In occasione della Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che si celebrerà il 17 gennaio, l’Arcivescovo card. Matteo Zuppi e il Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per la Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei e per la pace in Medio Oriente

In questi lunghi mesi di profonda sofferenza e di immenso sgomento per la guerra in Medio Oriente, noi, il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna, e Daniele De Paz, Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, sentiamo il bisogno di elevare unanimemente la nostra voce.

Le nostre comunità, cattolica ed ebraica presenti nel tessuto di Bologna, sono unite da un legame di profonda amicizia e rispetto reciproco.

Un legame che si rinnova, nonostante le sfide e le divisioni che attraversano il mondo.
La giornata del 17 gennaio è da anni dedicata al dialogo e all’amicizia tra cattolici ed ebrei.
Quest’anno il tema scelto è il giubileo che, come ci ricorda il libro del Levitico, è un tempo santo, di grazia e di rinnovamento, sia per il creato sia per le persone.

Siamo invitati a essere “pellegrini di speranza”.

Vogliamo dunque testimoniare un’unità ancora più profonda, di fronte alla tragedia che si consuma in Medio Oriente.

Condanniamo con fermezza ogni forma antisemitismo, di violenza e di odio.
Il nostro cuore è straziato dal dolore per tutte le vittime, troppe, per le persone coinvolte in questo conflitto, sia israeliane che palestinesi, ad iniziare dal tragico attacco terroristico del 7 ottobre e per quanti sono stati travolti da questa guerra, con le sue tragiche conseguenze.

Sentiamo in particolare un profondo dolore per i bambini, le vittime innocenti di ogni guerra.
Ogni bambino che muore è una promessa di futuro che viene spenta, un lutto per tutta l’umanità.
Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà, ai responsabili politici e religiosi, affinché si impegnino al massimo per porre immediatamente fine alle ostilità.

È urgente che il fuoco cessi, che le armi tacciano e che il dialogo prenda il posto della violenza.

Rinnoviamo il nostro impegno per la pace, che non è solo assenza di guerra, ma costruzione attiva di giustizia, riconciliazione e rispetto reciproco.

Che i nostri gesti e le nostre parole siano semi di speranza in un terreno tanto provato dal dolore.

Ognuno di noi, nel proprio ambito, può e deve fare la propria parte.

Invitiamo tutti a pregare e a lavorare affinché la speranza possa prevalere sull’odio, e affinché un futuro di pace e di giustizia possa finalmente giungere per il popolo israeliano e per il popolo palestinese.