Il silenzio rischia di essere interpretato come un segno di debolezza o, peggio, di complicità tacita. Il nostro Paese non può permettersi di essere complice del fallimento della missione UNIFIL. Se qualcuno deve lasciare la Blue Line, non sono certo i caschi blu: devono essere le forze israeliane.
In un quadro sempre più teso, le forze armate israeliane (IDF) stanno colpendo deliberatamente i caschi blu delle Nazioni Unite nella Blue Line, l’area cuscinetto presidiata dalla missione UNIFIL. Questi attacchi contro una forza di interposizione incaricata di monitorare il rispetto della risoluzione ONU sono un atto gravissimo che mina la stabilità regionale e delegittima l’impegno internazionale per la pace.
L’Italia ha una responsabilità diretta: i soldati italiani sono tra i caschi blu impegnati a mantenere la pace in questa zona critica, e il loro mandato è chiaro. Sono lì per far rispettare la risoluzione delle Nazioni Unite che stabilisce la cessazione delle ostilità e la protezione dei civili. Se Israele ritiene che la presenza dei caschi blu sia un ostacolo alle sue operazioni, la risposta non può che essere il diniego. Se qualcuno deve lasciare la Blue Line, non sono certo i caschi blu: devono essere le forze israeliane, le cui azioni rappresentano una flagrante violazione del mandato ONU.
Di fronte a questa situazione, il remissivo silenzio delle istituzioni italiane, in primis del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è non solo incomprensibile, ma anche inaccettabile.
Al presidente della Repubblica chiediamo, in quanto garante della nostra Costituzione, di sostenere l’ONU.
Occorre far sentire la voce dell’Italia e dell’Europa di fronte a queste aggressioni.
Il silenzio rischia di essere interpretato come un segno di debolezza o, peggio, di complicità tacita in un momento così critico.
Al presidente Mattarella chiediamo di intervenire pubblicamente.
Israele deve fermare immediatamente gli attacchi contro le forze di pace e rispettare la risoluzione ONU.
Le forze di pace dell’Onu non possono essere abbandonate a se stesse. Il silenzio non è una strategia: è una resa di fronte all’arroganza e alla violenza.
La comunità internazionale, l’Unione Europea e l’Italia in particolare, devono reagire con fermezza.
Il nostro Paese non può permettersi di essere complice del fallimento della missione UNIFIL.
Israele deve ricevere un messaggio forte e inequivocabile: i caschi blu devono rimanere, e se qualcuno deve andarsene, sono i militari israeliani, i cui atti di guerra sono una violazione delle regole che governano la pace in quella regione.
Il tempo del silenzio è finito.
Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
Giacomo Alessandroni, insegnante, Pesaro
Tito Anzolin, ex dirigente scolastico, Palagiano, Taranto
Mauro Annoni, ex insegnante, Pesaro
Marisa Bacigalupo, Cicagna, Genova
Mario Bersano, Casale Monferrato (Alessandria)
Maria Elena Bertoli, insegnante, Lucca
Patrizia Bianchi, Lodi
Anna Maria Bonifazi, ex docente, Taranto
Paola Borghesi, Firenze
Maria Bruno, pensionata, Crispiano (Taranto)
Enrico Bruschi, medico in pensione, Casale Monferrato (Alessandria)
Maria Grazia Cannavò, Perugia
Eleonora Caroti, Roma
Elisabetta Caroti, insegnante, Roma
Marzia Cattaneo, Milano
Rosa Tea Cereda, Mezzago (Monza Brianza)
Pascale Choteau Milano
Marinella Correggia, giornalista, Torri in Sabina (Rieti)
Barbara Corti, Firenze
Mario Dabbicco, Bari
Adriana De Mitri, pacifista, Lecce
Rossana De Simone, Bologna
Danilo Di Noi, avvocato, Manduria (Taranto)
Franco Dinelli, ricercatore, Pisa
Monica Diroma, Genova
Angela Dogliotti, Torino
Rosanna Fedi, ex insegnante, Firenze
Nicoletta Ferretti, Livorno
Tiziana Ferri, Piacenza
Loredana Flore, ex docente, Taranto
Olivella Foresta, Roma
Mariella Franzitta, Firenze
Laura Frontini, Onore (Bergamo)
Carmen Galluzzo, ex docente, Taranto
Carmelo Carmelo Giummo, architetto, Taranto
Fulvia Gravame, Taranto
Pasquale Guglielmelli, Monza
Angelo Raffaele Losasso, Taranto
Gianni Liviano, consigliere comunale, Taranto
Francesco Manna, Terni
Alessandra Maresca, Genova
Marinella Marescotti, docente, Martina Franca (Taranto)
Nello Margiotta, ex docente, Napoli
Rosa Martiniello, Firenze
Mario Marturano, Taranto
Emilio Mastrorocco, Bari
Vittoria Melone, Orvieto (Terni)
Carmine Mercuri, Nicotera (Vibo Valentia)
Maria Rosa Merlano, Genova
Immacolata Milizia, Taranto
Tiziana Montanaro, Mesagne (Brindisi)
Giuseppe Natale, Presidente Anpi Crescenzago, Milano
Monica Nepi, casalinga, Genova
Nathalie Pace, Milano
Stefania Palandrani, Firenze
Domenico Palermo, docente
Giuliana Palermo, ex docente, Taranto
Alessandro Parente, Orvieto (Terni)
Angela Parodi, Genova
Bice Parodi, Genova
Sabrina Pecchia, impiegata, Pesaro
Marina Pellico, Blera (Viterbo)
Roberta Persieri, Roma
Anna Polo, mediattivista e redattrice dell’agenzia stampa Pressenza, Montegrino Valtravaglia (Varese)
Giannozzo Pucci, Libera Editrice Fiorentina, Firenze
Paola Rodolfi
Marilou Rella, Firenze
Maria Carolina Rocco, funzionario pubblico in pensione, Napoli
Simonetta Romagna, ex insegnante, Pesaro
Cristina Romoli, Firenze
Milena Rossi, casalinga, Pesaro
Maria Russino, Monza
Gabriella Santoro
Lavinia Sarti, Roma
Luisa Scarsi, Camogli
Christian Scorrano, Lecce
Maria Sorba, Casale Monferrato (Alessandria)
Valter Stella, Genova
Serenella Svariati, Roma
Christian Taini, Genova
Katia Tarsia, Milano
Diego Verzegnassi, pensionato, Fiumicello Villa Vicentina (Udine)
Anna Velati, Bari
Anna Maria Viola, pensionata, Roma
Alle ore 21 di oggi 10 ottobre 2024 questo appello sarà inviato urgentemente sulla casella di posta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella con tutte le firme di adesione.