Mentre le vittime censite del massacro di Gaza sono ormai 44.700, uno studio di The Lancet suggerisce che il bilancio effettivo potrebbe superare le 186.000, per cause indirette come la distruzione di infrastrutture, la mancanza di cure mediche e la fame, poiché ospedali, luoghi dei servizi di base e di distribuzione di cibo sono in rovina, aggravando la catastrofe.
In questo drammatico contesto, per la prima volta il Senato degli Stati Uniti ha messo in discussione le forniture militari a Israele: mercoledì 20 novembre sono andate al voto tre risoluzioni presentate nel settembre scorso dal socialista indipendente Bernie Sanders, rieletto per la quarta volta al Senato, che chiedevano il blocco della fornitura di armi a Israele.
Quella per bloccare l’invio di munizioni per i carri armati è stata respinta 79 a 18, quella sulle munizioni per le armi individuali 78 a19, quella sui sistemi di guida per le bombe 80 a17. Hanno sempre votato contro tutti i senatori repubblicani e la maggioranza dei democratici. L’amministrazione Biden aveva dato parere negativo.
Tre dei senatori che hanno votato a favore del blocco delle armi in almeno una delle risoluzioni sono di famiglia ebrea: oltre a Sanders, Brian Schatz delle Hawaii e Jon Ossoff della Georgia. Importanti associazioni ebraiche anti-Netanhiau e contro l’eccidio dei palestinesi hanno appoggiato le risoluzioni, mentre gruppi gruppi ebraici centristi e conservatori hanno premuto sui senatori per respingerle: ciò che denota ancora una volta la frattura delle varie comunità ebraiche negli Stati Uniti.
Nella conferenza stampa di martedì scorso, prima del voto, Sanders ha sostenuto che la vendita di armi è illegale secondo la legge degli Stati Uniti perché Israele sta violando il diritto internazionale umanitario a causa della sua condotta a Gaza. Il governo invece ha lasciato trascorrere la scadenza (che aveva fissato a ottobre) del minacciato blocco delle armi sostenendo che nel frattempo Israele aveva raggiunto alcune richieste di aiuti umanitari a Gaza.
Uno degli ultimi sondaggi in materia ha rilevato che il 61% degli intervistati negli Stati Uniti è contrario agli aiuti a Israele. Prima e durante le ore del voto manifestanti che includevano gruppi religiosi, operatori sanitari, insegnanti e studenti, hanno richiesto di fronte al Senato di reindirizzare la spesa per il sostegno militare a Israele agli alloggi popolari, all’istruzione, all’assistenza sanitaria e all’ambiente.
Nel contempo, la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il leader di Hamas Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, accusandoli di aver crimini di guerra e contro l’umanità.
Fonte principale:
A.Sterling, Protesters demand US Senate block weapons sales to Israel amid Gaza death toll exceeding 44,700, Nation of Change, 20.11
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