Ha cominciato ringraziando Barnier “per il lavoro che ha svolto … con dedizione e combattività, considerando che il suo governo si è mostrato all’altezza del momento” .

Le elezioni anticipate secondo lui non “non sono state comprese”, ma non si capisce cosa voglia intendere dicendo che dopo le elezioni legislative ci vuole “una nuova organizzazione politica”. 

E secondo lui Barnier è stato sfiduciato perché “l’estrema destra e l’estrema sinistra si sono unite in un fronte antirepubblicano”. Ed aggiunge: “So che alcune persone sono tentate di incolparmi per questa situazione. È molto comodo”. Afferma anche che il partito di Le Pen ha votato per “una mozione di censura che dice il contrario del loro programma”, accusandola di aver “scelto il disordine. Pensano solo a una cosa: alle elezioni presidenziali, a prepararle, a provocarle, affrettarle”. Ma lui esclude di dimettersi prima della fine del suo mandato: “Il mandato che mi avete affidato democraticamente è quinquennale e lo eserciterò pienamente fino alla sua fine”. Si crede infallibile e indiscutibile, come pure imprevedibile e imprescrittibile, appunto,  come un dio in terra. 

“La mia responsabilità consiste nel garantire la continuità dello Stato, il buon funzionamento delle nostre istituzioni, l’indipendenza del nostro Paese e la protezione di tutti voi”, mentre le richieste di dimissioni continuano a moltiplicarsi dopo il voto di sfiducia del Governo Barnier. Ieri, mentre era intento a vendere armi in Arabia Saudita, ancora due ore prima del voto di sfiducia -ormai da tutti dato per certo-  ai giornalisti che gli chiedevano cosa avrebbe fatto dopo la sfiducia ha risposto con sarcasmo ed anche a voce alta: «E’ incredibile! Non vivete mai il momento. O restate bloccati alla fase precedente o passate alla seguente. Io non faccio fantapolitica».

E così  a reti unificate alla tv ha annunciato che “nei prossimi giorni” darà l’incarico a un nuovo capo del governo: “Mi occuperò di formare un governo di interesse generale che rappresenti tutte le forze politiche di un arco che possa parteciparvi o, almeno, che si impegni a non censurarlo”. Ed ha assicurato che entro metà dicembre sarà presentata in Parlamento una legge finanziaria speciale per “la continuità dei servizi pubblici e la vita del Paese” e che questa legge temporanea consentirà, come prevede anche la Costituzione, la continuità nella pubblica amministrazione e nell’esercizio della cosa pubblica nazionale. Applicherà le scelte del 2024 per il 2025 e “si aspetta pienamente che possa emergere una maggioranza per adottarla in Parlamento”. E’ ovviamente difficile capire il nonsense del patologico monarca che pretende che “possa emergere una maggioranza” visto il fallimento del suo tentativo di creare un governo con la minoranza della destra tradizionale e l’appoggio esterno della destra di Le Pen-Bardella. 

Per evitare ogni qualsivoglia mossa ostile, Le Pen ha subito dichiarato: “Ci opporremo a un primo ministro di sinistra. Non ci sarà nessun primo ministro del Nuovo Fronte Popolare, non è nell’interesse di Macron”. E per rispondere alla frase con cui il monarca ha accusato estrema destra ed estrema sinistra ha detto che il suo partito (Raggruppamento Nazionale -RN) ha agito “in modo costruttivo e ragionevole” da settimane, in particolare presentando un controbilancio, “a differenza della sinistra”. Quindi ha invitato il nuovo governo a cercare “compromessi” con RN, ma anche con “tutti i partiti politici” per poter amministrare il paese. Ha ribadito anche la richiesta di “cambiare il metodo di voto” nelle elezioni legislative per passare ad un sistema basato sulla rappresentanza proporzionale: “La proporzionalità è un modo per sanare la ferita aperta che esiste oggi tra eletti ed elettori”, assicurando che questo metodo di voto permetterebbe “di avere la maggioranza assoluta perché il paese ha bisogno di una direzione». 

Secondo Lucie Castets (che il Nuovo Fronte Popolare -NFP- aveva indicato per l’incarico a capa del governo) “Macron si mostra capo di tutto ma responsabile di nulla”. Inoltre è certa che Macron non sembra avere intenzione di nominare un primo ministro del Nuovo Fronte Popolare (NFP) e ha definito “fronte antirepubblicano” il voto congiunto del PFN e del Raggruppamento Nazionale (RN) per censurare il governo Barnier; mentre il NFP aveva formato un fronte repubblicano durante le elezioni legislative per impedire l’elezione dei deputati della RN, consentendo così l’elezione di tanti candidati del campo presidenziale. Per lei – ha aggiunto – è assolutamente angosciante e rivoltante l’idea di un “governo di interesse generale” avanzata dal presidente: è assolutamente “comica”, visto che il campo presidenziale ha escluso ogni confronto con il NFP. 

Da parte sua Jean-Luc Mélenchon ha detto che “Macron è la causa del problema e se ne andrà con la forza degli eventi. È lui che combina scompiglio, è lui che blocca tutto e non vuole sentire nessuno. Tra un mese o due, forse, il Raggruppamento Nazionale finirà per dire che “Non c’è altra soluzione” che la partenza di Emmanuel Macron dall’Eliseo, richiesta da La France insoumise già dall’estate. “Se c’è un partito di sinistra che ha un programma, siamo noi e solo noi. Noi gente di sinistra dobbiamo mantenere la parola data. Se il prossimo primo ministro applicherà le misure per le quali siamo stati votati –abolizione del pensionamento a 64 anni, aumento del salario minimo– allora lo sosterremo. Altrimenti lo combatteremo”. 

Marine Tondelier, la leader degli Ecologisti ha ironizzato dicendosi rassicurata dal fatto che Macron non abbia “nominato frettolosamente un primo ministro ancora più di destra” ed ha denunciato l’atteggiamento di “disprezzo” che si vedeva bene nella sua dichiarazione in TV. «Per il resto è semplice: niente è andato bene visto il “disprezzo del capo dello Stato”. 

Intanto Macron ha incominciato le sue manovre per rompere il NFP: ha chiesto – in via interlocutoria – a due deputati socialisti noti per le posizioni ultramoderate di discutere con lui, così potrà sondare di nuovo se riesce a spaccare il Partito socialista (cioè una parte del NFP). Non a caso stamattina all’Eliseo il presidente si incontrerà ufficialmente col leader del Partito Socialista per aprire un confronto politico… Si profila una rottura del Nuovo Fronte Popolare?

Nei prossimi giorni si saprà chi nominerà come incaricato per formare il governo e quali manovre riuscirà a imbastire: un patto fra qualche sperduto ex-socialista insieme alle destre incluso il partito Le Pen-Bardella? Per il resto non c’è partita! Non vorrà mai il dialogo con sinistre ed ecologisti, perché questi chiedono la messa in discussione delle sue scelte economiche strategiche, quelle per cui fu sostenuto da finanzieri, padronato, lobbies degli armamenti e del nucleare, oltre che dai più reazionari fautori dello strapotere della polizia e di quella parte della magistratura corrotta.