Domenica 24 novembre anche a Palermo è stata la giornata della pace. La mattinata si è aperta sul sagrato della Cattedrale dove i giovani e gli adulti di diverse associazioni cattoliche ed ecclesiali (Pax Christi, MIR, ACLI, Agesci, Azione Cattolica, Erripa, il movimento Laudato si’ Maria Ausiliatrice, Punto Pace, Le Rose Bianche, i Focolarini, Presenza del Vangelo e APGXXIII) hanno incontrato l’arcivescovo Lorefice, che li ha salutati denunciando “l’irrazionalità della guerra”.
Tra musiche e canti è stato composto il simbolo della pace. I bambini hanno distribuito ai partecipanti foglietti colorati su cui scrivere un pensiero di pace, che sono stati deposti, durante la celebrazione eucaristica, presso l’altare di don Pino Puglisi, sacerdote vittima della mafia.
Sono intervenuti come portavoce internazionali Alessandro Capuzzo e Lorena Orozco, che si sono poi spostati davanti al Teatro Massimo dove cinque cori cittadini si sono alternati agli interventi e alle letture nel proporre brani contro la guerra e per la riconciliazione, da We shall overcome a Masters of War, fino alla suggestiva Preghiera delle madri in ebraico e arabo. Fra i testi proposti, alcuni tratti da Cassandra di Christa Wolf e Una donna di Ragusa di Maria Occhipinti, oltre a poesie israeliane e palestinesi.
Sono stati ricordati significativi esempi di ricomposizione dei conflitti, specie tra ebrei e arabi: Open House, fondata da Dalia Ashkenazi nel ricordo di Bashir al Khayri nel 1991, il villaggio Wahat al Salam/Nevé Shalom, i Combatants for Peace, i Rabbini per i diritti umani. E citati anche i disertori russi e ucraini perseguitati dai rispettivi governi.
Particolarmente applaudito il flash mob dei liceali del gruppo “Quarta e Quinta fila”.
Numerose le associazioni presenti, tra le quali la redazione di Pressenza, il Laboratorio A. Ballarò, il Presidio di donne per la pace, il Movimento nonviolento e la Comunità dell’Arca che hanno presentato la loro campagna di raccolta firme per l’obiezione di coscienza, l’ANPI, il Coordinamento Palestina nel cuore, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, l’Assemblea No Guerra, Radici del sindacato CGIL.
La giornata si è conclusa a Ciaculli, nel giardino di un fondo confiscato alla mafia e gestito dall’Associazione SoKult, con attività dedicate ai fanciulli: una visita guidata per riconoscere le piante e accostarsi all’apicultura, alcuni momenti di riflessione e di gioiosa musica, un gioco dell’oca all’aperto volto all’educazione ambientale, laboratori di Shatzu e Thai Chi e, infine, una colazione al sacco.
Come ha suggerito Lorena Orozco, impegnarsi a costruire la pace e gestire in maniera nonviolenta ogni specie di conflitto è più facile se ci accompagna l’allegria; ma nei nostri tempi bui seguire questo consiglio non è sempre facile: bisogna vincere la tentazione dello scoraggiamento, che spinge a rintanarsi nel proprio privato negando il mondo intorno. È invece stando insieme, collaborando anche con chi non la pensa esattamente come noi, che ci si dà forza reciproca ed entusiasmo e si scoprono soluzioni creative e inaspettate alle difficoltà.
È per questo motivo che, come avverte Alessandro Capuzzo, quest’anno gli organizzatori della marcia raccomandano di non trascurare la rete che è stata costruita in questa occasione e di non attendere cinque anni per ristabilire i contatti, ma di proseguire ininterrottamente l’impegno comune.
Per la Sicilia una bella ipotesi avanzata, tra le altre, è quella di ravvivare la lotta per il disarmo, sulle tracce della lotta agli euromissili di Comiso negli anni Ottanta del secolo scorso. Del resto oggi in piazza erano presenti alcuni protagonisti dei campeggi antimilitaristi di allora, adesso attivisti nel movimento No Muos e contro la produzione bellica della Leonardo.spa.
Dunque, rimbocchiamoci le maniche e continuiamo…