Indignazione. Questo il sentimento che si leggeva sui volti di coloro che erano alla conferenza stampa del Movimento NoTav ieri mattina, 9 ottobre, per rispondere alla violenta e totalmente illegittima presa di possesso da parte di TELT & FFOO del terreno su cui sorgeva il presidio Sole e Baleno a San Giuliano di Susa. La stessa indignazione dei tanti post che si susseguono sui social in queste ore, o che troviamo condannata (questa la parola usata, nero su bianco) nel comunicato dell’Unione Montana Valle Susa.

Per non dire della robusta interrogazione immediatamente indirizzata al Ministro dell’Interno da Marco Grimaldi per il Gruppo Parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra

Diversamente dalla versione fornita da una certa stampa si è trattato di un intervento indubbiamente violento delle forze dell’ordine (centinaia di lacrimogeni al CS lanciati anche ad altezza uomo) per sgomberare ed entrare in possesso del presidio No Tav ancor prima del regolare avvio della procedura di esproprio e su un terreno che a tutt’oggi risulta di proprietà dei 1054 attivisti e simpatizzanti del Movimento che lo avevano acquisito nel 2012.

Come precisato dall’Unione Montana

“l’evento ha comportato la chiusura delle strade, il coinvolgimento di un ingente numero di agenti e scontri con alcuni manifestanti, […] senza che i cittadini proprietari dei terreni, le autorità locali e i sindaci siano stati adeguatamente avvisati o coinvolti”. Questa modalità di intervento “mette in discussione il principio di collaborazione tra istituzioni, necessario per affrontare questioni delicate come la realizzazione di grandi opere e la gestione del dissenso che ne può derivare”.

L’irregolarità della procedura lamentata dal Movimento No Tav e dalle stesse autorità di Valle è sostanzialmente determinata dall’assenza del verbale di immissione in possesso e dell’atto sullo stato di consistenza del terreno. Atti che dovrebbero essere redatti ‘in contraddittorio’ con ciascuno dei proprietari espropriati: il ‘contraddittorio’ è elemento essenziale del procedimento di espropriazione, e deve essere rispettato anche nel caso di procedura di urgenza ex art 22 o 22 bis dpr 327/2001 (cfr Consiglio di Stato sez. I, sentenza 07/01/2020, n.15).

Durante la conferenza stampa, convocata ieri a poche decine di metri dall’Ex Presidio Sole e Baleno e dall’attuale interruzione della statale 25, Francesca Frediani ha fatto il punto circa l’accaduto per ribadire, ancora una volta, la volontà di difendere il territorio dalla devastazione dei futuri cantieri per la linea AV Torino Lione. In questo particolare momento in cui la Valle è nuovamente e violentemente sotto assedio il pensiero è per la città di Susa, la “capitale” per così dire della Valle, con un passato e una storia che esigono quel rispetto che oggi è calpestato dalle stesse istituzioni. Susa è anche il centro sanitario della Valle grazie alla presenza dell’ospedale e luogo di maggiore concentrazione dell’istruzione superiore, grazie ai licei e agli istituti, che da oggi risulteranno raggiungibili dagli studenti e dagli insegnanti con inattesi disagi.

Conferenza stampa – Foto di Diego Fulcheri

Doriana Tassotti, portavoce del Comitato No Tav Susa-Monpantero, ha ricordato ai giornalisti e partecipanti presenti ieri che quanto accaduto in questi giorni rappresenta solo un assaggio di ciò che potrebbe accadere se il cantiere TAV venisse effettivamente installato nella piana di Susa. Il primo elemento ad essere stravolto sarà la viabilità con immediati disagi per gli abitanti di San Giuliano e di Susa. I primi, che potevano raggiungere il centro di Susa percorrendo solo un chilometro di statale, dovranno percorrerne d’ora in poi oltre dieci raggiungendo, a ritroso, il centro abitato di Bussoleno per poi dirigersi a Susa attraverso la statale 24. Anche ai mezzi di soccorso, ambulanze in primis, verrà vietato il transito sulla statale 25, unica arteria che consente un rapido accesso al pronto soccorso di Susa.

Sempre Doriana ha ricordato che, qualora venisse aperto il cantiere vero e proprio, i disagi per la viabilità sarebbero infinitamente superiori, con entrambe le statali alternativamente chiuse per periodi di tempo indeterminati. Inoltre: la A32 verrà sopraelevata di alcuni metri, la ferrovia Bussoleno-Susa verrà “temporaneamente” soppressa, l’attuale Via Montello interrata… con disagi per tutte le realtà della città di Susa. Ci si chiede infatti quante sarebbero, ad esempio, le famiglie disposte a subirli per mandare i propri figli a studiare nei licei e negli istituti superiori cittadini: se il numero degli iscritti dovesse diminuire drasticamente, si perderebbero anche parecchi posti di lavoro nelle scuole di Susa.

Oltre ai problemi legati alla viabilità e alla riduzione delle prospettive commerciali e occupazionali segusine, c’è il grave problema dell’acqua, come già accade sull’altro versante delle Alpi, dove i cantieri TAV hanno prosciugato le sorgenti, tanto che TELT ha indetto una gara d’appalto per la fornitura di acqua potabile con servizio di autobotti!

Problema ammesso dalla stessa Regione Piemonte che dichiara preventivamente che ci saranno enormi perdite di acqua potabile a causa dai cantieri. Oltre al rischio di concentrazioni di PFAS determinate dalle stesse attività di scavo, estrattive ed edili. La speranza di Doriana è che questa ennesima prova di forza, questa prepotenza dello Stato esercitata a danno dei cittadini, renda consapevoli tutti che lo scenario futuro sarà drammatico e che c’è ancora tempo per opporsi a quest’opera devastante.

Ha preso poi la parola Giorgio Vair, attivista ed ex amministratore di un comune della Val di Susa che per prima cosa ci ha informato circa il numero dei bossoli di GAS lacrimogeni al CS che un cittadino della frazione di San Giuliano ha raccolto all’interno del suo giardino privato: oltre 40, solo tra le siepi di casa sua!

 

Lacrimogeni – Foto di Luca Perino

Il numero complessivo dei lacrimogeni al CS sparati nella notte fra domenica 6 e lunedì 7 ottobre descrive, sempre attraverso le parole di Vair, un’operazione di polizia totalmente fuori controllo, nella quale ogni agente è stato lasciato libero di sfogare la sua violenza e volontà di sopraffazione.

L’aspetto maggiormente problematico resta tuttavia l’illegittimità della presa di possesso del terreno prima della conclusione delle regolari procedure con tutti i 1054 comproprietari. È il coordinamento dei Comitati No Tav, di cui Vair si fa portavoce, ad invitare tutti quanti a disertare le convocazioni individuali finalizzate all’esecuzione del decreto di esproprio, e di valutazione della consistenza del bene espropriato.

Le ragioni di tale invito sono semplici: la violenta presa di possesso del terreno perpetrata da TELT e dalla polizia trasforma in farsa ogni procedura di esproprio secondo i dettami di Legge. Accettare il ruolo di comparsa in uno spettacolo così pre-definito e già andato in scena significherebbe legittimare un abuso già subito.

Solo un numero limitato di proprietari si farà carico di rispondere alla convocazione per poter avere accesso al terreno e richiedere la verbalizzazione dell’irregolarità della procedura e degli accertabili danni.

Alice Scavone, del Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno, ha precisato ieri che il diniego del Movimento a partecipare alla farsesca procedura di esproprio non vuol dire che il Movimento resterà in silenzio. Dal 9 ottobre e fino alla data in cui si sarebbe dovuta concludere la procedura di esproprio, il Movimento sarà impegnato in una mobilitazione permanente, che vedrà assemblee quotidiane a Susa (ore 18:30), una manifestazione popolare organizzata per sabato 12 a Susa per continuare a sensibilizzare la popolazione e un ricordo di Alberto Perino da poco scomparso, nel pomeriggio di domenica 13, al Palanotav di Bussoleno.

Il punto di vista delle amministrazioni è stato poi sintetizzato da Davide Gastaldo, Sindaco di Monpantero. È un dato di fatto che per la Valle di Susa ci sia molto poca attenzione e ancor meno rispetto e che si debbano fare continuamente i conti, non solo con questa opera che incombe sui territori, ma anche con la continua riduzione dei servizi e della loro qualità. Esiste poi un ulteriore e gravissimo problema rappresentato dall’assoluta mancanza di informazione. Ancora oggi, in qualità di Sindaco, Gastaldo dichiara di non sapere quando la statale potrà essere riaperta, né se il neonato “fortino” di San Giuliano verrà smantellato o resterà sul terreno a tempo indeterminato.

Alla totale assenza di comunicazioni dagli enti centrali e sovraordinati si accompagna una narrazione giornalistica “alla rovescia” della vicenda TAV, che rinvia ogni forma di legittimità al predominio e all’uso della forza. È attraverso questa forza ed il suo abuso che la Valle di Susa si ritrova costellata, come ha denunciato Franco Olivero Fugera, di cantieri totalmente inutili ma presidiati dalle forze di polizia. Da Avigliana a Chiomonte, passando da San Didero, Giaglione e, ora, anche Susa.

Foto di Luca Perino

A sinistra la statale chiusa al traffico, a destra il terreno del presidio NOTAV – Foto di Luca Perino

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