Intesa Sanpaolo e UniCredit sono responsabili dell’85% del sostegno delle 12 principali banche italiane all’espansione del GNL (gas naturale liquefatto) fra il 2021 e il 2023, avendo rispettivamente fornito al settore 3,8 miliardi e 1,5 miliardi di dollari.
Lo rivela una nuova ricerca di Reclaim Finance e ReCommon, pubblicata oggi, che dimostra come l’espansione globale dei terminali di gas naturale liquefatto potenzialmente potrebbe provocare l’emissione in atmosfera di più di 10 giga tonnellate di emissioni di gas serra dannose per il clima. L’espansione del GNL dipende dal sostegno delle banche che continuano a pompare finanziamenti illimitati nel settore. In totale, fra il 2021 e il 2023, le banche italiane hanno fornito 6 miliardi di dollari. A livello globale il conto, nello stesso periodo, ammonta a 213 miliardi di dollari.
Reclaim Finance e ReCommon avvertono che le emissioni di questi progetti, che possono essere più dannose di quelle delle centrali elettriche a carbone, supereranno gli obiettivi di zero emissioni. Esortano le banche a non fornire più sostegno finanziario alle aziende che realizzeranno nuovi progetti di GNL e a non finanziare più i terminali di esportazione.
Lo sviluppo del GNL è in piena espansione, nonostante le proiezioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia mostrino una sovraccapacità del settore. Società petrolifere e del gas come Eni, TotalEnergies e QatarEnergy, specialisti del GNL come Venture Global e società di servizi come Enel hanno in programma un’espansione massiccia delle loro attività, con 156 nuovi terminali GNL previsti entro il 2030.
Tra questi, 63 nuovi terminali di esportazione, di cui quattro progettati dal gigante fossile italiano Eni. Se tutti questi progetti andranno avanti, potrebbero provocare l’emissione in atmosfera di oltre 10 gigatonnellate di emissioni di gas serra entro la fine del decennio. Si tratta di una quantità quasi pari alle emissioni annuali di tutti gli impianti a carbone in funzione nel mondo, che infliggerà alle comunità locali pericolosi livelli di inquinamento atmosferico e rischi per la salute.
«Le attività finanziarie di Intesa Sanpaolo e UniCredit ignorano gli impegni assunti in materia di clima e continuano a scommettere sull’espansione del GNL, nonostante i segnali del mercato e gli scenari dell’AIE mostrino i rischi di sovraccapacità nel medio-lungo periodo. Ciò è ancora più allarmante se si considera che Intesa Sanpaolo e UniCredit sono rispettivamente la prima e la seconda banca in Italia, e quindi hanno anche la maggiore responsabilità nell’ostacolare il percorso per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C», ha dichiarato Susanna De Guio, responsabile della campagna Finanza e Clima di ReCommon.
Sebbene entrambe le banche si siano impegnate nell’aprile 2023 ad allineare le loro attività a una traiettoria di riscaldamento globale di 1,5°C e a raggiungere lo zero netto entro il 2050, hanno aumentato i loro finanziamenti per il GNL fra il 2021 e il 2023, Intesa Sanpaolo del 38% e Unicredit del 78%. Questo include almeno 28 nuove operazioni nel 2023. Questo sostegno è continuato nel 2024: a marzo Intesa Sanpaolo ha sostenuto un’obbligazione da 1,5 miliardi di dollari per il produttore statunitense di GNL Cheniere Energy.
Intesa Sanpaolo e UniCredit hanno politiche di finanziamento del GNL tra le più deboli in Europa: nessuna delle due banche impone restrizioni al finanziamento del GNL. Al contrario, la banca olandese ING limita i finanziamenti ai progetti di GNL.
Justine Duclos-Gonda, attivista di Reclaim Finance per il petrolio e il gas, ha affermato: «Le compagnie petrolifere e del gas stanno scommettendo sui progetti di GNL, ma ognuno dei loro progetti mette in pericolo il futuro dell’Accordo di Parigi. Le banche affermano di sostenere le compagnie petrolifere e del gas nella transizione, invece stanno investendo miliardi di dollari in future bombe climatiche. Il GNL è un combustibile fossile e non ha alcun ruolo da svolgere in una transizione sostenibile. Le banche devono assumersi le loro responsabilità e smettere immediatamente di sostenere gli sviluppatori di GNL e i loro terminali di esportazione».
Il rapporto avverte che il trasporto di gas liquefatto aumenta il rischio di fuoriuscita di metano, un gas serra che è in media 80 volte più potente dell’anidride carbonica in un periodo di 20 anni.
Reclaim Finance e ReCommon esortano le banche ad adottare politiche globali per interrompere il sostegno finanziario alle aziende coinvolte in tutti i nuovi progetti di GNL e per porre fine in primo luogo il finanziamento dei terminali di esportazione.