Riceviamo e diffondiamo

Gli inceneritori – solo in Italia vengono chiamati “termovalorizzatori” – rappresentano uno spreco economico, contribuiscono al disastro climatico e costituiscono un attentato alla salute dei siciliani e delle siciliane.

La normativa europea stabilisce che la gestione dei materiali post-consumo deve seguire una precisa gerarchia in 5 fasi:
1) Prevenzione (riduzione e riuso)
2) Riparazione e recupero
3) Riciclo (materie prime seconde)
4) Recupero di altro tipo (incenerimento)
5) Smaltimento (discarica)

A fine luglio scorso il nostro Paese è stato messo in mora dalla UE, primo passo verso l’ennesima sanzione pecuniaria, a causa del non corretto recepimento della nuova direttiva sui rifiuti.

Senza gli impianti di separazione e riciclo dei materiali, ancora non presenti in Sicilia, tutti i rifiuti finiranno negli inceneritori.

Il valore in euro di una tonnellata di rifiuti urbani correttamente riciclati è in media circa 40 euro, mentre il costo di smaltimento di una tonnellata di rifiuti negli inceneritori è di circa 200 euro.

Il Governo nazionale e quello regionale hanno invece imposto in maniera autoritaria le loro decisioni sul nostro territorio, investendo i soldi pubblici – ben 800 milioni di euro – nella costruzione di due impianti di incenerimento a Palermo e a Catania, che distruggerebbero preziose risorse e spargerebbero veleni e gas climalteranti.

Bisognerebbe invece promuovere la riduzione dei rifiuti a monte, introdurre la tariffa puntuale (più rifiuti produci più paghi), incentivare la raccolta differenziata, creare i centri di raccolta per i rifiuti ingombranti e per tipologie di materiali, i centri per il riuso, recupero, riparazione e baratto, realizzare gli impianti per il trattamento della frazione umida (35-40% del totale) e per la separazione e valorizzazione della frazione secca (carta, plastica, metalli, legno, vetro, batterie, chip, ecc.), mettere in sicurezza e bonificare le discariche chiuse e da chiudere.

Tutto questo costerebbe molto meno degli 800 milioni previsti e creerebbe lavoro e ricchezza.

La Sicilia non ha bisogno di inceneritori.

Tutti/e in piazza per gridarlo!!

Mercoledì 27 novembre 2024 ore 10 Palazzo d’Orleans
NON BRUCIAMOCI IL FUTURO!
L’alternativa c’è!

Saremo in piazza con la  Rete  Sicilia  Pulita

Osservatorio Permanente Disastri Ambientali Palermo