Le aziende quotate in borsa sono quelle che stanno approfittando, facendo grandi profitti, del genocidio di Israele a Gaza, quindi lo slogan è stato: “Mentre cadono le bombe su Gaza, Wall Street fa boom”, cioè proprio il boom delle imprese quotate in borsa, soprattutto quelle coinvolte nel settore militare, produttori di armi. Per Stephanie Westbrook, cittadina di origine statunitense impegnata nel movimento BDS che invita ad attuare boicottaggio, disinvestimento e sanzioni verso lo Stato di Israele, il “gruppo Jewish Voice for Peace che ha organizzato ieri l’occupazione della borsa simbolo del capitalismo mondiale in questi anni ha fatto un lavoro eccezionale, innanzi tutto per smantellare l’idea che tutti gli ebrei sono a favore delle politiche di Israele. Loro sono chiaramente antisionisti e sostengono appieno i diritti del popolo palestinese.”

Quella di ieri è stata l’ultima di una serie di azioni eclatanti attuate a New York contro il genocidio e le complicità statunitensi ed occidentali, come l’invasione della Statua della Libertà, l’occupazione della Grand Central Station, il blocco del Manhattan Bridge, “rispondendo all’appello del popolo palestinese di fermare il business as usual, cioè di fermare quell’andare avanti come se nulla fosse mentre c’è un genocidio in corso”, a differenza delle posizioni dei partiti democratico e repubblicano che mantengono il sostegno ed anche il rifornimento di armi ad Israele anche a fronte del pronunciamento della Corte internazionale di Giustizia che ha messo sotto accusa le condotte genocide dello Stato sionista.

Il movimento BDS ha comunque raggiunto alcuni importanti risultati, come l’annuncio della Puma di interrompere le sponsorizzazioni in Israele.

 

 

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