Questa mattina, 2 dicembre 2024, è iniziata la distruzione della Pineta di Cattinara/Katinara. Si tratta di un’operazione di cui i decisori politici dovranno rendere conto a sé stessi, al proprio elettorato, alla cittadinanza tutta. I classici del capitalismo dicono che questo sistema sarebbe “la distruzione per la costruzione”: esso invece è ed è sempre stato “la distruzione per la distruzione”, senza pietà né per l’ambiente né per gli esseri umani, tutti resi “cose” da utilizzare e poi da gettare, gli esseri umani come gli alberi, quando si pensa che non servano. Vedere tagliare gli alberi, con il lamento straziante dei tronchi abbattuti, è esperienza che non auguriamo a nessuno. Un atto di guerra contro il pianeta, mentre altre guerre feroci sono in corso, con missili e armi di ultima generazione.

Noi, contrariamente ad altri, non facciamo distinguo: questa operazione brutale andava fermata, come speriamo che vengano fermati lo spostamento del Burlo ed altri faraonici progetti. Proprio oggi chiediamo che il Burlo, con il suo parco, resti lì dov’è: migliorato, certo (ma quanti milioni di euro sono stati già spesi per l’ammodernamento?), ma non spostato altrove, perché oggi l’edilizia in campo ospedaliero va proprio in direzione di luoghi accoglienti, ricchi di verde, con sale ampie e possibilità di rapporto tra pazienti e famiglia, come l’attuale Burlo è. Tutto il contrario di orribili “torri”. La pandemia non ha insegnato niente e nemmeno la legge essenziale per cui sanità/salute e profitto sono da considerare mondi differenti e opposti.

Il borgo di Cattinara/Katinara e tutta Trieste vengono definitivamente privati di un bene primario per la comunità: oggi è un giorno di lutto, in una città la cui classe dirigente opera contro il benessere della cittadinanza.

Gianluca Paciucci

Partito della Rifondazione Comunista-Trieste