Il 25 gennaio presso la scuola di Viverone, ridente località affacciata sull’omonimo lago collocato nell’Anfiteatro Morenico d’ Ivrea in Piemonte, ci sarà un interessante incontro sulla didattica laboratoriale: “Imparare Facendo” dedicato a Maria Modaffari e Domenico Macchieraldo

Si alterneranno diversi interventi per offrire una prospettiva diversa non solo sulla scuola ma, in generale, sulla società e su come questa si rapporta ai giovani e giovanissimi.

Siamo, noi in Italia di sicuro, ma in generale in tutto quello che viene definito Occidente, in decrescita demografica.

Se è un vantaggio da un punto di vista dell’impatto sull’ambiente, non lo è invece per quanto riguarda gli equilibri sociali tra generazioni. Pensiamo solo al sistema previdenziale e a come sia e sta cambiando a causa della diminuzione dei lavoratori attivi e avremo un’idea più precisa di cosa voglia dire questa decrescita e quanto sia importante gestirla.

Soprattutto dobbiamo renderci conto che i giovani di oggi sono una minoranza. Mentre in passato hanno fatto sentire forte la loro voce, grazie anche al fatto di essere in tanti, ora sono pochi. Non è una banalità, è una constatazione se vogliamo occuparci di loro e del loro futuro.

Per i ragazzi di oggi è basilare partire dalle esperienze pratiche per apprendere. Forse lo è sempre stato, ma oggi, per varie cause di cui parleremo a Viverone, è assolutamente necessario.

Soprattutto, parlando di scuola, si tratta della “terza via” tra la scuola azienda che ci hanno propinato in tutte le forme i governi di destra e di sinistra in questi decenni, e la scuola patria che vuole rimanere ferma all’impostazione della riforma Gentile del 1923.

I ragazzi, o parte di essi, ce lo dicono, con l’aumento dei fenomeni di ritiro sociale, di autolesionismo e, in generale, di disturbi psichici

Sono urla silenziose di una parte della società che è priva di futuro, immersa nella cultura della prestazione e circondata da noi adulti che la indichiamo come inadeguata.

“Abbiamo pensato di organizzare questo laboratorio perché riesce a coniugare temi e riflessioni derivanti dall’agire sul territorio di entrambi e, precedentemente, dei nostri genitori.” Così abbiamo scritto con mia sorella Grazia nell’invito partito per mail ai nostri contatti già 10 giorni fa “Loro hanno contribuito ad un’esperienza davvero interessante, ancora attuale, di scuola alla scoperta dei talenti, una scuola che sappia far emergere le capacità delle ragazze e dei ragazzi. Una istituzione in grado di essere luogo di accoglienza e crescita dell’individuo e anche luogo di confronto e di socialità. Compito sempre più difficile, data la complessità che viviamo e considerando anche il ruolo assunto dal digitale.”

Si trattava della Società Umanitaria di Milano degli anni ‘50 e ‘60 del novecento, una società di mutuo soccorso che faceva avviamento professionale e scuola Media, che teneva insieme cultura materiale, cultura tecnica e quella umanistica.

Partiremo dal racconto di cosa era quella esperienza per attraversarne diverse altre di questi ultimi tempi, fuori e dentro la scuola.

Per chi è interessato QUI c’è il programma completo.

Ci sono ancora posti e ci si può iscrivere compilando QUESTO modulo

Si potrà anche seguire la giornata del 25 gennaio, o la parte che interessa, su questo canale Youtube messo a disposizione dalla casa editrice per i diritti umani Multiage.