Ermete Ferraro, Presidente nazionale del Movimento Internazionale della Riconciliazione, responsabile anche della sede di Napoli del M.I.R., ha inviato una nota agli Assessori Marciano, Trapanese e Striano (che nella Giunta di Napoli si occupano di giovani, welfare ed istruzione) sollecitando l’Amministrazione Comunale a dar seguito alla sua precedente e formale messa in mora, a fronte dell’insufficiente informazione nei confronti dei giovani circa le normative riguardanti un possibile ripristino del servizio militare, limitandosi burocraticamente ad iscriverli d’ufficio nelle liste di leva.
Nella sua precedente diffida – indirizzata anche al Ministero della Difesa – il M.I.R. denunciava il rischio che l’attuale carenza d’informazioni ai cittadini italiani – da 18 a 45 anni – comporterebbe loro un danno. nell’eventualità di un ripristino per decreto ministeriale del servizio militare. In particolare, sarebbe reso difficile l’esercizio del diritto di obiettare ad esso, nel malaugurato caso di un’emergenza bellica che, per la sua stessa urgenza e straordinarietà, ridurrebbe ulteriormente i margini d’informazione e di trasparenza dei procedimenti.
Nella sua replica, il Comune di Napoli ha affermato di non aver altri compiti oltre la fugace pubblicazione (15 giorni) del rituale (e poco visibile) manifesto di chiamata dei giovani in età di leva. Da parte sua, la Difesa sostiene che le procedure del Codice dell’Ordinamento Militare richiamate nella diffida del MIR si applicherebbero solo nel caso di ripristino della leva obbligatoria per stato di guerra o grave crisi internazionale, situazione emergenziale a causa della quale, come già previsto dall’art. 1948 del vigente Codice dell’Ordinamento Militare, le procedure ordinarie potrebbero essere superate o semplificate per “esigenze d’urgenza o segreto”.
«A fronte di un’assurda situazione, in cui le norme ordinarie sul servizio militare e civile alternativo, ‘sospese’ in tempo di pace, entrerebbero in vigore solo in caso di ripristino ‘eccezionale ed urgente’ della leva, salvo poi derogare alla loro applicazione per lo stesso motivo, abbiamo deciso di proseguire nel nostro lavoro di controinformazione e sensibilizzazione sul diritto all’obiezione di coscienza, rivolgendoci direttamente alle/agli studenti degli istituti scolastici superiori, e di segnalare tali gravi carenze anche alle organizzazioni studentesche e rappresentative degli Enti Locali per la Pace. Esortiamo l’Amministrazione del Comune di Napoli – dal 2017 dichiarato per Statuto ‘Città di Pace’ – a fare di più e meglio per assicurare ai cittadini un’informazione adeguata sul loro diritto costituzionale di ‘difendere la Patria’ anche dichiarandosi obiettori e svolgendo un servizio civile alternativo a quello militare» ha dichiarato Ermete Ferraro.