportunità in modo esclusivo. Solo così è possibile assicurare un’azione efficace di promozione e tutela dei diritti delle donne. Per questo chiediamo al Governo di nominare al più presto una Ministra alle Pari Opportunità e di assicurare al suo dicastero risorse continuative e adeguate”, dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia.
Dal 1997, anno d’istituzione del Dipartimento Pari Opportunità, non si è mai andati oltre le buone intenzioni. In meno di 20 anni si sono infatti succedute ben 10 figure istituzionali tra Ministre senza portafoglio, Ministre del Lavoro con delega e Consigliere, spesso per pochissimo tempo. E’ il sintomo di un problema a cui il nostro paese non ha ancora trovato risposta. Le risorse dedicate alla lotta contro la violenza, inoltre, sono sempre state scarse, ma questa non è l’unica criticità: manca un framework di monitoraggio e valutazione dell’impatto; i fondi non sono sufficienti a garantire la sopravvivenza dei centri antiviolenza; non c’è chiarezza sui servizi beneficiari dei fondi, mentre la rendicontazione del Governo è soltanto parziale.
“Attraverso l’iniziativa DonneCheContano.it, ActionAid monitora l’utilizzo delle risorse pubbliche destinate a contrastare la violenza sulle donne. Per ottenere buoni risultati sono infatti indispensabili maggiore trasparenza e dati accessibili a tutti. Solo grazie alla trasparenza potremo valutare quali strategie hanno avuto più successo nel prevenire e combattere la violenza e assicurare che le risorse pubbliche saranno spese al meglio”, conclude De Ponte.
ActionAid chiede al Governo di predisporre una piattaforma online in cui rendere disponibile, in formato aperto e in tempi brevi, le informazioni sull’uso dei fondi e in cui le Regioni possano a loro volta caricare la documentazione rilevante; di realizzare una mappatura aggiornata dei servizi antiviolenza sul territorio; di erogare le risorse 2015-2016 in tempi rapidi, verificando quanto avviene a livello regionale e comunale.