Con la fine della pandemia Covid-19 la mobilità ospedaliera è ritornata a crescere, attestandosi nel 2022 all’8,5% e confermando la propensione degli italiani a ricoverarsi in mobilità extraregionale. La spesa e il volume dei ricoveri in mobilità rappresentano una quota significativa per l’Italia con un totale complessivo di due miliardi di euro, pari a circa l’80% della spesa e del volume per mobilità sanitaria totale.

E’ l’AGENAS (l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) a fare il punto con il documento sulla “Mobilità Sanitaria in Italia 2023”. L’AGENAS scompone la mobilità sanitaria attraverso le determinanti che caratterizzano tale fenomeno, ovvero in mobilità apparente (ricoveri effettuati nella regione di domicilio del paziente quando quest’ultima non coincide con la regione di residenza), mobilità casuale (ricoveri effettuati in urgenza) e mobilità effettiva (componente sulla quale la regione potrebbe intervenire per contrastare il fenomeno della mobilità). Quest’ultima componente, a sua volta, viene scomposta in ricoveri caratterizzati da DRG (Raggruppamento omogeneo di diagnosi – Diagnosis Related Group) di alta complessità, DRG di media o bassa complessità e ricoveri classificati con DRG a rischio di inappropriatezza.

In Italia la spesa per mobilità effettiva per due ricoveri su tre è assorbita da strutture private accreditate (66,92%), per un totale pari a 1,4 mld. Anche in termini di volumi, la percentuale di ricoveri è più elevata nelle strutture private accreditate rispetto alle strutture pubbliche. Inoltre, circa un terzo della spesa in mobilità è assorbito da ricoveri classificati con DRG di alta complessità verso strutture private accreditate.

Il fenomeno della mobilità ospedaliera si caratterizza in modo diverso a seconda dell’area geografica che viene presa in considerazione e con una variabilità ancora maggiore se si osservano le singole regioni. Limitando l’analisi alla mobilità sanitaria effettiva, i volumi di ricoveri dei residenti in Campania, Lombardia e Puglia rappresentano oltre un quarto della mobilità complessiva e, inoltre, le medesime regioni registrano anche i più alti livelli di spesa. Non risulta, invece, sempre in linea il binomio volumi-costi per le altre regioni/PA.

Se invece l’attenzione viene spostata sull’analisi degli indici di fuga (l’indice di fuga misura la percentuale di fuga rispetto al fabbisogno di prestazioni da erogare ai propri residenti. L’indice analizza il rapporto tra ricoveri effettuati fuori regione da residenti di una regione sul totale dei ricoveri effettuati dai residenti della regione stessa), si osserva una propensione molto elevata in Molise e Basilicata al ricovero in fuga. La PA di Bolzano, al contrario, si distingue per essere la regione con il numero più basso di ricoveri in fuga rispetto al bisogno di prestazioni espresso dai propri residenti. In generale, nel 2022, l’indice di fuga è più alto quando si considerano le regioni del Sud del Paese (Sud: 13,36%), valore che diminuisce risalendo lo stivale (Centro: 10,30%; Nord: 8,85%).

Nel 74,4% dei ricoveri in mobilità presso strutture private accreditate, la tipologia di ricovero più adottata è il ricovero ordinario. Il ricorso a ricoveri in day hospital è più frequente nelle strutture pubbliche (Privato:25,6%; Pubblico: 31,7%). Considerando sempre il gruppo delle strutture private accreditate, nel Sud del Paese, nonostante la proporzione di ricoveri ordinari rispetto quelli in day hospital sia la più bassa in assoluto (72,3%), il peso della spesa per ricoveri ordinari in mobilità passiva è il più alto (93,9%). In termini di volumi di ricoveri in mobilità sanitaria in nove ricoveri su dieci la tipologia di ricovero prevalente è in reparti per acuti. Tale proporzione varia lievemente nel Nord del Paese dove il ricorso a ricoveri in post-acuzie è molto più alto (Nord: 12,55%) che al Centro-Sud (Centro: 6,80%; Sud: 6,43%), inoltre, più dell’85% dei ricoveri in post-acuzie è erogato dalle strutture private, mentre per i ricoveri acuti la percentuale di ricoveri nel privato accreditato scende al 58,62%.

Ma quali sono le Regioni che attraggono maggiormente? L’indice di mobilità attiva, che rappresenta la quota di ricoveri in attrazione di residenti rispetto il totale della produzione, mostra come la regione Molise, considerando la sua produzione, sia la più attrattiva d’Italia (41,61%). A seguire troviamo l’Emilia-Romagna (20,76%) e la Basilicata (19,23%), mentre la Calabria, la PA Bolzano e la Valle d’Aosta sono le regioni che, sempre in considerazione della loro produzione, attraggono meno. Considerando esclusivamente il volume assoluto di ricoveri in mobilità attiva, nel 2022, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sono risultate le regioni più attrattive, assorbendo il 56% dei ricavi complessivi di mobilità.

Oltre la metà dei ricoveri e dei ricavi da mobilità attiva sono destinati alle regioni del Nord Italia e caratterizzati da DRG di alta complessità (ricavi: 54,24%), in particolare le regioni Lombardia (54,94%), Emilia-Romagna (56,44%) e Veneto (57,55%) sono quelle con i maggiori ricavi. I ricavi per ricoveri in mobilità attiva per DRG di media e bassa complessità hanno un peso rilevante in quasi tutte le regioni d’Italia, soprattutto nelle regioni del Sud (53,35%). In sette regioni su dieci i ricoveri in mobilità classificati con DRG di alta complessità sono prevalentemente presso strutture private accreditate, mentre è meno rilevante il loro peso per i ricoveri con DRG di media e bassa complessità e quelli a rischio di inappropriatezza. Calabria, Sicilia e Campania rimangono le regioni con il saldo negativo più marcato, con deficit rispettivamente di 178,6 milioni di euro, 131,3 milioni di euro e 204,2 milioni di euro.

Qui il documento “La mobilità sanitaria – Edizione 2023” dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali