I sindacati dei trasporti devono affrontare differenti sfide. Una di queste riguarda le violenze subite dai lavoratori. Un fenomeno che non trova rimedi, a meno che non si vogliano militarizzare gli ambienti più esposti?

Dal report di FS security le denunce sono diminuite del 19% nel 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e risultano circa 300 episodi di violenza all’anno secondo UIL trasporti: non parliamo di violenze verbali, ma di aggressioni sui treni e nelle stazioni ai danni di dipendenti nel settore ferroviario.

“Tuttavia, a fronte di miglioramenti significativi in alcune regioni come Campania e Veneto, si registrano aumenti in altre aree territoriali, in particolare in Toscana e Lazio”, come precisa un comunicato della CISL. Mi sembra interessante notare che FS security conta 1006 dipendenti, cioè addetti alla sicurezza privata per le aree delle stazioni. Inoltre la Polizia Ferroviaria si avvale di un organico di circa 4.400 unità. Per non parlare delle altre forze dell’ordine e dei militari e del controllo dei biglietti prima di raggiungere i binari. Quindi le grandi stazioni sono già militarizzate. Questo è un dato di fatto.

Un’altra sfida è rappresentata dal rinnovo dei contratti. Sappiamo che i salari, anche quando aumentano, non hanno tenuto il passo con l’inflazione, causando una reale e significativa perdita di potere d’acquisto per i lavoratori italiani, difficile da recuperare quando i rinnovi arrivano sempre in ritardo rispetto alle scadenze e portano aumenti inferiori al tasso d’inflazione cumulato. In Europa siamo gli ultimi nell’adeguamento degli stipendi al costo della vita.

Torniamo al primo punto: Dopo l’ennesimo atto di aggressione violenta subito da un lavoratore delle ferrovie, che rischiava, la settimana scorsa di perdere la vita, i sindacati hanno indetto uno sciopero nazionale per tutelare la sicurezza e l’incolumità di tutti i lavoratori dei trasporti che sono a contatto con il pubblico. Ne ho parlato con Antonino Rocca, segretario generale di FIT CISL Toscana.

“Il sindacato ha la missione di cercare di tutelare il mondo dei trasporti in tutte le sue peculiarità ” dice il segretario, aggiungendo che “il fenomeno delle aggressioni violente fisiche e verbali sta crescendo da anni con un arresto solamente nel periodo del Covid-19. Generalmente si tratta sia di persone sprovviste di titolo di viaggio, che di viaggiatori apparentemente normalissimi, ma spesso gente che non ha nulla da perdere. Ci aspettiamo, dopo i protocolli firmati al MIT, che vi sia la volontà delle prefetture locali di aprire tavoli tecnici per l’applicazione a livello regionale dei suddetti protocolli. Chiediamo alle aziende interessate di investire risorse in formazione del personale, per permettere ai lavoratori di capire in precedenza le situazioni critiche e se possibile cercare di evitarle. In tali situazioni critiche noi più volte abbiamo raccomandato di sospendere l’attività, e chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, e successivamente denunciare l’accaduto.

Inoltre chiediamo alle aziende coinvolte in queste situazioni di costituirsi parte civile nei processi, in modo da ottenere un congruo risarcimento danni per quanto riguarda l’assenza del dipendente; molte volte inoltre succede che si verifichi un’ “interruzione di pubblico servizio” e questo potrebbe essere un deterrente per evitare queste continue aggressioni.

Per quanto riguarda il potere d’acquisto perduto negli ultimi anni Antonino Rocca mi spiega che “bisogna ottenere rapidamente il rinnovo del contratto di lavoro del settore ferroviario”; tra l’altro ricorda anche che sussistono attualmente “problemi di dumping contrattuale con alcune aziende” che fanno trasporto ferroviario e non applicano il contratto della Mobilità Attività Ferroviarie, così da spingere le tutele e i salari al ribasso. La FIT CISL Toscana spinge per l’applicazione del contratto della Mobilità AF a tutte le realtà aziendali che gravitano attorno al comparto ferroviario.

Gli chiedo se il salario minimo potrebbe risolvere la situazione e mi risponde che “sarebbe un autogol per i lavoratori, perché come Fit Cisl Toscana, sposiamo in pieno la politica della Cisl sulla Rappresentanza e sull’applicazione dei contratti collettivi nazionali di riferimento, che troverebbero al contrario un forte indebolimento.”

Ne ricavo la sensazione di un sindacato che si assume la piena responsabilità delle tutele contrattuali e salariali per i lavoratori toscani, ma che sembra molto legato anche a quella che io definirei responsabilità nei confronti delle aziende, in modo da non perdere posti di lavoro. Infatti alla fine il segretario della Fit Toscana aggiunge che “lo sciopero deve essere usato con oculatezza, per non svilire questo grande strumento che rischia di essere inflazionato, e se usato male potrebbe anche diventare un boomerang per i lavoratori, in particolare quando non si tiene conto delle condizioni finanziarie delle aziende”.

Conclusione opinabile, che denota un atteggiamento più cauto rispetto alle altre organizzazioni sindacali, che si preparano a uno sciopero generale da cui la CISL si è sfilata.

Finora i sindacati italiani sono stati i peggiori in Europa, oppure i più “responsabili”? Ma responsabili nei confronti di chi? Landini nel frattempo invoca la rivolta sociale.

Lo sciopero dovrebbe essere sempre contro qualunque tipo di violenza, compresa quella che schiaccia i più deboli.

A tal proposito voglio ricordare un episodio di violenza vissuto da un mio amico, che ci può aiutare a capire come la militarizzazione delle grandi stazioni si possa ritorcere contro persone inermi:

https://medium.com/@oibaf/quel-giorno-che-dei-poliziotti-mi-hanno-picchiato-ed-urlato-in-faccia-la-legge-siamo-noi-2ece8d12072