Il 30 ottobre l’Alta Corte di Tokio ha stabilito che il divieto del matrimonio tra persone dello stesso sesso viola gli articoli 14.1 e 24.2 della Costituzione. È una grande vittoria per la comunità Lgbtqia+ del Giappone, ottenuta con gradualità attraverso varie sentenze.
Nel marzo 2021 la Corte Distrettuale di Sapporo era stata la prima a riconoscere l’incostituzionalità del divieto, ai sensi dell’articolo 14. Tre anni dopo, nel marzo 2024, l’Alta Corte di Sapporo aveva confermato la sentenza. Poi era stata la volta, lo stesso mese, della Corte Distrettuale della capitale. In mezzo, c’erano state sentenze di segno opposto della Corte Distrettuale di Osaka nel giugno 2021 e di quella di Fukuoka nel giugno 2023.
Le sentenze delle corti locali sono importanti, ma ora occorre superare un ultimo ostacolo: le coppie omosessuali devono essere riconosciute dal governo centrale e non solo dalle amministrazioni e dai tribunali locali. Ma c’è ottimismo sul fatto che la sentenza dell’Alta Corte di Tokio potrà fare la differenza.