Questo anno terribile ci ha portato ad ascoltare, vedere e leggere con angoscia le notizie quotidiane sui media. La tentazione di non sapere, per non svegliarsi di notte con le immagini delle bombe su Gaza, dei bambini morti e feriti, degli ospedali distrutti, delle folle affamate, dei giornalisti e dei medici ammazzati … è un modo di preservarsi dal senso di orrore, di impotenza e di rabbia.
Per chi si è occupato di Shoa, della memoria familiare e collettiva dell’Olocausto, di trasmettere ciò che è accaduto perché si diffonda la coscienza di quanto è importante difendere i diritti umani, è orribile sapere che ancora oggi non solo il terrorismo, condannato unanimemente, ma anche i governi “democratici “ e l’industria bellica – in modo legale e tollerato – praticano il terrorismo di Stato e provocano deliberatamente lo sterminio di innocenti, innumerevoli sofferenze, morti e distruzioni.
E le dichiarazioni internazionali dei diritti dell’uomo? Gli appelli delle organizzazioni nate per difendere la pace e la convivenza tra gli Stati? Lettera morta. Le molte forme di protesta ? Non sembrano sortire alcun effetto.
Per combattere l’angoscia e la tentazione dell’indifferenza (non voglio sapere perché tanto non posso farci niente), possiamo cercare informazioni e testimonianze che aiutino a intravedere spiragli di luce e di speranza.
Molti saggi sono stati scritti negli anni e in questi drammatici mesi per chi cerca di capire meglio e documentarsi. I libri che utilizzano lo stile narrativo, tuttavia, pur trattando di personaggi e fatti reali, hanno un impatto più emotivo e personale, raccontando le piccole storie nella grande Storia. Segnalo alcune letture illuminanti e coinvolgenti, che oltre a vicende drammatiche e dolorose esprimono possibili evoluzioni nella direzione dell’umanità e della fratellanza.
Colum McCann, “Apeirogon”. Feltrinelli 2021
Lo scrittore irlandese racconta le storie di Rami Elhanan, israeliano e Bassam Aramin, palestinese, padri di due bambine vittime della violenza militare e terroristica.
La conoscenza del processo di pace irlandese ha fornito all’autore una comprensione più profonda delle dinamiche in Medio Oriente. All’interno di un mosaico di fatti, luoghi e persone che rappresentano da diverse angolature la complessità del conflitto israelo-palestinese, si arriva a un’evoluzione personale dei protagonisti che riescono, malgrado le feroci contrapposizioni, a creare dialogo e comprensione reciproca.
Pur con l’aggravarsi della situazione attuale i protagonisti continuano a testimoniare, attraverso le loro storie, come l’empatia possa essere uno strumento potente per favorire la convivenza.
Susan Abulhawa, “Ogni mattina a Jenin”. Feltrinelli 2011
La scrittrice palestinese-statunitense racconta in questo struggente romanzo le vicende di quattro generazioni, condensando nella biografia di Amal e della sua famiglia tutta la storia contemporanea della Palestina: la guerra, l’esilio, l’appropriazione della terra, il divenire rifugiati. Le guerre, i traumi e i lutti, che purtroppo continuano nel presente, creano nel lettore vicinanza con l’umanità dei personaggi, emblematici delle sofferenze di un popolo.
Adania Shilbi, “Un dettaglio minore”. La nave di Teseo 2021
La scrittrice palestinese racconta fatti tragici del passato che conducono a un presente violento e inaccettabile. La storia vera di una ragazza palestinese stuprata e uccisa da un gruppo di soldati israeliani nel 1949 si intreccia con il racconto di una ricercatrice che decide di indagare oggi sulla vicenda.
Chiara Zappa, “Gli irriducibili della pace”. Edizioni TS 2024
E’ uscito recentemente un libro inchiesta della giornalista italiana che riporta interviste corredate di note storiche e politiche a personaggi reali coinvolti in prima persona nella ricerca di dialogo tra i due popoli in conflitto .
Layla, palestinese e Robi, israeliana, due madri che hanno perso un figlio e si incontrano nell’associazione Parents’ Circle; il militare israeliano Che Alon, che abbandona l’esercito e fonda con altri il movimento dei Combattenti per la pace; Suor Nabila, che resiste nell’inferno di Gaza; Mohammed Dajani Daoudi, il professore che porta gli studenti a visitare Auschwitz e i campi profughi sfidando le ostilità reciproche e i giovani israeliani che rifiutano il servizio militare … Queste, e molte altre figure descritte nel libro colpiscono per la coraggiosa resistenza contro l’odio e la violenza e la tenace volontà di costruire un futuro di pace.