La guerra in Ucraina sta precipitando verso l’escalation. Autorizzato da Biden il governo di Zelenski non ha smentito né confermato la notizia degli attacchi ucraini con i missili ATACMS in profondità nel territorio russo. Il presidente ucraino ha sottolineato che “gli attacchi non si fanno con le parole” e che “queste cose non si annunciano ma che i missili parleranno da soli”. Se confermato, l’attacco segnerebbe il primo caso di utilizzo da parte del governo di Kiev di missili americani sul territorio russo.

In risposta agli attacchi ucraini, Putin ha modificato i principi della deterrenza nucleare di Mosca stabilendo il diritto a ricorrere alle armi nucleari in caso di attacco con armi anche convenzionali contro il territorio russo.

La situazione è più grave di quanto dicono i media e di quanto sembrano ritenere i politici. Nei paesi europei e soprattutto in Italia la parola d’ordine è “gettare acqua sul fuoco”. Purtroppo si tratta di acqua diretta non a smorzare il focolaio del conflitto, bensì a smorzare l’allarme provocato dalla sua escalation.  Commenta Fabrizio Battistelli, presidente di Archivio Disarmo: “Quella di Putin non è semplice retorica. Quando evoca la possibilità di una risposta nucleare alla penetrazione in profondità di missili Nato, il suo obiettivo è quello di spaventare, è chiaro. Ma il fatto che lo dica Putin non significa che la situazione non sia spaventosa”.

Effettivamente è spaventoso che si dichiari minacciato nel proprio territorio il governo di una superpotenza nucleare. La Russia è la superpotenza dotata del maggior numero di testate al mondo e di vettori avanzatissimi nelle tre categorie dei missili strategici, a medio raggio e tattici. Quelle che oggi preoccupano sono le ultime due, in quanto comprendono ordigni puntati contro l’Europa occidentale (in particolare contro le basi e i centri di comando Nato e Usa che sono ospitati in 6 paesi europei, tra cui l’Italia) e le “piccole” testate nucleari destinate al campo di battaglia, possibili candidate a un primo colpo “sperimentale” per saggiare/provocare la reazione dell’Occidente.

Secondo l’americana Arms Control Association, nel 2024 l’arsenale nucleare della Russia consiste di circa 4.380 testate attive più altre 1.200 in attesa di smantellamento. Le armi strategiche pronte all’impiego sono stimate in 1.701 con 588 sistemi di lancio. Di queste, 870 sono dislocate su missili balistici terrestri, 640 su missili balistici sottomarini e altre 200 nelle basi aeree pronte a decollare sui bombardieri pesanti. Quanto alle armi tattiche (corto e medio raggio) esse ammontano a 1.525 di cui 90 a corto raggio in dotazione alle forze di terra, 500 a medio raggio per l’Aviazione e 935 per la Marina.

Ufficio stampa IRIAD Archivio Disarmo