Il Comitato Milanese per la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza ha voluto partecipare attivamente alla giornata di chiusura del viaggio dei marciatori che è si è concluso in Costarica il 5 gennaio 2025, da dove partì 4 mesi fa, il 2 ottobre nella ricorrenza della nascita del Mahatma Gandhi.

Realizziamo questa nuova azione, una piccola passeggiata silenziosa, i volti mascherati con anonime maschere bianche e cartelli, liberamente redatti da ognuno per esprimere e condividere il proprio messaggio per la Pace e la Nonviolenza.

Percorriamo con un cammino lento il breve percorso da Corso Como a Via Marsala per raggiungere la Casa delle Associazioni e collegarci in streaming con il Costarica per partecipare alla festa di chiusura della Marcia.

In maschera perché?

Camminiamo in fila tra i numerosi passanti di Corso Como. Per quanto non siamo in molti, circa una ventina, ci notano, alcuni sostano a guardare il nostro passaggio. Sentiamo qualcuno commentare: “Perché si coprono la faccia?” Spieghiamo che indossare la maschera ci permette simbolicamente di spersonalizzarci, ci rende plurali, siamo “le persone “, siamo insieme in Marcia oggi e continueremo a marciare! Così uniti, vogliamo veicolare nel tempo a venire i valori, le speranze, le “richieste” che si è voluto per la terza volta portare all’attenzione del mondo, in questo momento nell’abisso di guerre e violenze inaudite che coinvolge il pianeta tutto, con tutta la sua ricchezza di esseri senzienti, di vita naturale.

Una passeggiata silenziosa, perché?

Camminando in silenzio, lasciamo emergere dentro ognuno di noi le sensazioni interiori. All’esterno mascherati uguali, uniti. Nell’intimo ognuno di noi col suo specifico, col suo personale prendere parte, col suo impegno di mente, di cuore, di passi uno dopo l’altro. Siamo in fila indiana, mascherati, camminiamo lentamente: è una meditazione camminata, ne percepiamo la concentrazione, certamente anche stimolata dalle maschere. A parlare sono i nostri cartelli: “No a Tutte le Guerre “, “ Mettete Garofani nei Cannoni “, “ Basta bombe sui bambini “, “ Fuori le guerre dalla Storia! Fuori l’odio dalla Memoria! “. Slogan semplici e forse ingenui, ma di cui tutte e tutti sentiamo fortissima l’urgenza.

I nostri passi proseguono sotto gli sguardi compiaciuti, partecipi e indifferenti della gente a passeggio e di quelli meravigliosi di bambine e bambini, incuriositi dalle maschere.

A differenza di tutte le altre iniziative messe in atto in questi mesi, che si sono sempre spontaneamente accese di festosità gioiosa, di allegria, questa volta prevalgono la riflessione, la concentrazione, il segno interiore, anche se non era assente, nei nostri cuori, il sentimento gioioso, aderente al grido scandito in tutto il mondo dalla Terza Marcia: Pace! Forza! Allegria!

Ma la meditazione, la riflessione, questa volta ci guida tutti e trova splendida espressione nel magico momento della “Richiesta “. Ci riuniamo in cerchio nel cortile della Casa delle Associazioni per condividere questo rito breve, intenso e significativo rivolto dai nostri cuori, dalle nostre menti, alle entità illuminate che per qualsiasi nostra visione e percorso interiore possiamo immaginare negli universi così lontani, eppure così vicini.

Ognuno esprime su un foglietto la propria richiesta, la ripone in un vaso al centro, un piccolo braciere al centro del nostro cerchio di persone. Diamo fuoco a quei foglietti, lasciando che la fiamma e il fumo si rendano veicolo messaggero verso gli spiriti di saggezza… che pure ci sono. Siamo noi incapaci di sentirne la voce, la compassionevole presenza che senza sosta cerca di ispirarci, di beneficiarci.

Eppure qualche volta si percepisce, qualcuno qualche volta addirittura riesce a renderlo percepibile a tutti. Molti i casi nella storia umana: Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela, senza scordare certamente il Buddha storico, Gesù (in quest’ordine solo per la precedenza di apparizione storica ), per nominare  i più famosi, ma ce ne sono tanti altri e ancora oggi.

Chi lo desidera, con la mano sul cuore, condivide la propria richiesta: speranze, auguri, tristezza, ma anche rabbia e insopportabile dolore, per la condizione che il mondo umano sta vivendo in questo momento.

Arrivati nella stanza della Casa delle Associazioni che ci è stata assegnata, mentre c’è chi allestisce un po’ l’ambiente con striscioni, bandiere della Marcia, della Pace, cartelli, altri approntano le attrezzature informatiche per il collegamento con il  Costarica e altri ancora una piccola merenda di biscottini e tisane. Tutto è pronto per le 16,00, l’ora del collegamento mondiale.

Una breve introduzione di Tiziana, rappresentante del Coordinamento italiano per tutte le edizioni della Marcia, ci racconta brevemente le difficoltà di riallacciare tutti i contatti realizzati con la 1ª Marcia nel 2009, dopo dieci anni e di come il Covid, abbia reso impossibile il passaggio della 2ª in Italia. Parla del TPAN, il trattato di proibizione delle armi nucleari, finora firmato da 93 Paesi, ma ratificato solo da 70 e dell’importanza di diffondere nel mondo questa iniziativa. Poi, in occasione della valutazione sulla situazione del TPAN, svoltasi a Vienna nel 2021/2022, si stabilì da dove sarebbe partita la 3ª edizione, con l’ufficialità della nomina del Costarica, Paese di partenza e arrivo della 3ª Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Quale Paese più simbolico del Costarica, dove una comunità nazionale ha rinunciato a un esercito, per dimostrare che la Nonviolenza, il ripudio della conflittualità armata è possibile?

Tiziana racconta di come l’impedimento del Covid nel 2021, si sia trasformato in opportunità per la 3ª edizione della Marcia: ha consentito di riattivare tutto il lavoro di contatti e strumenti di comunicazione, che il Comitato promotore italiano aveva archiviato, agevolando moltissimo il lavoro, oltre a permettere di verificare l’interesse delle varie organizzazioni e associazioni contattate allora.

Tale interesse si è espresso molto di più tra le persone della società civile, a cui del resto il Comitato italiano aveva indirizzato tutta la sua motivazione, pur non mancando  anche tra le organizzazioni, associazioni e istituzioni.

Ecco, è il momento atteso, parte il collegamento con il Costa Rica. Si susseguono i vari Interventi dei marciatori dei Paesi aderenti e vediamo tra loro anche Tanja Bovorac, che era con noi il 22 novembre scorso per il passaggio della Marcia a Milano. Sottolineiamo l’intervento di Rafael De la Rubia, il padre delle Marce.

Il suo discorso è importante perché tocca le corde dello spirito che ha animato la Marcia e tutti noi. Inoltre mette in evidenza il clima che i marciatori hanno incontrato nei diversi Paesi, sentendo in prima persona il vento freddo e cattivo che imperversa in Europa e le diverse temperature dello spirito umano negli altri continenti.

De la Rubia cita i numeri della Marcia di questa edizione: iniziative in 50 Paesi, passaggio di marciatori e marciatrici in 300 città, 53 università partecipanti, accordi siglati con 30 amministrazioni locali e collaborazione con più di mille associazioni e organizzazioni.

Il racconto, i contenuti, le relazioni, l’intreccio di temi, azioni e spirito che si sono disegnati, che si sono realizzati durante questa edizione della Marcia saranno raccontati in un nuovo libro, come si è fatto con le edizioni precedenti, grazie all’appoggio dell’UNED ( Universidad Estatal a Distancia ).

“Pensavamo”, ci dice Rafael, “che con il rientro, con l’attività di redazione del libro si potesse concludere  questa 3ª Marcia e si potesse pensare alla prossima, ma non sarà così, la Marcia continuerà. Continuerà perché stiamo constatando una situazione generale di animi agitati, che nei Paesi, nei governi si stanno polarizzando le posizioni innescando una competizione pericolosa, che può dividere persino le famiglie.

Mai avremmo pensato di percepire il vento di guerra che abbiamo sentito in Europa, quasi come se si fosse sull’orlo del baratro.

Ci siamo resi conto del diverso clima presente in generale in America e in Asia rispetto all’Europa. A parte alcune eccezioni, come l’Italia, nel resto d’Europa abbiamo dovuto chiedere permesso, con la sensazione che stessimo facendo qualcosa di scorretto manifestando per la Pace. Questo nell’Europa che ebbe decine di milioni di morti nei due conflitti mondiali”.

De la Rubia continua sottolineando che “oltre il 90% della base sociale, della gente, delle persone che sono in Europa non vuole né violenza né guerre, mentre invece sono le ideologie di alcune forze politiche che spingono fortemente verso i conflitti, promuovendo una visione di sopraffazione, di affermazione della forza, riesumando la cultura della “giungla”, dove sono la forza e la violenza a garantire la sopravvivenza.

Per questo la Marcia non termina qui. La Marcia deve continuare con indefessa sollecitudine.

È necessario contrastare con ancora più impegno, con maggior convinzione, questa visione distruttiva dei politici guerrafondai, dei mercanti d’armi, dei mercati impazziti di liberismo, che vedono nella distruzione e nella ricostruzione, una sorta di “ reset “ necessario per il cammino della storia umana, accompagnato da ideologie patriottiche distorte, immaginario di strutture sociali già da tempo obsolete.

Nessuna guerra ha prodotto miglioramento sociale e spirito comunitario; solo le persone, come nel caso della Resistenza in Italia, hanno saputo, anche se non in modo definitivo, creare le condizioni per l’edificazione di una società “democratica “. Non a caso la mettiamo tra virgolette, perché sappiamo quanto sia incompiuta.

Qualsiasi conflitto produce un sopraffattore provvisorio, mentre il sopraffatto coverà odio e vendetta fino alla prossima occasione e finché ci saranno armi ed eserciti, questo sarà sempre possibile.

Nonostante la civiltà abbia messo al bando alcune armi di distruzione di massa (anche se le abbiamo viste ancora utilizzare nei conflitti in corso), l’arma nucleare è ancora presente e riempie gli arsenali di alcune nazioni: “La scienza avanza velocemente. Quindi o impariamo a risolvere i conflitti in modo pacifico, o siamo destinati a sparire come specie”, insiste Rafael ricordando il famoso ammonimento di Einstein: “Non so se ci sarà una terza guerra mondiale, ma la quarta sarà combattuta con bastoni e pietre “

Noi siamo con Rafael de la Rubia in Italia, a Milano; senz’altro continueremo, non ci faremo intimidire, non ci stancheremo di far marciare le motivazioni delle Marce Mondiali.

Noi abbiamo scelto di non cedere alle logiche di mercato, quelle logiche esclusivamente economiche e finanziarie, che stanno infiammando il mondo e che sembrano dire alla civiltà umana che è impossibile non piegarsi a esse.

Noi non scordiamo che l’economia, come dice De la Rubia: ”… per quanto importante per lo sviluppo, ha dei limiti. Dobbiamo decidere se è più importante l’essere umano o l’economia”.

L’essere umano come spesso ha fatto è andato oltre le righe, e grazie allo strabordante egoismo di cui  è intriso, motore anche del pensiero aziendale, filosofico del sistema economico, sta riuscendo ad avvelenare il pianeta a tal punto che per la nostra specie, e non solo, potrebbe arrivare la fine.

Come Comitato Milanese delle Marce Mondiali per la Pace e la Nonviolenza – così ci rinominiamo – , abbiamo intenzione di portare avanti quei messaggi, valorizzando tutto il lavoro, ma anche il meraviglioso spirito che è scaturito dall’incontro, dalle relazioni tra le persone, le associazioni, le organizzazioni durante questi mesi.

Continueremo a far convergere i valori, le idee che hanno animato le marce mondiali, ma anche a contribuire al racconto di quella storia intrecciata, indivisibile dal cammino della civiltà umana, fatta di difesa dei diritti, collaborazione, solidarietà indiscriminata e amore tra i popoli, presente contemporaneamente, nella stessa trama di quella di distruzioni e orribili violenze, che si vuol far credere sia l’unica storia.

Comitato Milanese delle Marce Mondiali per la Pace e la Nonviolenza.