A seguito dei recenti ordini esecutivi sulla migrazione della nuova amministrazione statunitense, migliaia di persone rimangono ora abbandonate a una situazione ancora più incerta ed esposte a maggiori rischi lungo la rotta migratoria in America latina. È l’avvertimento di Medici Senza Frontiere (MSF), i cui team in Messico sono già testimoni degli effetti nocivi di queste politiche sulla salute fisica e mentale di molti dei loro pazienti.
“La cancellazione, il 20 gennaio, dell’applicazione CBP One, uno dei pochi strumenti a disposizione delle persone migranti per chiedere asilo negli Stati Uniti, rappresenta un duro colpo alla tutela dei diritti umani delle persone migranti e richiedenti asilo” dichiara Adriana Palomares, coordinatrice generale di MSF in Messico. “Questa decisione irresponsabile avrà ripercussioni immediate e a lungo termine per tantissime persone, mettendo a rischio le loro vite, la loro salute e il loro benessere”.
Lanciata inizialmente nel 2020 per velocizzare i controlli delle merci al confine tra Stati Uniti e Messico, l’app CBP One è stata ampliata nel gennaio 2023 per facilitare gli appuntamenti per l’asilo delle persone migranti in fuga da violenze, povertà o persecuzioni. Nel maggio 2023, sotto l’amministrazione Biden, l’applicazione è diventata l’unico modo per richiedere l’asilo alle frontiere con gli Stati Uniti. Nell’ultimo anno, quasi un milione di persone – circa 1.450 al giorno – hanno utilizzato l’applicazione per fissare gli appuntamenti.
Sebbene imperfetta, l’applicazione forniva un accesso essenziale ai richiedenti asilo, evitando loro percorsi pericolosi e il pericolo di finire nelle reti di trafficanti di esseri umani. La sua improvvisa chiusura lascia molti dei più vulnerabili, compresi i sopravvissuti a violenze e persecuzioni, senza alternative legali o sicure.
Lo staff di MSF riferisce che la chiusura di CBP One ha portato un’ondata di disperazione e incertezza. Molte persone avevano già investito molto in vista del loro appuntamento per la richiesta d’asilo, vendendo beni personali, lasciando il lavoro e separandosi dai propri cari per prepararsi al viaggio verso il confine.
“Questa settimana una paziente ha avuto un attacco d’ansia acuta dopo che il suo appuntamento per l’asilo, precedentemente approvato all’inizio di febbraio, è stato cancellato. Le nostre équipe terapeutiche stanno intensificando gli interventi per supportare chi ha delle crisi emotive” afferma Ramón Márquez, coordinatore del Centro di assistenza integrata (CAI) di MSF a Città del Messico.
La chiusura dell’applicazione CBP One ha lasciato le persone bloccate in aree del Messico ad alto rischio, esposte a estorsioni, traffico di esseri umani e altre forme di violenza.
“È una tristezza profonda. Questo processo è stato tutt’altro che facile. Abbiamo rischiato la vita e ci siamo esposti a pericoli inimmaginabili con i nostri figli, tutto per avere la possibilità di un futuro migliore per le nostre famiglie” ha raccontato Silvia, una donna venezuelana, ai team di MSF che le hanno offerto cure mediche a Coatzacoalcos, dopo mesi di viaggio.
La natura disumanizzante delle recenti politiche migratorie ha esacerbato la situazione: da novembre, le équipe di MSF hanno osservato un aumento significativo di persone in movimento nel sud del Messico, che si muovono in carovane nel tentativo di proteggersi dalle violenze. Tuttavia, la maggior parte delle carovane viene sciolta con la forza dalle autorità messicane prima di raggiungere Città del Messico.
Il 21 gennaio, una clinica mobile di MSF si è recata a Huixtla per assistere una carovana di circa 1.500 persone, la quattordicesima in tre mesi. Questo fenomeno è solo la punta di un iceberg, che nasconde la disperazione di altre centinaia di migliaia di persone.
“Queste politiche disumanizzano e mettono in pericolo le persone in movimento” sottolinea Palomares di MSF. “Abbiamo visto gli effetti devastanti di programmi come ‘Remain in Mexico’ ora reintrodotto, che costringeva i richiedenti asilo a sopravvivere in ambienti ostili senza accesso ai servizi di base. La migrazione e la richiesta di asilo sono diritti, non crimini. I governi di tutta la regione, compresi Stati Uniti e Messico, devono urgentemente attuare politiche migratorie che diano priorità alle persone e alla loro protezione”.
Solo nel 2024, le équipe di MSF hanno assistito oltre 700 sopravvissuti a violenze sessuali in Messico e altre centinaia in America Centrale. Con lo smantellamento di CBP One, i migranti sono ora lasciati in un limbo insopportabile, intrappolati in luoghi pieni di violenza e sfruttamento, e privati dei loro diritti umani fondamentali.
MSF chiede ai governi della regione di adottare urgentemente politiche migratorie umane che proteggano i diritti, la sicurezza e la dignità di tutte le persone in movimento.