“L’uomo africano è arrivato nelle Americhe come schiavo o come re?” Con questo interrogativo si chiude il trailer del docufilm African glory, presentato a Bamako, Mali. Il film ripercorre la spedizione dell’imperatore Aboubacar II, che prima di Cristoforo Colombo, precisamente nel XIV secolo, lasciò le coste dell’Africa occidentale per attraversare l’Atlantico. Qualcosa che rompe totalmente la visione che abbiamo in Europa del “nuovo mondo”.
La sera del 10 dicembre a Bamako, capitale del Mali, presso l’Istituto francese è stato proiettato il film African glory, una docufiction presentata e premiata nel 2023 al Festival internazionale del cinema panafricano di Cannes. Il film ripercorre la spedizione dell’imperatore Aboubacar II, che prima di Cristoforo Colombo, precisamente nel XIV Secolo, lasciò le coste dell’Africa occidentale per attraversare l’Atlantico.
Una storia che “non riguarda l’Africa ma il mondo intero”, un pezzo di storia “silenziosa” dell’umanità secondo il regista Thierry Bugaud, che definisce la storia “straordinaria” e, in effetti, tale è: il film racconta di un imperatore che nel 1312 parte con 2.000 barche per attraversare l’Atlantico, qualcosa che rompe totalmente la visione che abbiamo in Europa del “nuovo mondo”.
La trama del film è, in effetti, un vero e proprio punto di rottura con la consueta narrazione: alla fine della sua vita, Cristoforo Colombo decise di rivelare il suo grande segreto, ovvero la conoscenza acquisita dai maestri navigatori dell’Africa occidentale e la straordinaria storia dell’Impero del Mali, a cui appartenevano. La storia narra che l’imperatore mandingo Abu Bakr II salpò dalla costa senegalese alla testa di una flotta di duemila imbarcazioni nel 1311, secondo un resoconto scritto registrato in un’enciclopedia ufficiale del XIV secolo”. Il film è diventato una serie Tv nel 2024.
Ma l’immensa flotta africana è mai riuscita ad arrivare nelle Americhe? Bisogna vedere il film per saperlo.