Come ormai anche i sassi sanno, il 25 novembre è la Giornata Mondiale contro la Violenza di Genere.
Quest’anno capitava di lunedì e pertanto la manifestazione nazionale è stata indetta sabato 23, per permettere a tutte e a tutti non solo di partecipare, ma di essere parte attiva di un qualcosa che ci riguarda: prendere coscienza del fatto che la violenza non è un fenomeno isolato, né appannaggio di una sola categoria di persone, ma sicuramente appartiene all’idea patriarcale di dominio dell’uomo sulla donna, del ricco sul povero, del forte sul debole, del capitale economico sul capitale umano. In 2000 anni non abbiamo imparato che ogni essere vivente, indipendentemente dal sesso e persino dalla specie, ha un valore inestimabile: questo vale per le donne, per gli uomini, per le libere soggettività che devono poter vivere con dignità e senza paure.
A maggior ragione vale per i popoli oppressi che devono poter autodeterminarsi, vivere in pace, non subire violenze e soprusi di qualsiasi forma. Quindi la piazza di sabato è stata anche una piazza contro le guerre in generale. Molti gli slogan, molti i canti di liberazione, molti i cartelli: uno in particolare mi ha colpito, quello diretto al Ministro dell’Istruzione Valditara, che lo invitava a scegliersi l’insulto che preferiva, a lui dedicato dalla marea di persone presenti in piazza!
Già perché questo signore si è permesso di dire, in maniera del tutto inopportuna e impropria, che i femminicidi (98 dall’inizio dell’anno), sono aumentati a causa degli immigrati clandestini (una fissa della Lega e dei loro sodali Fratelli d’Italia). E dove l’ha detto? In una sede del tutto impropria, cioè all’inaugurazione di una fondazione per ricordare le vittime di femminicidio come Giulia Cecchettin, uccisa da un italianissimo e apparentemente perbenista fidanzato (oppressivo e geloso).
Insomma se non è ideologia (distorta e destrorsa) quella che ha espresso il ministro, viene da chiedersi cosa ancora bisogna sopportare da questi personaggi che non sono all’altezza del compito che svolgono. Possibile non si tresca a capire che solo la cultura e l’istruzione sono i veri cardini di una società civile, emancipata, nonviolenta?
I numeri della marea femminista e transfemminista che sabato 23 novembre ha attraversato la città eterna sono importanti: si parla di 150.000. Speriamo se ne tenga conto.
La mobilitazione è continuata anche ieri, in numeri un po’ più contenuti, ma in ogni città ci sono stati presidi contro il patriarcato e contro le guerre.