Sembrava ieri che giravamo in ogni manifestazione cittadina col “santino” di Ilaria Salis sulle spalle per protestare contro la sua ingiusta reclusione in Ungheria in condizioni estremamente disumane e degradanti.

Per fortuna, poi, è arrivata la proposta di AVS di candidatura al Parlamento Europeo, una proposta che è stata confermata dagli antifascisti di tutta Italia che l’hanno votata in massa: 176.000 voti, l’11,7% di preferenze nella sola Torino che di antifascismo se ne intende.

Per cui gli striscioni di minaccia dei neofascisti che l’accolgono all’arrivo non spaventano nessuno e soprattutto non esprimono alcuna reale opposizione alla sua presenza in città dove in serata terrà un dibattito all’Askatasuna per il tour “Questa notte non sarà breve” in cui prosegue l’attività di solidarietà e sostegno ai militanti antifascisti tuttora in carcere e sotto processo in Ungheria.

Noi la aspettiamo già dal mattino davanti al carcere delle Vallette, questo è la nostra informazione “riservata” che custodiamo con emozione da alcuni giorni, Ilaria Salis non mancherà di andare in visita al carcere torinese, come ha già fatto a Milano e Alessandria, e soprattutto andrà ad incontrare le donne della sezione femminile che hanno appena concluso lo sciopero della fame e che questa estate, già in mobilitazione, si erano rivolte anche a lei.

Ilaria si presenta a sorpresa alla guardiola del carcere con due suoi collaboratori, ha il diritto di entrare senza preavvisare in quanto consigliera europea (i consiglieri comunali devono fare richiesta ed alcuni consiglieri torinesi sono in attesa della autorizzazione da circa quattro mesi), noi la aspettiamo fuori sapendo che l’attesa sarà molto lunga. Questo è un carcere enorme, complesso e pieno di criticità, non lo puoi attraversare velocemente, e poi ci sarà l’incontro con le donne in lotta, preavvisate invece, loro, con un telegramma.

All’uscita Ilaria si concentra per alcuni minuti per preparare l’intervento da diffondere, deve essere breve e incisiva, vuole che a parlare della lotta delle donne siamo noi, che le sosteniamo da alcuni anni, ci proviamo: https://www.instagram.com/reel/DBT1TfatYRi/?igsh=MTNuaDVkZmVnbHdzNA

Al di fuori delle notizie essenziali ci confidano di essere rimaste molto colpite dalla competenza e dalla preparazione delle donne che hanno incontrato, dalla loro capacità di identificare ed illustrare i problemi del carcere e le soluzioni che andrebbero adottate e per cui si battono da anni con diversi metodi non violenti: lo sciopero della fame, lo sciopero del carrello, qualche battitura di protesta. Metodi che, se passerà il DDL Sicurezza, non saranno più possibili, anche se non violenti, anche se “passivi” come recita uno degli articoli.

E allora cosa dovremo fare per denunciare la crisi del carcere?” commentano le ragazze “saremo obbligate a suicidarci tutte?”

Non sono le uniche ad angosciarsi di come e con quali forme di azione si potranno portare avanti le lotte nel caso che questo DDL fosse approvato, lo siamo un po’ tutte, e per questo motivo quando l’incontro finisce noi Mamme ci dirigiamo velocemente al corteo cittadino contro il DDL sicurezza. Oggi 19 ottobre si tiene un corteo nazionale a Roma indetto dalla rete Liberi/e di lottare, ma in quasi tutte le piazze d’Italia partiti, sindacati, collettivi e movimenti hanno organizzato cortei e manifestazioni per iniziare a raccogliere e costruire una sempre più vasta, speriamo, opposizione popolare che sia capace di dare forza a chi dovrà opporsi in Parlamento e nelle istituzioni contro questo scempio giuridico e repressivo.

Manifestiamo con i compagni e le compagne con cui condividiamo molte lotte: per l’ambiente, la difesa dei territori, l’opposizione al TAV, per il diritto alla casa e all’abitare, per la Palestina, ci sono gli studenti medi e universitari. Il corteo avanza per le strade cittadine al grido di “Casa, lavoro, salute! La nostra sicurezza eccola quà”. Tanti gli interventi che ribadiscono come questo governo (ma anche diversi governi precedenti) vogliano dare una “risposta poliziesca” al disagio sociale e quindi invece di investire sulle case per tutti, su una scuola che non cada a pezzi sulle teste degli studenti, nella sicurezza sul lavoro si vanno a criminalizzare i soggetti e le lotte che di queste problematiche si occupano e denunciano.

Torino. 19 ottobre 2024. Manifestazione contro il Disegno di legge 1660 Piantedosi-Nordio-Crosetto c.d. Sicurezza. Crediti: M.BARIONA
Torino. 19 ottobre 2024. Manifestazione contro il Disegno di legge 1660 Piantedosi-Nordio-Crosetto c.d. Sicurezza. Crediti: M.BARIONA
Torino. 19 ottobre 2024. Manifestazione contro il Disegno di legge 1660 Piantedosi-Nordio-Crosetto c.d. Sicurezza. Crediti: M.BARIONA

Potremmo ormai essere stanche, ma la nostra giornata non è ancora finita: siamo attese all’Askatasuna per il dibattito con Ilaria Salis, Dana Lauriola e Nicoletta Dosio. Mentre Ilaria, Dana e Nicoletta parleranno delle loro esperienze di detenzione e dell’importanza della solidarietà che per loro si è attivata a noi toccherà il compito di essere le testimoni di chi quella solidarietà esterna ha contribuito a realizzare e che oggi continua nella solidarietà alle donne delle Vallette.

Ilaria racconta della sua esperienza nel carcere ungherese, sua e di altre compagne detenute con le medesime accuse, dei lunghi mesi di impossibilità di comunicazione con chiunque, sorretta solo dalla speranza e dalla convinzione che in qualche modo, al di fuori, forme di solidarietà sarebbero state intraprese, finchè finalmente le giungono in carcere i fascicoli di Internazionale con i fumetti di Zerocalcare. «Ho fatto ricorso alla mia forza interiore, i valori politici innanzitutto, ma anche ricordi e saperi che mi avevano tramandato compagni finiti in carcere prima di me. Sapevo che si parte e si torna tutti assieme e che non si lascia nessuno indietro”.

Anche Dana racconta delle difficoltà della vita carceraria in un carcere italiano, che se non pullula di cimici non fa mancare la compagnia numerosa delle blatte, ma dove al tempo stesso ha potuto sviluppare profondi legami e forme di lotta, uno sciopero della fame per ottenere diritti negati nel periodo pandemico, e di quanto la solidarietà espressa dal di fuori sia stata importante.

Noi Mamme raccontiamo brevemente la nostra esperienza concreta di solidarietà fuori e dentro al carcere, e di come, soprattutto, queste esperienze ci abbiano condotto ad approfondire le tematiche dell’abolizionismo. Perché in questa epoca moderna in cui le scienze sociali hanno fatto passi da gigante è astorico che esista ancora una istituzione totale pensata e concepita nel 1800, che replica un sistema patriarcale e punitivo che mira alla disumanizzazione dei reclusi attraverso la negazione dell’affettività, della famiglia, della socialità, del lavoro, dello studio, dello sguardo in profondità sul mondo, della presenza della natura. Tutto questo ha un solo nome che è tortura e impedisce di fatto qualsiasi tentativo di rieducazione della pena.

Qui la registrazione integrale dell’intervento delle Mamme

Ripercorrere le parole di Nicoletta Dosio è sempre difficile, bisogna ascoltarla, e speriamo che sia stato registrato anche quello.

L’incontro si conclude con un intervento corale contro il DDL sicurezza e il grave rischio democratico che esso contiene.

Finalmente questa lunga giornata di lotta si è conclusa e possiamo tornare a casa, satolle di incontri e parole importanti, speranzose che la solidarietà nelle lotte possa vincere sul fascismo che avanza.