L’Italia ha ordinato 380 carri armati Phanter KF 51 di quinta generazione e oltre 1000 carri armati leggeri multiruolo Lynx. Nessun paese Occidentale ha un simile numero di mezzi corazzati.
Tra il 21 e il 23 gennaio 2025 i produttori di armi e i dirigenti dell’esercito di mezzo mondo si sono incontrati non lontano da Londra in un importante meeting internazionale a Farnborough. La 25a Conferenza annuale internazionale sui veicoli corazzati (IAVC 2025) si apriva con una premessa importante: “Il mondo diventa un posto sempre più insicuro e le nazioni accelerano e danno priorità allo sviluppo e all’acquisizione di moderne soluzioni corazzate”. Per l’industria bellica questo significa solo una cosa: commesse e soldi come in pochi altri momenti nella storia.
In questo contesto il generale di corpo d’armata dell’esercito italiano, Salvatore Camporeale, ha presentato il programma di riarmo italiano denominato A2CS. Il piano che aggiorna il piano AICS, prevede l’acquisto di una completa famiglia di veicoli corazzati cingolati in un numero così cospicuo da attivare una intera nuova brigata meccanizzata “entro il 2030”. Non solo: l’obiettivo dell’esercito è anche l’ammodernamento delle uniche due brigate che hanno in dotazione carri armati (Ariete), veicoli da combattimento e blindati: la brigata Ariete e la brigata Garibaldi dei bersaglieri.
Il piano è quello di acquistare 1.050 veicoli corazzati dall’azienda tedesca Rheinmetall, azienda con cui la partecipata statale Leonardo ha stretto una joint venture lo scorso ottobre.
L’accordo prevede entro l’estate l’inizio dello sviluppo della newco per iniziare poi la fase produttiva entro due anni come spiegato recentemente da Alessandro Ercolani, amministratore delegato di Rheinmetall Italia. “L’obiettivo è siglare entro l’anno i due contratti annunciati per la fornitura di carri armati Panther e cingolati leggeri Lynx all’esercito italiano”. E un primo carro prova – una coppia di Lynx Kf-41 realizzata per l’esercito di Budapest – sarebbe già stato consegnato lo scorso 31 dicembre.
Entro una decina di anni pertanto l’esercito italiano potrebbe avere la più numerosa forza corazzata d’Europa.