L’utilizzo di vaccini a mRNA fin dall’inizio aveva suscitato diverse perplessità in merito alla loro efficacia e alla sicurezza, che sono le condizioni imprescindibili per la loro messa in commercio. I media mainstream avevano assicurato – durante la crisi pandemica – che i vaccini anti-Covid a mRNA erano perfettamente sicuri, ma a quanto pare molti studi oggi stanno mettendo in discussione questa teoria.

Dal 2021 la propaganda per la quale “il vaccino anti-Covid a mRNA era perfettamente sicuro” ha oscurato tutti quegli studi che invece continuavano a dimostrare una realtà ben diversa, confermando che nell’approvazione all’uso di tali farmaci è mancato il “principio di precauzione”. Oggi sappiamo benissimo che la moderna scienza biomedica offre una vasta gamma di farmaci realizzati con nanotecnologie, che alterano la tradizionale distinzione tra biologia, chimica e fisica.

Sulla prestigiosa rivista Nature è stato pubblicato proprio nei giorni scorsi, 14 gennaio 2025, uno studio che dimostra, in base a esperimenti condotti sui topi, che particelle dei vaccini a mRNA dal sito di inoculo raggiungono il cuore, provocando danni al tessuto miocardico. Lo studio dimostra che le nanoparticelle lipidiche (LNP) iniettate per via intramuscolare che trasportano mRNA spike SARS-CoV-2, raggiungono il tessuto cardiaco, portando a cambiamenti del proteoma (1), provocando attivazione immunitaria e danni ai vasi sanguigni.

Lo studio in questione ha tracciato la presenza di determinate nanoproteine in tessuti cosiddetti “fuori bersaglio”. È stata osservata una presenza di LNP e di mRNA nei cuori dei topi. Dato che alcune LNP sono utilizzate nelle terapie a RNA e nello sviluppo di farmaci, e viste le segnalazioni di complicanze cardiache dopo la vaccinazione anti-Covid, sono stati ulteriormente studiati i potenziali effetti delle espressioni di mRNA guidate da LNP nel cuore.

Il targeting delle nanoparticelle lipidiche nel corpo del topo rivela i modelli di distribuzione tissutale delle nanoparticelle lipidiche (LNP) dopo diverse vie di iniezione a dosi a partire da 0,0005 mg kg−1, molto al di sotto dei limiti di rilevamento delle tecniche convenzionali di imaging dell’intero corpo.
Si legge nello studio: “Dimostriamo che gli LNP iniettati per via intramuscolare che trasportano mRNA spike SARS-CoV-2 raggiungono il tessuto cardiaco, portando a cambiamenti del proteoma, suggerendo attivazione immunitaria e danni ai vasi sanguigni”. Le particelle dei vaccini a mRNA escono dal sito d’inoculo e raggiungono il cuore portando potenzialmente a gravi effetti collaterali.

Come ha scritto il Dottor Paolo Gulisano: “L’analisi ha confermato l’off-targeting (ovvero la diffusione in vari organi) dell’mRNA consegnato da LNP al cuore dopo l’iniezione intramuscolare, escludendo il traffico della proteina spike dal sito di iniezione al cuore come fonte principale del segnale della proteina spike. Quest’ultima, derivata dall’mRNA LNP, è stata osservata sia nelle cellule immunitarie che nelle cellule non immunitarie in tutto il corpo, e in particolare è stata trovata la proteina Spike principalmente all’interno delle cellule endoteliali dei capillari cardiaci.

L’analisi ha rivelato, tra l’altro, cambiamenti relativi al metabolismo cellulare e alla segnalazione e al sistema immunitario nei gruppi che esprimono mRNA. Queste alterazioni sono state associate a processi metabolici. Successivamente, sono stati i cambiamenti proteomici specificamente innescati dall’espressione dell’mRNA spike e sono stati trovati notevoli cambiamenti nell’espressione delle proteine correlate al metabolismo e all’espressione di RNA e proteine. In particolare, sono stati riscontrati cambiamenti nelle proteine correlate alla formazione e al mantenimento della vascolarizzazione, e notevoli cambiamenti del proteoma nel cuore.

Ciò suggerisce che non solo l’mRNA spike, ma anche l’espressione di qualsiasi mRNA dovrebbero essere attentamente valutati per la somministrazione di farmaci tramite LNP. In conclusione, l’accumulo di LNP osservato e i cambiamenti del proteoma nel tessuto cardiaco suggeriscono un potenziale meccanismo attraverso il quale i vaccini a mRNA basati su LNP potrebbero contribuire alle complicanze cardiache riportate.”

Alla luce di studi come quello pubblicato da Nature, viene da chiedersi quali saranno le conseguenze di questi esperimenti. Nella nostra epoca, segnata dall’ipersviluppo tecnologico e dal capitalismo avanzato di cui l’ideologia transumanista di grandi miliardari come Elon Musk è la trazione, la nanotecnologia è uno degli strumenti principali che i fautori del cosiddetto “potenziamento umano” stanno prendendo in considerazione. Una strada che attraverso le modifiche del genoma e del proteoma tende a puntare non tanto sulla cura della persona malata, ma sulla trasformazione genetica.

La nanomedicina, che ha avuto con le vaccinazioni anti-Covid un’occasione di sperimentazione su scala mondiale, vorrebbe arrivare alla realizzazione di tecniche riparatrici di cellule, con l’ambizione di rivoluzionare la medicina. Ci rimane da chiederci se sia una rivoluzione o un’involuzione; un progresso o un regresso; una preservazione del diritto alla salute o la sua fine insieme al diritto all’integrità umana e alla dignità inviolabile; un “potenziamento umano” o l’inizio dell’uomo-macchina ridotto ad ogni sua singola parte utilizzabile e mercificabile. Non sarebbe l’ora di attivare i principi di dubbio e precauzione proprio su questi sviluppi visti sempre in modo ottimistico e messianico?

(1) Il genoma rappresenta il set completo di geni di una cellula, mentre il proteoma rappresenta il set completo di proteine. In tempi diversi della vita cellulare il corredo di geni di una cellula risulterà invariato, statico, mentre il corredo di proteine risulterà estremamente diverso e presenterà una vasta dinamicità. Un organismo ha espressioni proteiche radicalmente diverse a seconda delle varie parti del suo corpo, nelle varie fasi del suo ciclo di vita e nelle varie condizioni ambientali.

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