26-27-28 settembre – digiuno per la Pace e il #cessate il fuoco! in Medio Oriente e in Ucraina. Prime adesioni alla staffetta del digiuno di fine settembre:

Giovedì 26 settembre

Piergiorgio B., Marta A., Rudi P., Gino P., Manuela G., Sergio S., Alberto Z., Marco B.,

Venerdì 27 settembre

Tommaso V., Ilaria P., Giannarosa M., Irene D., Milena P., Pina C.,

Sabato 28 settembre

Ilaria P., Daniela C., Elena T., Andrea. T., Gino P., Luisa Z., Manuela G., Lorenza C.,

Il digiuno per il “Cessate il fuoco” in Medio Oriente continua, come gesto personale e di gruppo in stile nonviolento, per ricordare l’importanza di una mobilitazione allargata affinché le istituzioni italiane ed europee si assumano la responsabilità di passi concreti che impediscano anche per il Libano l’inizio di una situazione di violenza e carneficina simile a quella in corso a Gaza. Sono ormai oltre 41 mila le vittime di cui la gran parte donne e bambini inermi e per chi resiste le condizioni di vita sono infernali.

Dopo i tremendi attentati dei cercapersone e dei walkie-talkie dei giorni scorsi, anche la data scelta per lanciare la nuova offensiva su un Paese sovrano – il giorno di apertura a New York dell’Assemblea generale dell’Onu – è indicativa non solo del disprezzo per le sofferenze verso la popolazione civile, ma anche di ogni norma del diritto internazionale.

Questo nuovo fronte di guerra non vede come attori solo il governo estremista e fondamentalista di Netanyahu e le milizie di Hezbollah, ma anche gli Usa e l’Unione Europea che non hanno voluto adottare sanzioni efficaci verso Israele e attenersi agli obblighi previsti dalle prescrizioni della Corte Internazionale di Giustizia in merito alla potenziale violazione di diversi articoli della Convenzione contro il genocidio.

Proseguire il rifornimento di armamenti verso Israele – nonostante 41 mila morti e il lancio sulla popolazione di Gaza di oltre 80 mila tonnellate di bombe – rappresenta una vera e propria luce verde per la costruzione, “dal Giordano al mare”, della “Grande Israele” in cui i palestinesi sono cancellati e i loro territori confiscati ed annessi. Ciò che sta avvenendo è la negazione nei fatti (e nelle risoluzioni del parlamento israeliano) della politica di “due popoli, due stati”.

Analogamente al popolo palestinese e a quello israeliano, anche quello libanese, dopo aver conosciuto una sanguinosa guerra civile e diverse devastanti occupazioni militari del proprio territorio, ha diritto a vivere in pace ed in sicurezza. Il Libano attraversa da tempo una situazione complicata. Qui hanno trovato rifugio oltre 1 milione di profughi siriani e dal 1948 circa 500mila rifugiati palestinesi cacciati dalle proprie case. La situazione economica è al collasso e il delicato mosaico etnico e plurireligioso rischia di saltare.

A queste considerazioni sulla Palestina si aggiunge la riflessione del portale Peacelink.it sul conflitto in Ucraina con l’invito alla comunità internazionale affinché si avvii una de-escalation immediata per evitare che il conflitto in Ucraina diventi uno scenario da guerra nucleare. “È tempo che si attivi presto una nuova fase di negoziato, altrimenti si entrerà in una fase di escalation di distruzione e morti da entrambe le parti e con gravi conseguenze nel resto del mondo”.

Il digiuno continua in varie città e in Trentino

Quest’anno oltre 500 persone, in modi e forme diverse, hanno digiunato, alcune in modo continuativo o aderenti al giorno della staffetta che in Trentino non ha mai smesso dallo scorso novembre come segno di testimonianza attiva. Le adesioni in Italia vedranno varie città attive e partecipanti tra cui Alessandria, Torino, Padova, Foggia, Pisa, Rovigo.

Occorre un cessate il fuoco e l’indizione di una Conferenza sulla pace in Medio Oriente

Sosteniamo l’appello della Rete Italiana Pace e Disarmo che esprime una piena solidarietà nei confronti della popolazione civile colpita, chiediamo al governo italiano e a quelli dell’Unione Europea di farsi promotori di una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell’Onu per deliberare la richiesta di immediato cessate il fuoco, il rientro in sicurezza della popolazione sfollata nelle loro case, un chiaro mandato alla missione Unifil per la protezione dei civili, la demilitarizzazione delle aree di confine e la garanzia ad entrambe le parti della fine della guerra.

Al cessate il fuoco deve seguire anche l’immediata indizione di una Conferenza sulla pace in Medio Oriente, da tenersi sotto l’egida dell’Onu, con l’obiettivo di ripristinare il diritto internazionale e dare risposta finalmente al diritto di autodeterminazione del popolo palestinese” – continua la nota della Rete Italiana Pace e Disarmo – “Dopo anni di afasia della politica e della diplomazia, pretendiamo che siano adottate nei confronti di tutti i belligeranti sanzioni efficaci ed un embargo ermetico ed immediato sugli armamenti”.

Per aderire al digiuno per il Cessate il fuoco è possibile collegarsi al sito www.rovepace.org o scrivere a staffettadigiunotrentino@gmail.com – L’iniziativa è promossa dal Centro Pace di Rovereto con il sostegno del Cantiere di Pace del Trentino.

A questo link il modulo per iscriversi a un giorno di digiuno nei giorni 26-27-28 settembre

Centro Pace ecologia e diritti umani – Rovereto