Il 23 novembre scorso Roma ha ospitato un importante appuntamento dedicato alla costruzione della pace e alla promozione della nonviolenza: l’evento “Le Vie per Fare la Pace”, organizzato dall’Associazione “Pensare Insieme” e dall’Associazione Beni Comuni “Stefano Rodotà”, in collaborazione con la Fondazione Communia e i “Costruttori di Pace”. La giornata, svolta presso Palazzo Valentini, ha coinciso con il secondo giorno di passaggio della Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza a Roma, rafforzando il legame tra riflessione locale e mobilitazione globale.

L’incontro, patrocinato da Roma Capitale, dalla Città Metropolitana di Roma, dalla Fondazione Communia e dall’Osservatorio Interuniversitario Studi di Genere (GIO), è stato articolato in due momenti distinti: una sessione mattutina di dialogo collaborativo in formato World Café e un dibattito pomeridiano in plenaria, arricchito dagli interventi di esperti di fama internazionale.

Nella mattinata, studentesse e attivisti del terzo settore, suddivisi in piccoli gruppi guidati da facilitatrici e facilitatori, hanno discusso sei temi cruciali per la costruzione della pace: dialogo interreligioso, diplomazia, giustizia sociale, economica e di genere, multilateralismo, disarmo e nuovi diritti fondamentali. Dopo ogni sessione di 30 minuti, le partecipanti e i partecipanti ruotano tra i tavoli costruire soluzioni collettive. Alla fine, le facilitatrici e i facilitatori presentano una sintesi delle proposte emerse in una plenaria, per definire conclusioni e priorità con l’obiettivo di sollecitare azioni tangibili, sulla base delle idee generate.

Nel pomeriggio, i risultati dei tavoli tematici sono stati presentati in plenaria, arricchiti dagli interventi di esperti come la ricercatrice Barbara Gallo, gli ambasciatori Alberto Bradanini e Patrizio Fondi, e l’economista Jeffrey Sachs, che è intervenuto in collegamento. La discussione si è focalizzata su azioni pratiche da adottare sia a livello locale che globale:

1) Dialogo interreligioso e interculturale. Domanda chiave: Come possiamo promuovere il dialogo tra culture e religioni diverse per costruire la pace?
– Costituzione di Comitati Territoriali per promuovere dialogo interreligioso e interculturale nei quartieri e nelle scuole, per costruire ponti e similitudini per settimane di sperimentazioni culturali (rapporto tra diritto individuale e interesse collettivo), per visite, tour e itinerari spirituali.
– Promuovere la ricerca per cambiare i linguaggi e approcci, per trasformazione dell’umanesimo personale e sociale, per censimento sul patrimonio immateriale (riti, tradizioni, usi, costumi, ecc.) e materiale (architettonico, artistico e luoghi di culto).

2) Diplomazia e diritto umanitario internazionale. Domanda chiave: Come possiamo rafforzare il ruolo della diplomazia e del diritto umanitario per prevenire e risolvere i conflitti? – Insegnamento nelle scuole superiori / medie / inferiori di elementi di diritto internazionale, con specifico riferimento al diritto umanitario internazionale e alle istituzioni che lo applicano.
– Abolizione del potere di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU e decisioni a maggioranza qualificata e correzione della rappresentatività.

3) Diversità e orientamento femminista al ripudio alla guerra. Domanda chiave: Qual è il ruolo della diversità e della parità di genere nella costruzione della pace?
– Potenziare e aumentare reti solidali e non violente di quartiere.
– Educare alla parità di genere, alla genitorialità e alla diversità.

4) Decolonizzazione dei rapporti internazionali. Domanda chiave: Come possiamo costruire rapporti internazionali più equi e giusti, liberi da dinamiche neocoloniali? – Educazione differenziata dei giovani del nord globale per farli essere più consapevoli dei loro privilegi, e del sud globale per insegnargli l’expertise e il sapere per cambiare il loro Paese – Cancellazione o riduzione del debito dei Paesi in via di sviluppo tendendo anche conto della reale necessità della popolazione.

5) Disarmo della terra e dell’economia. Domanda chiave: Come possiamo promuovere il disarmo globale e costruire un’economia di pace e prosperità condivisa?
-Interventi di tipo culturale attraverso le scuole, rilancio dell’educazione alla valorizzazione della biodiversità, della centralità delle relazioni umane, delle identità culturali, dei mestieri artigianali, della cura del territorio e della comunità.
-Lancio di progetti di comunità dal basso che abbiano al centro i valori del rifiuto della filiera della guerra che contrastino lo sfruttamento e lo spopolamento dei piccoli borghi, che siano inclusivi e solidali e che facciano leva su sistemi alternativi tipo monete locali e banche del tempo.
6) Diritto alla Pace e alla prosperità sostenibile. Domanda guida: Come possiamo garantire il diritto alla pace, alla non violenza e a una vita degna per tutti gli esseri viventi, nell’ottica di una giustizia multispecie? – Educare all’ascolto dell’Altro e alla comunicazione non divisiva per imparare ad ottenere una soluzione pacifica dei conflitti.
– Dare istruzione in tutto il mondo attuando nelle scuole cooperazione e non competitività; educare all’intercultura e interreligiosità.

Le idee raccolte durante la giornata confluiranno in un documento condiviso e in una piattaforma online, per garantire continuità al dibattito e alla collaborazione.

“Le Vie per Fare la Pace” ha rappresentato un esempio concreto di come il dialogo, l’inclusione e l’azione collettiva possano essere strumenti potenti per affrontare le sfide globali e costruire un futuro di pace e giustizia.