Einstein, genio della fisica, riconosce a Gandhi la genialità politica.
Le onde gravitazionali, la scoperta del secolo, hanno riportato alla ribalta del grande pubblico la teoria della relatività. “Aveva ragione Einstein” hanno titolato tutti i giornali del mondo. Ed in effetti il grande fisico tedesco (poi trasferitosi negli Stati Uniti per sfuggire all’antisemitismo nazista) oltre ad essere un genio della fisica (“perché sono curioso”, diceva di se stesso), era anche un ricercatore della pace. Un secolo dopo possiamo dire che aveva ragione su tante cose.
Era un visionario del futuro, e aveva visto giusto sul crollo delle ideologie, e quale sarebbe stata l’unica idea per salvare l’umanità: la nonviolenza.
“Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici del nostro tempo, le più illuminate. Noi dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostra causa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ritiene ingiusto. Le future generazioni difficilmente potranno credere che qualcuno come lui sia stato sulla terra in carne e ossa”.
Albert Einstein è stato il pioniere delle fisica quantistica, e con la stessa lucidità è stato il pioniere del pacifismo integrale, dell’obiezione di coscienza. L’antimilitarismo è il caposaldo del suo pensiero contro la guerra:
“Questo argomento (la guerra) mi induce a parlare della peggiore fra le creazioni, quella delle masse armate, del regime militare voglio dire, che odio con tutto il cuore. Disprezzo profondamente chi è felice di marciare in ranghi e nelle formazioni al seguito di una musica; costui ha ricevuto solo per errore il cervello: un midollo spinale gli sarebbe più che sufficiente. Bisogna sopprimere questa vergogna della civiltà il più rapidamente possibile. L’eroismo comandato, gli stupidi corpo a corpo, il nefasto spirito nazionalista, come odio tutto questo!”.
Einstein individua nella guerra il peggiore dei mali, il più grande crimine. Ma il suo non è un pacifismo utopista, ingenuo, avulso dalla storia. Einstein individua le cause che preparano la guerra, e il sistema di potere che la sostiene. Il legame economia/propaganda è lo stesso che ancor oggi foraggia le guerre in corso:
“La guerra mi appare ignobile e spregevole! Sarei piuttosto disposto a farmi tagliare a pezzi che partecipare ad un’azione cosi miserabile. Eppure, nonostante tutto, io stimo tanto la umanità da essere persuaso che questo fantasma malefico sarebbe da lungo tempo scomparso se il buon senso dei popoli non fosse sistematicamente corrotto, per mezzo della scuola e della stampa dagli speculatori del mondo politico e del mondo degli affari”.
La grandezza di un genio la si misura anche dalla sua umiltà nel riconoscere chi è più avanti. Einstein, genio della fisica, riconosce a Gandhi la modernità assoluta nel campo della politica:
“Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo, ci ha indicato la strada da percorrere. Egli ci ha mostrato di quali sacrifici l’uomo sia capace una volta che abbia scoperto il cammino giusto. Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato”.
I due geni del novecento, Einstein e Gandhi, ci hanno quindi lasciato in eredità due idee rivoluzionarie da studiare e sperimentare. La curvatura dello spazio/tempo e la nonviolenza attiva sono oggi le evidenze assolute che ci aprono al futuro, per capire l’universo e l’animo umano.
Alla fine, come spesso accade, la verità ha avuto la sua rivalsa. Il novecento non è stato solo il secolo breve stretto tra le due guerre mondiali. I potenti dell’epoca, Hitler e Stalin sono stati sconfitti e bocciati dalla storia. Einstein e Gandhi, i profeti disarmati, sono ancora attualissimi e sanno parlare alle giovani generazioni indicando la strada da seguire.