Ieri, durante la seconda serata della nona edizione del Festival “Love Sharing”, festival internazionale dedicato alla cultura della pace e della nonviolenza, organizzato da Theandric Teatro Nonviolento, presso il teatro Sant’Eulalia  è stata presentata la III Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza.

Dopo i saluti di Maria Virginia Siriu, direttrice artistica del festival, e la presentazione della serata, ha preso la parola Antonello Murgia, esponente di “Sardegna per la Pace”, comitato sardo per la III Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, e coordinatore regionale dell’ANPI. Ha ricordato le due precedenti Marce che hanno fatto tappa a Cagliari: la prima, promossa dall’associazione internazionale umanista “Mondo senza Guerre e senza Violenza”, nel 2009, la seconda nel 2019. La prime due edizioni hanno coinvolto tantissime persone e associazioni con eventi preparativi e marcia finale per le vie della città.

Il relatore ha messo in rilievo come L’ONU, nato dopo la seconda guerra mondiale, avesse lo scopo di costituire un diritto internazionale capace di debellare la guerra come soluzione ai conflitti. La Dichiarazione universale dei diritti umani (10 dicembre 1948) e la Costituzione italiana, che l’ha preceduta, entrata in vigore nel gennaio dello stesso anno, all’art. 11, esprimevano il sentimento universale di “ripudio” della guerra.

In realtà, il sogno di un mondo senza guerre non si è realizzato. Ultimamente, l’espansione dei conflitti deflagrati in guerra è ulteriormente cresciuta dal 2019 a oggi, dopo la pandemia del Covid. La guerra tra Russia e Ucraina, le guerre in Medio Oriente, in particolare l’azione genocidaria del governo d’Israele in Palestina contro la popolazione di Gaza dopo il 7 ottobre 2023, le guerre dimenticate nell’Africa Subsahariana, la guerra di questi giorni di Israele contro il Libano, hanno oscurato la parola Pace.

Global Pieace Index 2024 (foto di Pierpaolo Loi)

Dall’impegno delle nazioni per promuovere la pace si è passati al destinare maggiori risorse per mettere in atto la guerra. La spesa militare in Italia è passata dai 12,7 miliardi di euro dell’anno 2000, ai 27,7 miliardi del 2023 (+ 118%); nel Mondo, dai 1027 miliardi di dollari dell’anno 2000 ai 2240 miliardi del 2023 (+118).

La Sardegna, in questo scenario, è in prima linea con le già pesantissime servitù militari, che vengono incrementate con la riattivazione dell’Aeroporto militare di Decimomannu per la scuola piloti dei cacciabombardieri F35 con possibilità di testate nucleari. Con l’aumento della produzione e vendita di armi della fabbrica RWM di Domusnovas-Iglesias; vendita di armi proibita dalla legge 195 a Paesi belligeranti. Con l’intensificazione delle esercitazioni militari, anche in aree non sottoposte a servitù e senza il parere del Comitato Paritetico Misto.

 Il pericolo nucleare

La Marcia Mondiale nasce come progetto di sensibilizzazione sulla situazione internazionale riguardo ai conflitti armati, al dilagare della violenza e della discriminazione nel mondo; come proposta di riduzione progressiva delle spese militari e dello smantellamento degli arsenali nucleari. Creare coscienza sui pericoli che comportano i crescenti conflitti, valorizzare azioni positive, dare voce ai/alle giovani e promuovere la cultura della nonviolenza in tutte le sue declinazioni. Promuovere la cultura dell’accoglienza nei riguardi dei migranti richiedenti asilo che fuggono dai loro paesi a causa dei cambiamenti climatici, del terrorismo e delle guerre.

Coincidenza ha voluto che nella stessa giornata dell’11 ottobre fsia stato assegnato il premio Nobel per la Pace 2024 all’organizzazione giapponese antinucleare Nihon Hidankyo, “per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato attraverso la testimonianza dei sopravvissuti che le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate”. Premio dato, dunque, agli Hibakusha, ultimi testimoni dell’orrendo crimine dell’uso della bomba atomica sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945.

Antonello Murgia ha ricordato ai presenti che la nave della pace degli Hibakusha, la Peace Boat,  è approdata per ben due volte al porto di Cagliari. Grazie anche alla sinergia creatasi tra le associazioni pacifiste dell’Isola per organizzare la loro accoglienza, il loro arrivo ha coinvolto moltissime persone e anche le istituzioni cittadine; in particolare, durante la precedente Giunta Zedda, il Consiglio comunale ha sottoscritto una dichiarazione su Cagliari città denuclearizzata.

Il 22 gennaio 2021, al raggiungimento del cinquantesimo Paese che lo ha ratificato, è entrato in vigore Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). L’Italia e tutte le nazioni sotto il controllo della NATO non lo hanno ratificato. Senzatomica, progetto dell’dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, la Rete Pace e Disarmo e parte della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), Premio Nobel 2017, hanno promosso la mobilitazione Italia ripensaci per spingere l’Italia a ratificare il Trattato.

La III Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è partita il 2 Ottobre 2024 dal Costarica -l’unico Stato che ha rinunciato ad avere un esercito- anniversario della nascita di Gandhi e Giornata Mondiale della Nonviolenza. Attraverserà i cinque continenti per concludere il suo lungo viaggio di speranza sempre a San José di Costarica. In Italia arriverà nel mese di novembre. A Cagliari, il 23 novembre 2024 ci sarà una manifestazione con corteo; raduno a piazza Garibaldi, dalle ore 17:00.

In conclusione, Antonello Murgia ha ricordato la Giornata di mobilitazione nazionale “Fermiamo le guerre il tempo della Pace è ORA” di sabato 26 ottobre, che vedrà coinvolte le città di Bari, Cagliari, Firenze, Milano, Palermo, Roma e Torino.

Un intervento dal pubblico in sala ha ricordato come una legge, entrata in vigore nel marzo di quest’anno, abbia istituito per la data del 4 novembre la festa delle “Forze armate[*], sebbene la giornata resti lavorativa. L’ “Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole” ha già evidenziato come le Scuole di ogni ordine e grado siano invitate a organizzare incontri con i militari. Il 4 novembre è giorno di lutto, non giorno di festa. La persona intervenuta ha concluso con l’appello a boicottare iniziative simili, a obiettare alla guerra, a promuovere la cultura della pace. Ha concluso il suo intervento con la richiesta ai responsabili delle chiese e delle religioni di non partecipare alle celebrazioni ufficiali.

 

[*]La legge numero 27 entrata in vigore il 17 marzo 2024 istituisce la giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate riconoscendo come festività nazionale il 4 novembre.