È risaputo: il governo talebano si sostiene con gli aiuti che i Paesi occidentali donatori, e gli Stati Uniti in particolare, inviano in Afghanistan. I rapporti dell’Ispettore generale speciale per la ricostruzione dell’Afghanistan (Sigar) l’hanno mostrato più volte. La gran parte degli aiuti che arrivano nel Paese vengono intercettati dai Talebani in vario modo e trattenuti, con le buone o le cattive, per il sostegno diretto dell’apparato statale e per foraggiare il consenso e la fedeltà dei funzionari che amministrano, mantenendo e sostenendo il regime ai vari livelli e nelle regioni più remote, senza  che le  organizzazioni  preposte alla distribuzione abbiano  la capacità o la volontà di controllo o rifiuto.

Ma come hanno fatto i Talebani a mettere in piedi in così breve tempo questo modello di  governance?  In realtà, l’apparato era già pronto: l’economia afghana già prima si manteneva grazie ai finanziamenti esterni e alla corruzione. Il denaro statunitense aveva permeato tutti i livelli della politica e della società afghana. Quando gli Stati Uniti e la coalizione hanno lasciato il Paese, i Talebani e i loro miliziani si sono infilati ovunque hanno potuto per accaparrarsi le fonti di reddito e di ricchezza. Quindi le tasse, le tangenti, i balzelli che sistematicamente e in grande quantità vengono richiesti non solo alle ricche Ong e alle istituzioni internazionali, ma anche agli strati più poveri della popolazione affamata e alle più povere fra le donne vanno ad arricchire non tanto le tasche dello Stato quanto quelle personali dei ministri, così facendo dell’Afghanistan uno  Stato cleptocratico  in piena regola.

Si arricchiscono innanzitutto attraverso le tasse, ma anche attraverso la distribuzione di varie licenze e servizi  per i quali possono addebitare tariffe ufficiali e tangenti non ufficiali, come per i passaporti e le carte d’identità. Le tasse vengono riscosse anche in modo informale, attraverso visite porta a porta, con incarcerazioni, minacce  e atti di violenza in caso di mancato pagamento.

Le restrizioni alle donne sono fonte di guadagno

E poi ci sono le tangenti che vengono richieste alle donne e ai loro famigliari. Grazie alle leggi che tolgono le libertà alle donne, chi ha in mano il potere può lucrare sulle concessioni rilasciate di volta in volta. Le restrizioni per le donne a viaggiare da sole o all’estero, l’imposizione di indossare l’hijab,  il divieto di  lavorare  sono diventate fonti di guadagno per chi gestisce il potere, per quanto piccolo: molte donne hanno testimoniato  che sono riuscite a passare la frontiera o a viaggiare solo grazie alle tangenti o alle multe che hanno dovuto pagare.

Si scopre così che tutte le limitazioni imposte alla popolazione e in particolare alle donne non sono dettate solo dal furore fondamentalista dei religiosi talebani che vogliono diffondere la sharia, ma anche dalla ricaduta economica che i funzionari che le applicano ne possono trarne in termini di tangenti, imposte per qualsiasi servizio indispensabile alla sopravvivenza della popolazione.  E dove non bastano le tasse arriva la corruzione. Alcune testimonianze hanno raccontato a 8AM Media che la corruzione è aumentata enormemente rispetto al primo emirato.

Anche l’impiego nel governo è un mezzo con cui vengono premiati combattenti e lealisti. A maggior ragione, le posizioni di potere sono affidate ai parenti.  Ma se i privilegi dei piccoli funzionari servono ai Talebani per garantirsi la loro indiscussa fedeltà, i leader più potenti hanno fonti di reddito più consistenti e soprattutto si organizzano per mettere al sicuro all’estero le ricchezze ottenute, seguendo strade già ben consolidate dal precedente governo, cioè attraverso i viaggi, prevalentemente giustificati con “motivi di salute”, dato che i viaggi sono altrimenti proibiti ai Talebani accusati di terrorismo.

Come si arricchiscono i Talebani

Più che preoccuparsi per il riconoscimento internazionale, i Talebani sembrano interessati ad aumentare il loro accesso al denaro contante, e le entrate doganali sono una fonte importante di valuta, dopo che la comunità internazionale ha tagliato l’accesso alle riserve di valuta estera.

Le esportazioni e i dazi doganali legati alle risorse naturali hanno notevolmente aumentato le loro entrate. I leader hanno un’influenza praticamente  incontrollata sui diritti, sull’estrazione e sull’esportazione delle ricchezze minerarie dell’Afghanistan, come il carbone, ma anche le pietre preziose e i metalli semipreziosi. Ugualmente redditizi il disboscamento illegale e le esportazioni di legname.

Anche il contrabbando è una fonte di ricchezza. Un’importante via per il commercio illecito, il traffico di droga e altre pratiche corrotte è l’ Accordo commerciale  di transito tra il Pakistan e l’Afghanistan, ma i Talebani sono stati identificati anche come direttamente coinvolti nel traffico di armi e in quello degli esseri umani. E poi c’è il commercio dell’oppio, da sempre la principale fonte di ricchezza per i Talebani.

Come sfruttano le ONG

Infine ci sono le organizzazioni umanitarie che lavorano in Afghanistan, spesso costrette a pagare tasse, fino al 15% degli aiuti delle Nazioni Unite.

Ma non basta: i Talebani si sono inseriti in molte organizzazioni occupando posizioni strategiche, così da manovrare l’assistenza indirizzando i fondi verso i loro sostenitori e famigliari e tassando gli aiuti fino al  66%  di quanto distribuito.   Inoltre hanno costituito Ong proprie, con le quali possono ricevere gli aiuti umanitari dalle organizzazioni internazionali e distribuirli nelle località con maggiori affinità politiche, etniche, regionali e religiose.

Quanti soldi sono riusciti a ottenere in questo modo? Il Sigar rivela che dall’agosto 2021 i partner attuatori statunitensi hanno pagato al governo talebano in tasse, commissioni, servizi almeno 10,9 milioni di dollari, ma poiché i pagamenti delle agenzie Onu che ricevono fondi statunitensi non sono soggetti a controlli, l’importo effettivo potrebbe essere molto più alto.

Tutti soldi che mantengono i Talebani al potere perché pagano i privilegi e la corruzione dei loro fedeli funzionari corrotti e dei loro sostenitori per assicurarsi il loro appoggio. Cosa accadrebbe al governo talebano se questi soldi non arrivassero più?

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