La RSU: “I nostri interlocutori sono spariti, siamo senza stipendio da nove mesi e del commissariamento di Qf non sappiamo nulla. Eppure, ci siamo presi il tempo per l’azionariato popolare e un pezzo della fabbrica socialmente integrata è già realtà”
L’azionariato popolare per la reindustrializzazione dell’ex Gkn ha superato la quota prevista di un milione di euro. I dati non sono ancora definitivi, in quanto la campagna si è chiusa ieri e si stanno finendo di conteggiare le ultime richieste arrivate, ma al momento siamo a 1.250.000 euro di azioni prenotate.
“Un anno fa la cooperativa Gff ha emesso azioni per un milione di euro – commenta la Rsu ex Gkn – e a inizio settembre avevamo già prenotazioni per 850mila euro. L’obiettivo era raccogliere i 150mila euro restanti in un mese e ne sono stati raccolti più del doppio. Si tratta di prenotazioni di azioni, che non verranno comprate fino a che il piano industriale di riconversione ecologica non sarà realtà e che quindi decadrebbero nel caso in cui questo non dovesse partire. Chi ha boicottato fino a qua la reindustrializzazione dal basso e la nostra azione non dovrà rendere conto soltanto a noi, ma a un intero territorio disposto a investire sulla reindustrializzazione dal basso della ex Gkn”.
La prossima tappa sarà riaprire le manifestazioni di interesse per socie lavoratrici e soci lavoratori, dal 7 al 13 ottobre. Poi, l’11 e 12 ottobre ci saranno due giornate di discussione sulla reindustrializzazione dal basso e la giustizia climatica e il 13 ottobre l’assemblea internazionale dell’azionariato popolare.
“Regaliamo a questo territorio alluvionato e martoriato dalla crisi uno degli esperimenti sociali più autorevoli e forse più interessanti a livello europeo” continua la Rsu. “Un caso che è già studiato in molte università, mentre grossa parte della politica continua ad autocondannarsi all’immobilismo, per mascherare evidentemente la complicità con logiche potenzialmente speculative e con il nostro impoverimento. 1.250.000 euro non è un dato meramente economico. Siamo di fronte a un pezzo di società che si candida direttamente a superare il vuoto, le pastoie, le logiche opache che seguono a una delocalizzazione”.
Le azioniste e gli azionisti popolari sono 736 persone fisiche e 143 persone giuridiche (associazioni, circoli Arci, circoli Anpi ecc.), le quali a loro volta rappresentano una rete potenzialmente ancora più ampia. Così come la rappresenta la Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo (Soms Insorgiamo), su cui un pezzo della politica ha provato a costruire una narrazione falsa e tossica, che è il principale motore della reindustrializzazione, in quanto principale azionista di Gff e primo centro di sviluppo delle nuove competenze operaie.
“Se siamo stati in grado di fare questo” conclude la Rsu “è perché a settembre – mentre tutti i nostri interlocutori sono spariti nel nulla – Rsu, Soms e Collettivo si sono presi del tempo per dedicarsi al piano industriale e all’azionariato popolare. Lasciamo immaginare le potenzialità di questo progetto se potessimo coltivarlo ‘in pace’. La situazione invece rimane quella di nove mesi senza stipendio e di una proprietà ormai completamente assente e priva di giustificazioni. E ad oggi non sappiamo nulla del commissariamento di Qf. Risulta ormai chiaro che la ex Gkn è stato semplicemente il caso che ha anticipato la spaventosa crisi di Stellantis e del settore automotive, con migliaia di posti di lavoro a rischio. La commedia è finita”.