Era il 2022, in pieno agosto, quando arrivò il provvedimento contro il medico che aveva curato centinaia di pazienti colpiti dal Covid. Il Dottor Fabio Milani, dopo 40 anni di carriera di medico di base, era stato radiato dall’Ordine dei Medici di Bologna. Il medico che anche durante le fasi più dure della Covid aveva curato molte centinaia di pazienti, aveva ricevuto la sanzione più pesante possibile: accusato di aver violato il codice deontologico.
Lui era convinto del contrario, ovvero che il codice deontologico dovesse essere onorato curando i pazienti in “scienza e coscienza” utilizzando le cure a disposizione secondo il principio “primum non nuocere”, e non sicuramente dando adito a protocolli assurdi come “tachipirina e alla vigile attesa”.
Sono state centinaia le testimonianze di pazienti che descrivevano come il Dottor Milani, da medico di base, si fosse preso cura anche coloro che di fatto erano stati abbandonati dai propri dottori, rimanendo senza assistenza.
Già sospeso dall’Ausl perché non vaccinato contro il Sars-Cov 2, Milani era stato sottoposto con i suoi legali a un’audizione presso l’Ordine dei medici di Bologna. Poi il provvedimento a suo carico: radiazione dall’albo e l’accusa di esercizio abusivo della professione dopo la sua sospensione: accusa dalla quale avrebbe dovuto difendersi in tribunale. giorni nostri che hanno portato alla sentenza tanto attesa: assolto perché il fatto non sussiste e perchè curare con le cure domiciliare in fase precoce non è stato mai reato.
Forse questo è il segnale che le politiche pandemiche e le strategie vaccinali durante la Covid-19 sono state profondamente ingiuste, discriminatorie, autoritarie e lesive nei confronti delle libertà civili e costituzionali, oltre che repressive nei confronti dei medici che rivendicavano di curare in “scienza e coscienza” e secondo i principi della libertà di cura e del pluralismo terapeutico.
La redazione di La Pressa incontrò il dottor Milani in un evento tenuto a Modena, durante il quale lanciò un appello ai medici che intendevano curare i propri pazienti di uscire allo scoperto e di non lasciare isolata la sua battaglia.