“Manovra, via 4,6 miliardi dal fondo auto per finanziare l’industria della Difesa”. Era questo il titolone di prima pagina di ieri 29 ottobre 2024 de Il Sole 24 ore. Tradotto significa che il governo ha fatto una scelta precisa sottraendo fondi all’economia civile per rafforzare l’industria di guerra e di morte.

A dire di tutti l’industria della Difesa sta andando a gonfie vele. La richiesta di nuovi sistemi d’arma è fortissimamente in crescita per via dei tanti conflitti “armati” in corso mentre la crisi dell’industria delle auto da Wolkswagen a Stellantis è sotto gli occhi di tutti. Quei miliardi distratti servivano peraltro a contribuire a finanziare il passaggio all’auto elettrica secondo le indicazioni di Bruxelles. Non servono nemmeno a rincorrere l’aumento del 2% delle spese per il comparto Difesa perché non vanno alle forze armate ma all’industria.

Secondo i malevoli sono il risultato del peso dell’attuale ministro della Difesa che, prima di fare il ministro, era il rappresentante in capo del massimo consorzio delle industrie armiere, proprio quelle che riceveranno l’aiutino da 4 miliardi e 6 cento milioni! A preoccupare noi è piuttosto l’idea di Italia e di mondo, l’idea di futuro, che stiamo nutrendo. Incentivare la produzione di armi significa non solo dar credito all’ipotesi che le guerre si moltiplicheranno ma che noi lo prepariamo e lo sollecitiamo invece di costruire la pace con la cooperazione, la fiducia, il dialogo, l’incontro tra i popoli.

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