Bandiere palestinesi divelte dai balconi e bruciate, canti inneggianti alla distruzione e al genocidio dei bambini e delle bambine della Striscia di Gaza, allo stupro delle donne palestinesi, pestaggio di taxisti arabi, non rispetto del minuto di silenzio, con fischi e urla, per le vittime spagnole dell’alluvione di Valencia, all’inizio della partita di calcio tra la squadra del MaccabiTel Aviv e l’Ajax nello stadio di Amsterdam. Questi atti hanno certamente contribuito al verificarsi degli scontri tra tifosi israeliani e tifosi olandesi, simpatizzanti con la causa palestinese.

Antisemitismo, nuovo pogrom contro gli ebrei in terra europea: questo il grido che si è levato da parte del governo israeliano ed è rimbalzato unanime anche nei media europei e nostrani. Notizie distorte, subito utilizzate dalla destra e ultradestra olandese per fomentare l’islamofobia.

Difficile, dopo i titoloni delle testate più note, tipo “violento attacco antisemita a tifosi israeliani ad Amsterdam”, riportare anche solo i comunicati della polizia locale, che smentiscono azioni premeditate contro gli ebrei.

Certamente non è mia intenzione approvare lo scontro fisico che si è verificato, ma non si può tacere sulla realtà fattuale e sulla responsabilità di chi ha permesso il comportamento provocatorio di tifosi fanatici israeliani al seguito della squadra di Tel Aviv. La strategia di definire come antisemitismo ogni critica alla politica di Israele nei confronti dei palestinesi, anche se manifestamente criminale secondo il diritto internazionale, non può che alimentare lo stesso fenomeno che si vorrebbe combattere e debellare.

Per una puntuale ricostruzione dei fatti, consiglio la lettura dell’articolo al link seguente:

https://www.labottegadelbarbieri.org/cosa-e-successo-davvero-ad-amsterdam-prima-e-dopo-ajax-maccabi-dalle-provocazioni-allaggressione/?fbclid=IwY2xjawGd5SlleHRuA2FlbQIxMQABHSgKSIPPUC9JcWWERx_aTHRBrhRdkeVM9Ej7N9AloOoRuvP-a7AyUhKnKg_aem_pXGC7XSfu9Mxev1S6Ts4Cg