In base a quanto si apprende dalla stampa, il Consiglio per gli affari generali dell’Unione europea è in procinto di sollecitare formalmente gli organi di autogoverno del Kosovo a istituire – finalmente – la Comunità dei Comuni serbi del Kosovo, e di sottoporre senza ulteriori indugi, ritardi e ostruzionismi, come accade ormai da anni a questa parte, il progetto di Statuto, anche ai fini dell’avanzamento nel percorso comunitario.
La posizione che l’Ue sarebbe intenzionata a formalizzare non solo denuncia nei fatti l’inerzia delle autorità kosovare a intraprendere azioni conseguenti per ridurre la tensione nel Nord del Kosovo a maggioranza serba, ma segnala in particolare che l’accordo di normalizzazione, tutti gli obblighi pendenti nei confronti della Ue e tutti gli obblighi ancora “congelati”, sebbene già formalizzati, nel percorso di dialogo tra Belgrado e Prishtina, mediato dalla stessa Ue, devono essere implementati al più presto in modo fattivo e senza ulteriori condizioni.
Si tratta di accordi pattuiti da tempo e contro i quali la leadership nazionalista albanese kosovara ha frapposto, nel tempo, ritardi e ostruzionismi, quando non misure unilaterali radicali contro i diritti della comunità serba del Kosovo, come nel caso del divieto di circolazione del dinaro in tutti i comuni serbi della regione, la chiusura degli sportelli bancari e degli uffici postali, come più volte segnalato anche sulle pagine di Pressenza.
Una bozza avanzata di Statuto è già disponibile e la stampa serba ne ha pubblicato alcuni contenuti, senza riferimenti specifici all’articolato, ma rilevando i contenuti essenziali che riguardano la amministrazione, le competenze e il finanziamento della Comunità. La sezione dello Statuto che fa riferimento alle competenze della Comunità specifica che questa ha il diritto di assumere decisioni, deliberazioni, regolamenti, istruzioni e dichiarazioni e sarà dotata di piena autorità a livello locale nei settori dello sviluppo economico, della pianificazione territoriale, della sanità, dell’istruzione e della tutela dell’identità culturale e religiosa. È questa la parte generale, che era stata già formalizzata e prevista negli Accordi istitutivi nell’ambito del dialogo.
Quanto ai rapporti con le autorità centrali, è scritto che la Comunità non minerà o eluderà le competenze costituzionali e giuridiche dei Comuni aderenti, né potrà alterare il rapporto costituzionale e giuridico tra le autorità centrali e le autorità locali ai fini del conseguimento dei propri obiettivi istituzionali, ferme restando le prerogative di piena autonomia a livello locale nei settori sopra richiamati: una formulazione con cui si prova a individuare, non senza difficoltà, una soluzione intermedia tra un “terzo livello” di governo (tra autorità kosovare e amministrazioni locali) e un’attribuzione di funzioni “puramente simbolica” e priva di poteri.
Il rapporto con le autorità centrali sarà dunque basato sulla cooperazione reciproca e sullo scambio di informazioni nello spirito della promozione della democrazia e della multietnicità, in conformità con le leggi del Kosovo e con il quadro europeo e internazionale inerente alla tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Inoltre, ancora sul piano giuridico, si prevede che la Comunità abbia il diritto di avviare o di costituirsi parte in procedimenti davanti ai tribunali, inclusa la Corte costituzionale del Kosovo, se le decisioni o le azioni di qualsiasi istituzione dovessero influenzare l’esercizio dei suoi poteri in conformità con lo Statuto.
Per quanto riguarda l’impianto istituzionale, si prevede che la Comunità sia dotata sia di simboli ufficiali propri, sia di organi istituzionali, quali un’Assemblea, un presidente e un vicepresidente, un Consiglio e una propria amministrazione; di questo complesso istituzionale, organo principale della Comunità verrebbe a essere in ogni caso l’Assemblea, dotata della facoltà di adottare proposte di modifica o integrazione dello Statuto, regolamenti, decisioni o deliberazioni, nonché di nominare e revocare presidente e vicepresidente. I membri dell’Assemblea saranno eletti dai membri delle Assemblee comunali dei Comuni membri della Comunità.
Quanto a questi, la Comunità sarà composta da tutti i Comuni a maggioranza serba del Kosovo, Kosovska Mitrovica, Leposavić, Zvečan, Zubin Potok, Štrpce, Gračanica, Novo Brdo, Ranilug, Klokot, Parteš, pur essendo previsto che qualsiasi altro Comune del Kosovo possa aderirvi. La sede sarebbe costituita a Kosovska Mitrovica, il più grande dei quattro comuni a maggioranza serba nel Nord del Kosovo. In relazione al budget, si prevede che la Comunità disporrà di un proprio bilancio e di un proprio conto in una banca autorizzata. Potrà essere inoltre finanziata dal proprio bilancio, dai contributi dei singoli Comuni membri, dalle istituzioni centrali e dal sostegno finanziario di altre istituzioni nazionali o internazionali, compresa la Repubblica di Serbia.
Infine, in relazione alle ulteriori competenze, la Comunità avrà anche il compito di promuovere e tutelare i diritti dei Comuni membri nel campo della cultura, della lingua e della religione. Ciò significa, tra le altre cose, il finanziamento di progetti relativi al patrimonio culturale nell’ambito della Comunità, nonché la tutela, la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale; avrà inoltre piena competenza a livello locale per quanto riguarda lo sviluppo economico e territoriale e potrà fornire assistenza finanziaria in tale ambito.
Un particolare accento viene posto anche sulla gestione delle istituzioni educative e sanitarie serbe in Kosovo, le principali articolazioni della Repubblica di Serbia nella regione: le istituzioni educative (scuole materne, primarie e secondarie e l’Università di Prishtina con sede a K. Mitrovica) nelle comunità serbe del Kosovo operano infatti nel sistema serbo; come operano nel sistema serbo le istituzioni sanitarie delle comunità serbe del Kosovo, tra cui, oltre ai centri sanitari o alle cliniche locali, anche un centro clinico a Gračanica, un centro sanitario a Pasjane, a sud di Gjilan/Gnjilane, e l’importante ospedale regionale a K. Mitrovica. Tali istituzioni saranno dunque poste sotto l’egida della Comunità e sostenute finanziariamente dalla Serbia.
Non mancano, evidentemente, problemi e limiti anche in questa bozza, specie alla luce di quanto imposto a norma di diritto internazionale, in virtù della risoluzione, tuttora in vigore, 1244 del 1999 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite; e tuttavia, tanto più a fronte dell’ostruzionismo e dell’aggressività delle attuali leadership albanesi kosovare, una bozza che può consentire un passo in avanti, nel senso dei diritti per tutti e tutte e della tutela delle minoranze, e segnare una tappa in un percorso di effettiva ricomposizione.
Riferimenti:
Savet EU pozvaće Prištinu da formira Zajednicu srpskih opština i nacrt statuta uputi Ustavnom sudu bez odlaganja, Tanjug, 14.12.2024: www.nin.rs/politika/vesti/63928/savet-eu-pozvace-pristinu-da-formira-zajednicu-srpskih-opstina
Šta predviđa draft statuta Zajednice opština, Radio Slobodna Europa, 01.12.2023: www.slobodnaevropa.org/a/zajednica-opstina-sa-srpskom-vecinom-kosovo/32710181.html
Uno storico accordo: la Comunità dei Serbi del Kosovo, Pressenza, 03.09.2015: www.pressenza.com/it/2015/09/uno-storico-accordo-la-comunita-dei-serbi-del-kosovo
Il rischio palpabile di una pulizia etnica in Kosovo, Pressenza, 07.02.2024: www.pressenza.com/it/2024/02/il-rischio-palpabile-di-una-pulizia-etnica-in-kosovo
La Risoluzione 1244 del 1999 del Consiglio di Sicurezza: https://unmik.unmissions.org/united-nations-resolution-1244