Venerdì 7 dicembre la rete inglese Uncut, specializzata in azioni dirette creative e nonviolente, ha occupato i bar della catena Starbucks in più di quaranta città del Regno Unito, per protestare contro i tagli decisi dal governo conservatore di David Cameron, che hanno portato alla chiusura di numerosi centri di accoglienza per donne maltrattate e in pericolo, asili nido e rifugi per indigenti.
Cosa c’entra Starbucks con questi tagli?
Semplice: Starbucks ha ammesso di non aver pagato tasse nel Regno Unito, così come giganti quali Google o Amazon.
La protesta di Uncut ha coinvolto locali di Starbucks a Liverpool, Cardiff, Bristol e Shrewsbury. Nel centro di Londra i bar della catena si sono trasformati in asili nido e rifugi per donne, a Birmingham in dormitori con tanto di sacchi a pelo, a Barnet in una biblioteca, mentre a York i manifestanti hanno distribuito gratuitamente tè e caffè.
Mentre i tagli continuano spietati, tre milioni e mezzo di bambini inglesi vivono sotto la soglia di povertà e una madre su cinque salta un pasto per dar da mangiare ai figli, oltre a camminare per chilometri per raggiungere i centri di distribuzione di cibo perché non ha denaro per prendere i mezzi pubblici. Molte famiglie si trovano davanti alla scelta di riscaldare la casa o nutrire i figli. Ogni giorno 230 donne vengono espulse dai rifugi senza neanche aspettare che passi l’inverno.
Secondo Uncut UK, la catena Starbucks è stata oggetto di molte critiche dopo che un’inchiesta della Reuters ha rivelato che negli ultimi tre anni la compagnia non aveva pagato imposte societarie nel Regno Unito, pur avendo ottenuto profitti di 1200 milioni di sterline. Con l’opinione pubblica sosteneva di essere in perdita, mentre assicurava il contrario agli investitori.
I manifestanti hanno spiegato di aver preso di mira la famosa catena in quanto evasore fiscale, sostenendo che il governo dovrebbe far pagare le tasse a compagnie come Starbucks, invece di operare continui tagli allo stato sociale e devastare la vita della gente.
Questa notizia è apparsa su Pressenza anche in inglese
e in spagnolo:
http://www.pressenza.com/es/2012/12/starbucks-se-convierten-en-guarderias-y-refugios-para-mujeres/