La Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar,  incontrerà venerdì 10 gennaio alle ore 11 presso il Palazzo presidenziale una delegazione di cui faranno parte Spomenka Hribar, Bojko Bučar, Jože P.Damijan, Danijel Rebolj, Maja Breznik e Aurelio Juri, coordinatore informale del gruppo. Il tema della discussione è la guerra, soprattutto in Ucraina e in Palestina.
Verrà consegnata anche una petizione il cui testo è qui allegato.

PETIZIONE al Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar

La petizione verrà presentata da una delegazione nel corso di una riunione tenutasi il 10 gennaio 2025 e sostenuta dai cittadini sottoscrittori. La delegazione rappresenta un gruppo che, fin dall’inizio della guerra in Ucraina, chiede al Governo della Repubblica di Slovenia di adoperarsi per porre fine a questa guerra e, dopo la rappresaglia di Israele contro la popolazione palestinese, chiede al Governo di adoperarsi per fermare il genocidio.
Il gruppo ha continuamente sfidato l’imposizione di un monismo che sfida il buon senso. L’ultimo sotterfugio mediatico è quello di presentare il colpo di Stato siriano come una “liberazione”. Da quando l’oppressione delle donne, l’intimidazione delle minoranze e la collaborazione con l’occupante (cioè Israele e Turchia) sono un atto di “liberazione”? Siamo arrivati a questo dopo due anni di riduzione alla parte di “utile idiota” di tutti coloro che si oppongono al mono partitismo, e dopo l’imposizione della censura in un Paese presumibilmente democratico. Ma nelle democrazie, i rappresentanti politici non si comportano in modo paternalistico nei confronti dei cittadini, trattandoli come incapaci di pensare e dovendo quindi prendere decisioni per loro conto sull’accesso alle informazioni. Signora Presidente, se vuole ripristinare la fiducia dei cittadini nella politica, si adoperi per porre fine alla censura e all’intolleranza verso il dissenso.

Da questa base, possiamo passare alla questione della guerra in Ucraina. Gli argomenti a favore della continuazione della guerra si basano su una valutazione psicologica del leader della Federazione Russa, ignorando sistematicamente l’analisi storica, economica e geopolitica. Il risultato di questa inadeguata ponderazione degli argomenti è probabilmente il mezzo milione di soldati e civili morti, i sei milioni di rifugiati nell’UE, i quattro milioni di sfollati interni e quasi la metà della popolazione ucraina che dipende dagli aiuti umanitari per la propria sopravvivenza. Tra le vittime ci sono anche i poveri dell’UE, i cui mezzi di sostentamento sono minacciati dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia e dai tagli ai servizi pubblici, dato che una quota crescente del bilancio viene spesa per gli armamenti. Questo terribile bilancio avrebbe potuto essere evitato già nel marzo 2022 con l’accordo che l’Ucraina ha rinnegato su suggerimento dei suoi alleati. La Federazione Russa non ha rinnegato e ha quindi dimostrato di essere pronta a dialogare. Pertanto, vi prego di essere il Presidente dei cittadini sloveni che per quasi l’80% sono favorevoli al cessate il fuoco e all’avvio dei negoziati. A nome loro, visiti la Federazione Russa e dimostri che la Slovenia è impegnata a porre fine alla moratoria e a negoziare la pace.

La seconda questione riguarda l’atteggiamento della politica slovena nei confronti del genocidio della popolazione palestinese e dell’occupazione israeliana del Libano e della Siria. La politica estera slovena afferma di aver avuto successo in questo caso, ma il genocidio è ancora in corso, il che significa che non ha fatto abbastanza. Il diritto internazionale impone a tutti gli Stati di adoperarsi per prevenire il genocidio, altrimenti sono considerati complici. Il rappresentante speciale dell’UE per i diritti umani, Olof Skoog, ha raccomandato ai ministri degli Esteri dell’UE di interrompere la vendita di armi e di sospendere il dialogo politico con Israele. Nel novembre 2024, i ministri degli Esteri hanno respinto la proposta, riconoscendo nei fatti la cooperazione dell’UE nel genocidio. La Slovenia deve, sulla base della coscienza e del diritto internazionale, dissociarsi da tutto ciò e contribuire a prevenire il genocidio con tutti i mezzi a sua disposizione. In qualità di Presidente del Paese, la invitiamo a sostenere misure diplomatiche che siano all’altezza delle condanne dichiarative del genocidio. Chiediamo alla Slovenia di abbassare le relazioni diplomatiche al livello di Incaricato d’Affari, di unirsi ai Paesi che stanno facendo causa a Israele per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, e di interrompere qualsiasi commercio di armi che sia in qualche modo legato a Israele, e di invitare tutti gli alleati della NATO e dell’Unione Europea a fare lo stesso.
Rivolgiamo le nostre suppliche e richieste alla Presidente Nataša Pirc Musar a nome delle vittime del genocidio, a nome delle persone mobilitate e sfollate con la forza e a nome dei poveri d’Europa, che sono spinti sull’orlo della sopravvivenza dalla corsa agli armamenti.

MEMBRI DELLA DELEGAZIONE
Aurelio Juri
Jože P. Damjan
Bojko Bučar
Spomenka Hribar
Maja Breznik
Danijel Rebolj

SOSTENITORI DELLA PETIZIONE
Dušan Keber
Rastko Močnik