La cerimonia svoltasi in Risiera per Giornata della memoria 2025 ci ha lasciato molto perplessi. Innanzitutto i controlli all’entrata, voluti dal Questore di Trieste e affidati a un’agenzia esterna, secondo una prassi ormai usuale a Trieste, hanno reso difficile e sgradevole l’accesso al monumento nazionale: controlli con metal-detector, impossibilità di portare all’interno bandiere (abbiamo assistito al diniego a portarne una di un sindacato e un’altra della pace), ombrelli, aste non di plastica e con punte, etc., con una pesantezza burocratica e di controllo che ci sembra abbia come fine le dissuasione dal partecipare alla cerimonia, come da schema collaudato il 25 aprile u.s. Tali pratiche, usate in questa situazione, devono essere bandite e non riproposte il prossimo 25 aprile, Festa della Liberazione, né in altre occasioni.
Ci ha poi negativamente sorpreso il discorso di una delle autorità religiose chiamate a parlare, il rabbino della comunità triestina, che ha pronunciato un discorso interamente politico. Il mio partito, e la parte politica in cui milito (l’antifascismo democratico e socialcomunista), per cultura e sensibilità non conosce violenze più aberranti di quelle perpetrate in nome dell’antisemitismo.
Proprio per questo accusare nemmeno troppo indirettamente il corteo del 25 gennaio di antisemitismo ci offende e ci rattrista, e lo diciamo con grande rispetto. Noi abbiamo partecipato a quel corteo per dire alcune cose:
1) per esprimere solidarietà piena al popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi;
2) per esprimere solidarietà a tutti i civili coinvolti nei fatti di guerra, occupazione e terrorismo ben prima del 7 ottobre, il 7 ottobre stesso e dopo questa data;
3) per auspicare un cessate-il-fuoco e una tregua permanente, con scambio di ostaggi e prigionieri, che possa sfociare in una pace giusta all’interno di uno Stato laico, democratico e plurinazionale;
4) per rappresentare le ragioni del diritto internazionale e della politica. Proprio alla politica si dovrà tornare, se non vogliamo guerra perpetua. Alla politica, alla trattativa, alla diplomazia. Lo sapeva Rabin, non certo un antisemita, non certo ucciso da un antisemita. E crediamo che denunciare il disastro attuale (quasi 50.000 morti palestinesi, migliaia di feriti, ospedali distrutti, case e scuole rase al suolo) non sia da antisemiti. Molte voci ebraiche in Israele e dalla diaspora lo denunciano con toni anche più forti dei nostri. Anna Foa ha scritto un lancinante libro dal titolo Il suicidio di Israele, cui rimandiamo.
Ci preme inoltre dire che il “mai più” risonante da Auschwitz non è un “mai più” relativo al solo popolo ebraico, che ha immensamente sofferto per le pratiche politiche del nazifascismo e di altri regimi, ma è un “mai più” universale: mai più per ebrei e palestinesi, mai più per tutti i popoli. Per questo siamo scesi in piazza, invocando la pace e la fine delle violenze. Lo stesso concetto di “genocidio”, che il rabbino Meloni ritiene non applicabile al comportamento di Israele (del governo di Israele, di questo governo di estrema destra) dopo il 7 ottobre, potrebbe invece essere usato: come lo è stato negli anni Novanta per Srebrenica, di cui ricorre quest’anno il 30° anniversario (luglio 1995-2025). Le più alte coscienze del mondo ebraico da tempo denunciano la politica di Israele nei territori occupati: non è scandalo usare ora la categoria del genocidio, anche sperando che la terribile accusa possa mettere fine ai massacri ancora in corso.
Esprimiamo infine la piena solidarietà per lo squallido episodio avvenuto sabato 25 gennaio in Corso Italia ai danni di un membro della Comunità ebraica. Episodi di questo genere sono di una gravità assoluta e da condannare nel modo più netto, come peraltro è stato fatto a nome di “Salaam-ragazzi dell’ulivo di Trieste”, una delle associazioni che ha indetto il corteo. Saremo i primi a essere al fianco di persone della Comunità ebraica, se oggetto di attacchi – che speriamo non si riproducano e che crediamo non si riprodurranno per la forza della coscienza civile di questa città e del nostro Stato.
Gianluca Paciucci (3347037783)
PRC-Trieste