La Spezia ha voluto portare il proprio contributo, reclamare in piazza giustizia e libertà per Leonard Peltier, attivista recluso da mezzo secolo nelle carceri statunitensi, far sentire la propria voce insieme a molte altre piccole e grandi città del nostro Paese in queste ultime settimane.
Con convinzione hanno risposto all’appello giunto dal Comitato di Milano col tramite di Andrea De Lotto, Rete spezzina Pace e Disarmo ed Amnesty International La Spezia. Nell’ambito del presidio pace che settimanalmente prosegue con decisa perseveranza dal 2022 – siamo al presidio n.123 – si sono ritrovate in questa occasione dietro lo striscione “Leonard Peltier free” alcune decine di persone per esprimere l’idea di un’umanità universale, l’idea di una cittadinanza globale e per ribadire il valore indissolubile che unisce pace e diritti umani.
A partire dalla semplice emozione del ”sentirsi parte” perché niente sussiste separatamente, viviamo entro una rete di collegamenti, di relazioni, una rete le cui maglie non possono sussistere e si disfano se non inserite in un intreccio di nodi. Il dolore di uno è il dolore di tutti. Il diritto di uno è il diritto di tutti o diritto non è. Tutto è interconnesso.
Questo il titolo del documentario di Andrea Galafassi “MITA’KUYE OYA’S’IN – TUTTO E’ CONNESSO” che al termine del presidio è stato proiettato al Cinema Il Nuovo di La Spezia. Il Nuovo è luogo significativo, luogo storico di incontro ed elaborazione culturale, luogo di viva connessione con diverse realtà cittadine: luogo che sta attraversando un momento cruciale e sta combattendo, con il solidale appoggio degli spezzini, nell’indifferenza delle istituzioni, per la propria sopravvivenza. Non ha mancato anche in questa occasione di mostrare disponibilità e sensibilità.
Un documentario emozionante, nel quale la vicenda biografica e giudiziaria di Leonard Peltier si inserisce nella lotta millenaria per la dignità e l’indipendenza dei popoli indigeni ed esemplifica chiaramente il razzismo, la discriminazione, la violenza culturale, ma non solo, cui sono sottoposti. Ancora oggi. Intensamente. Un documentario nel quale il riferimento ad altre significative lotte rimanda all’urgenza di coordinarci, a livello nazionale ed internazionale, perché come mai prima d’ora, il destino comune ci obbliga a cercare percorsi condivisi, nuova resistenza.
Possa la nostra voce giungere a Leonard Peltier e a tutti i Nativi americani con vicinanza, con gratitudine.
Possa Biden emettere provvedimento di clemenza o di commutazione della pena entro il termine del suo mandato. E’ nostra speranza.
Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d’America è sufficiente collegarsi alla pagina web del sito della Casa Bianca, è sufficiente scrivere anche solo “FREE LEONARD PELTIER”.
Rete Spezzina Pace e Disarmo