Per la pace in Ucraina

(riceviamo e pubblichiamo dal giornalista Marco Pederzoli)

«Un solo giorno di guerra è insopportabile, per il carico terribile di morte che provoca. Ne sono passati mille».

Su invito dell’ambasciata ucraina presso la Santa Sede, mercoledì 20 novembre il cardinal Matteo Zuppi ha presieduto una Santa Messa nella Basilica romana di Santa Maria in Trastevere per invocare il dono della pace in Ucraina, a mille giorni dall’invasione da parte della Federazione Russa.

Era presente la First Lady ucraina, Olena Zelenska, accompagnata da Laura Mattarella, figlia del Presidente della Repubblica, e dalle le first ladies di Lituania, Serbia e Armenia riunite per «condividere gli orrori dell’aggressione russa e dell’oblio cosciente della verità», afferma l’ambasciatore d’Ucraina presso la Santa Sede Andrii Yurash.

Fra gli altri, la liturgia è stata concelebrata anche da monsignor Dionisij Ljachovi , Esarca apostolico per i grecocattolici ucraini residenti in Italia, don Mykhailo Boiko, parroco della chiesa bolognese di San Michele, e da monsignor Juan Andrés Caniato, direttore dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Bologna e dell’Emilia-Romagna.

«Abbiamo visto la forza di resistere del popolo ucraino – ha detto il Cardinale Zuppi- un popolo che conosce bene la sofferenza: basti pensare all’Holodomor, la terribile carestia artificiale provocata nel 1932 dal regime di Stalin, che causò la morte di milioni di Ucraini».

«La storia del popolo ucraino in questi decenni è stata attraversata da grandi sofferenze che ha affrontato con una enorme capacità di resistenza.
Questa è la conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina.
Le guerre sono sempre troppo lunghe, non durano mai poco e la sofferenza che provocano dura per sempre. Ma la notte chiede il giorno, il dolore la consolazione, la vendetta il perdono, il buio la luce, l’odio la riconciliazione».

«La pace – ha detto Zuppi non è mai debolezza, ma forza, se garantita seriamente in un quadro credibile. Ed è chiaro che è questa la responsabilità della comunità internazionale, e in questo penso in particolare all’Europa che è nata proprio per immaginare la pace impensabile tra popoli che si erano combattuti per secoli».

«Non vi lasciamo soli! Non vi lasceremo soli! – ha assicurato il cardinale -: ho vista tanta luce di amore nella gioia dei bambini accolti questa estate in tante famiglie italiane, nella solidarietà che ha mobilitato tante parrocchie in tutta Italia, negli incontri tra ragazzi ucraini e italiani che la Chiesa greco-cattolica e l’Azione Cattolica hanno organizzato in più occasioni, nell’accoglienza ai profughi che credo debba essere sempre promossa e favorire la sopravvivenza ai profughi interni garantendo dei corridoi umanitari e di lavoro per permettere loro di sopravvivere avendo perduto tutto.

Ho visto tanta luce nella solidarietà verso i più vulnerabili, come quella espressa dalla Comunità di Sant’Egidio in molte città ucraine».